InfoAut
Immagine di copertina per il post

Combattenti stranieri per Israele: mercenari o guardiani “dell’unica democrazia” del Medio Oriente?

Israele sta usando i combattenti stranieri nella sua Guerra Genocida contro Gaza.

English version

Di Mustafa Fetouri – 30 maggio 2024

da InvictaPalestina

Il reclutamento di volontari per arruolarsi nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF) è stato parte integrante della dottrina della costruzione dello Stato di Israele sin dal suo inizio. Migliaia di ebrei da tutto il mondo furono reclutati per contribuire alla creazione dell’Apartheid in Israele molto prima degli anni ’40. I reclutatori sionisti radicali attraversarono il mondo, per lo più in segreto, incoraggiando qualsiasi ebreo che incontravano a unirsi alla battaglia per la Pulizia Etnica della Palestina dalla sua popolazione nativa per fare spazio al nuovo Stato.

Dopo gli anni ’50 e l’istituzione di Israele, l’idea di reclutare reclute straniere per l’IDF divenne più istituzionalizzata e pubblica di prima. Oggi l’Esercito di Occupazione israeliano invita apertamente i cittadini di altri Paesi ad unirsi ai suoi ranghi. Anche la condizione di ebreo “puro” non è più vincolante. Tali reclute sono generalmente considerate mercenari, ma non nel caso di Israele.

PROGRAMMI DI RECLUTAMENTO DELL’IDF

L’IDF gestisce diversi programmi di “formazione” per gli stranieri che desiderano unirsi ai suoi ranghi in modo permanente o temporaneo. Mahal è uno di questi progetti. Sul suo sito web il progetto offre dettagli per gli ebrei di tutto il mondo che potrebbero voler fare volontariato nell’esercito israeliano per un breve periodo ma non vogliono emigrare in Israele. Tra i Paesi presi di mira da Mahal c’è il Regno Unito. Qualsiasi cittadino britannico può registrarsi; viene data priorità a coloro i cui genitori o nonni sono ebrei (o almeno un genitore o nonno è ebreo). Qualsiasi cittadino britannico maschio che abbia meno di 24 anni può aderire al programma; per le donne devono avere meno di 21 anni. Un rabbino, e non un’istituzione governativa, determina l’”ebraicità” di un volontario.

Questi volontari si adattano perfettamente alla descrizione di “mercenari”, ma i media occidentali non li vedono mai come tali e difficilmente riconoscono la loro esistenza nell’attuale Guerra Genocida a Gaza. Gli stessi media si affrettano a etichettare come mercenari i soldati reclutati per combattere con l’esercito russo in Ucraina (o gli stranieri che combattono in Libia e Sudan). Tuttavia, persone come il defunto Donald Rumsfeld (che amava così tanto il termine “combattenti nemici”) non sarebbero d’accordo. Non perché tali individui non soddisfino i criteri dei “mercenari”, ma semplicemente perché stanno combattendo per Israele (“l’unica democrazia in Medio Oriente”). Apparentemente l’amministrazione Biden condivide l’idea di Rumsfeld perché non ha fatto nulla per impedire ai suoi cittadini di combattere e morire a Gaza (cosa di fatto illegale).

CHI SI OFFRE VOLONTARIO?

Secondo uno studio del giugno 2022 pubblicato sul Forum Sociologico, storicamente, almeno 1.200 cittadini statunitensi prestavano servizio nell’IDF al momento della rilevazione. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, secondo un articolo del Washington Post del 27 novembre 2023, circa 10.000 persone residenti negli Stati Uniti si sono presentate per il servizio militare israeliano dopo aver ricevuto la bozza di notifica. Anche gli ebrei americani, così come molti che non hanno alcun legame con Israele, si unirono allo sforzo bellico di Israele. Secondo un articolo del 22 febbraio 2024 pubblicato sul Washington Post, l’IDF stima che 23.380 cittadini americani attualmente prestano servizio nell’esercito israeliano. A gennaio, 21 americani furono uccisi mentre combattevano nelle unità dell’IDF all’interno di Gaza e un altro fu ucciso al confine con il Libano.

Negli ultimi vent’anni circa 3.500 stranieri hanno prestato servizio ogni anno nelle fila dell’IDF. La maggior parte di loro sono ebrei. Il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato nel 2016 che il maggior numero di volontari in quell’anno erano francesi (45%), americani (29%) e britannici (5%). Militarmente parlando, ciò equivale a un’intera brigata dell’esercito, che di solito è composta da 3.000 a 5.000 membri. Dopo l’attacco del 7 ottobre, si ritiene che il numero dei volontari stranieri sia aumentato.

Anche volontari provenienti da Italia, Francia, Spagna, Olanda e altri Paesi europei si stanno unendo ai ranghi dell’IDF. Lo scorso ottobre il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato che c’erano circa 18.000 cittadini italiani che vivevano e lavoravano in Israele quando è iniziata la guerra di Gaza, tra cui 1.000 nell’IDF che svolgevano diversi compiti compreso il combattimento attivo.

Ai sensi della legge sulla libertà di informazione, il governo di Rishi Sunak è stato costretto a rilasciare questi dettagli dopo aver precedentemente negato che il governo tenesse traccia del numero di cittadini britannici che combattono con l’IDF o vivono negli insediamenti. Funzionari britannici ritengono che circa 100 cittadini britannici prestino servizio nei ranghi dell’IDF. Alla fine di marzo 2024 si sa che due soldati britannici sono morti in combattimento a Gaza. Secondo i dati diffusi dal Ministero degli Esteri di Londra, prima del 7 ottobre solo 80 cittadini britannici prestavano servizio nell’IDF in quel dato mese. I dati hanno rivelato che tra i 20 e i 30 cittadini britannici vivono in insediamenti illegali in Cisgiordania. Non è molto se paragonato ai 60.000 americani che si stima vivano lì.

È noto che anche cittadini sudafricani si siano uniti all’IDF in passato e ora nella guerra di Gaza, spingendo il Ministro degli Esteri Naledi Pandor a minacciarli di procedimenti giudiziari al loro ritorno in Patria. Apparentemente Pandor è personalmente infastidito dal fatto che i suoi concittadini partecipino ad una guerra che crede sia Genocida. Ha guidato la squadra sudafricana che ha portato avanti il ​​caso contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia.

In Francia un parlamentare di sinistra, Thomas Portes, ha scritto lo scorso dicembre al Ministro della Giustizia francese chiedendogli di indagare su circa 4.185 cittadini francesi che si ritiene stiano commettendo Crimini di Guerra a Gaza. Si ritiene che la maggior parte di loro abbiano la doppia cittadinanza francese e israeliana. Tre mesi dopo il Ministero ha dichiarato che non indagherà. Perché? Perché “la doppia cittadinanza implica una doppia lealtà”, secondo un portavoce del Ministero.

CHI STA CHIEDENDO CONTO AI MERCENARI?

Le organizzazioni filo-palestinesi e gli attivisti contro la guerra stanno cercando di chiedere conto ai mercenari. Una di queste organizzazioni è il Movimento 30 Marzo (30-3), un Movimento popolare fondato alcuni mesi fa sia in Belgio che in Olanda. Sta inoltre ampliando il suo raggio d’azione per includere la Francia e altri Paesi europei. Il movimento ha già intentato una dozzina di cause contro olandesi, francesi e altri dopo averli identificati per aver partecipato con l’IDF al Genocidio di Gaza. La maggior parte di questi individui sono stati identificati dai propri post sui social media. Molti di loro hanno posato senza vergogna in foto e video commettendo atti considerati Crimini di Guerra, come trattenere civili visibilmente contusi.

Il cofondatore del Movimento, Dyab Abou Jahjah, ha dichiarato al Washington Report che il suo Movimento continuerà a lavorare per “chiedere conto” a tutti i “mercenari” anche dopo la fine della guerra. Ha sottolineato che è “importante” agire indipendentemente dal “successo o dal fallimento”. Il suo collega, l’avvocato di Amsterdam Haroon Reza, ha dichiarato al Washington Report di aver già presentato almeno sei denunce penali contro cittadini olandesi che si sono uniti all’IDF a Gaza.

Un avvocato francese residente a Lione, Gilles Devers, che lavora per il Movimento, ha confermato che sta avviando una mezza dozzina di procedimenti penali contro i volontari francesi dell’IDF accusandoli di aver commesso Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità. Ha detto: “Sto facendo questo lavoro di volontariato per il bene dell’Umanità”.

È POSSIBILE CHIEDERE CONTO?

La Corte Internazionale di Giustizia ha deciso che c’è un caso da perseguire per determinare se Israele abbia commesso un Genocidio e Crimini contro l’Umanità a Gaza. Altri due casi contro Israele sono pendenti davanti alla Corte Penale Internazionale (CPI). Si dice che Israele e gli Stati Uniti stiano lavorando per impedire alla CPI di emettere mandati di arresto contro il Primo Ministro, il Presidente e i vertici militari israeliani. Si dice che la CPI sia vicina a compiere questo passo dopo che il suo principale Pubblico Ministero ha visitato Israele e Cisgiordania nel dicembre 2023.

Allo stesso tempo, lo stato d’animo internazionale è drammaticamente cambiato contro Israele, esercitando ulteriori pressioni sui due tribunali internazionali affinché agiscano. Indipendentemente da quando e cosa deciderà la Corte Internazionale di Giustizia, Israele non è preoccupato perché la Corte dipende dalla cooperazione dei Paesi membri per rispettare le sue decisioni; non ha alcun meccanismo di applicazione. La CPI è la vera preoccupazione per i funzionari israeliani. Il tribunale ha la capacità di emettere mandati di arresto e tutti gli Stati membri (124 di essi) sono obbligati ad arrestare qualsiasi persona ricercata. Né Israele né gli Stati Uniti sono membri della CPI, ma entrambi sono membri della Corte Internazionale di Giustizia. Le sentenze diplomaticamente e politicamente negative sia della Corte Penale Internazionale che della Corte Internazionale di Giustizia sono motivo di grande imbarazzo per Israele e i suoi alleati.

Il fatto che Israele si sia ritrovato sul registro di entrambi i tribunali mondiali è una grande vittoria e un punto di svolta per l’opinione pubblica palestinese. Dopo Gaza, Abou Jahjah è convinto, “non si potrà più tornare indietro e nemmeno fermarsi”.

Mustafa Fetouri è un giornalista accademico indipendente libico. Ha ricevuto il Premio dell’Unione Europea per la libertà di stampa. Ha scritto ampiamente per vari media su questioni libiche, del Nord Africa e Medio Oriente. Ha pubblicato tre libri in arabo.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

idfisraelemercenarimilitaripalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Prof Chambers: “Israele vuole la pulizia etnica. I genocidi del colonialismo occidentale”

Il sionismo persegue la pulizia etnica con una politica colonialista e anche sui temi del genocidio, dell’unicità della Shoah, bisogna permettere che altre voci possano partecipare, senza far dominare il discorso dal punto di vista unico, egemonico e occidentale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: attacco ad Ankara, bombardamenti turchi, colloqui con Ocalan

Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di ingegneria bellica turca ad Ankara, l’aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell’Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all’esercito turco.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

KCK: agiremo secondo il processo sviluppato da Rêber Apo

“Il nostro movimento, con tutte le sue componenti, agirà secondo il processo che il Rêber Apo svilupperà”, ha dichiarato la co-presidenza della KCK, sottolineando che per questo devono essere stabilite le condizioni di salute, sicurezza e lavoro del leader.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assassinano padre Marcelo crivellandolo di colpi dopo aver officiato la messa: da sempre ha denunciato l’estrema violenza in Chiapas

Pubblichiamo la traduzione di questo del 20.10.2024 articolo a cura della Redazione di Desinformémonos perchè pensiamo sia prezioso per far conoscere la storie e le lotte portate avanti da padre Marcelo Perez Pérez attraverso le sue stesse parole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice dei Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?

In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei Brics+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Lettera di Anan dal carcere di Terni. E’ stata scritta il 24 settembre. Il 10 novembre si terrà un presidio sotto il carcere di Terni, dalle 14 alle 18

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

“Tiziano libero”: appello alla solidarietà concreta per il compagno arrestato il 5 ottobre a Roma

Si moltiplicano le iniziative solidali in favore di Tiziano, il compagno dello Spazio Sbago di Urbino malmenato e arrestato dalle forze dell’ordine durante la manifestazione per la Palestina e il Libano del 5 ottobre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Piazze per la Palestina: una speranza che può esistere, un punto segnato alla controparte

Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.