InfoAut
Immagine di copertina per il post

Cronache della volatilità di borsa: la guerra finanziaria serve per guadagnare

Ma dove si combatte? Entro quella che viene chiamata, in gergo, volatilità dei mercati. Funziona, a sommi capi, in questo modo: entro uno scenario di crisi, sempre propedeutica ad una guerra, un giorno le borse scendono, un altro risalgono. Quando fai i conti delle due giornate vedi che qualcuno avrà perso di brutto mentre c’è chi avrà guadagnato sul serio. Mentre i tg hanno detto che “la borsa recupera”, c’è stato uno scontro finanziario con morti e feriti. Uno scontro a somma zero, se non negativa. Il capitale è rimasto più o meno lo stesso. Comunque, nel complesso di rialzi e ribassi, l’allocazione delle risorse finanziarie segue la logica della guerra non quella del finanziamento efficiente alle risorse produttive. Il passaggio da competizione a guerra finanziaria è semplice: nella guerra qualcuno ci lascia la pelle. Come per Lehman nel 2008. Ma gli unici a credere che il mercato finanziario serva per allocare risorse per l’economia produttiva, una volta istituita qualche regola efficace, sono quelli di sinistra: sia in periodi di rialzo che di ribasso lo scontro tra soggetti finanziari è all’accapparamento di quante più risorse di qualità possibili rispetto ad un concorrente che può diventare rapidamente nemico.

Basta vedere il susseguirsi delle crisi di borsa dagli anni ’70 dell’800 ad oggi per capire che l’allocazione di risorse per l’economia c’entra poco con la finanza. O molto meno di quanto certe categorie teoriche vogliano ammettere. E la logica di guerra che prende piede è autoreferenziale: dopo un pò la guerra finanziaria non riconosce che sé stessa. La prova? Gli indici di borsa da tempo sono in autonomia rispetto all’economia cosiddetta reale. Crescono soprattutto con la guerra dei soldi che si fanno scontrandosi con altri soldi. Vediamo qualche esempio tratto dal conflitto finanziario cinese. Conflitto, il cui esito e durata sono tutti da definire, in questo caso valutario. Dove la posta in gioco sono i mercati da conquistare con mosse, tattiche o disperate, di svalutazione. Conflitto che tocca un forte sgonfiamento della bolla finanziaria cinese. E quando i valori precipitano la guerra finanziaria si fa dura. Bisogna capire cosa accade, sconfiggere il nemico che vuole appropriarsi dei beni residui rimasti (o di quelli utili per il futuro), per guadagnare. Già perchè, a maggior ragione, la guerra finanziaria è come la guerra sul campo: serve per guadagnare. Vediamo qualche esempio. Naturalmente ci vogliono le lenti giuste.

Presentiamo l’andamento intraday del Dow Future subito il botto cinese. In poche parole: l’intraday è un indicatore del rapporto tra movimenti di prezzo e volumi scambiati di un titolo. In questo caso i titoli sono i famigerati future. Ovvero dei contratti che impegnano ad acquistare ad un prezzo concordato, ad una data precisa, dei beni (siano essi materiali, monetari o finanziari ). Insomma, vere e proprie ricevute di scommesse. C’è chi, come qualcuno amico di questo governo, scommettendo sull’acquisto di azioni del Monte dei Paschi ha fatto banco regio. Perchè aveva scommesso di venderle ad un certo prezzo quando sono crollate. Guadagno netto visto che l’altro contraente scommessa, quello che ha perso il duello, ha dovuto pagargliele a prezzo più alto. Mentre lui, un istante prima, le ha acquistate a prezzo molto basso causa crisi. Sono guadagni che capitano durante le crisi, specie se si ha un governo che ti appoggia in materia di informazioni e se, come al solito, alla fine paga sempre la gente. Come si vede la guerra finanziaria, tra soggetti e tra gruppi serve per guadagnare. La crisi paga, come sanno i signori della guerra finanziaria. Ma ecco la nostra schermata. Riguarda il dopo botto cinese del Dow Future ovvero dell’indicatore di rapporto tra movimenti di prezzo e volumi dei migliori 30 contratti future del Dow Jones di New York.

Siccome, come nel film di Oliver Stone, il denaro non dorme mai il nostro intraday si da sulle 24 ore. Guardate cosa accade dalle 13,00 del giorno a ridosso del botto alle 13 e 30 successive. Nel complesso c’è una perdita generale del Dow Future. Ma vi è un forte e veloce rimbalzo del valore complessivo dei future tra le 6 e mezzo del mattino e le 8 del giorno successivo al botto. Chi l’ha postato ha definito il grafico “insano”. Non perchè sia falso ma per velocità del sali e scendi dell’indice. Eppure è proprio in quell’ora e mezzo che, in un trend di ribasso e di crisi, qualcuno ha veramente guadagnato, come l’amico del governo Renzi sul Monte dei Paschi, e qualcuno ha veramente perso. Vergogna agli sconfitti e risorse ai vincitori, la guerra finanziaria è questo.

Andiamo quindi alle borse del continente colmo di tutte le virtù: l’Europa. Continente nel quale le sinistre responsabili invocano spesso l’intervento di Mario Draghi. Ovvero colui che ha attuato un programma di Asset-Backed-Security (acquisto di crediti in sofferenza presso le banche) che, nel suo complesso, è ritenuto una delle cause del botto Lehman Brothers. Già perchè i titoli Abs vengono girati sul mercato e se le banche che li hanno originati tremano, trema anche tutta la filiera di coloro che hanno acquistato il titolo. A qualcuno, nei giorni che la Cina fa il botto, saranno i venuti i sudori freddi. Perchè l’indice di borsa tedesco, in un giorno, ha perso come mai. E la Germania detiene la banca europea più tossica, Deutsche Bank. Mentre, nei mesi scorsi, giusto per dare una mano alle guerre finanziarie, Deutsche Bank è stata scelta per “aiutare”, come da notizia Reuters, la BCE a far partire il programma di creazione di titoli Abs

http://www.reuters.com/article/2014/10/30/ecb-abs-deutsche-bank-idUSL5N0SP39X20141030

Vengono a mente quei poveretti che si autoproclamano esponenti di sinistra e fantasticano di interventi della Bce per “riequilibrare il mercato”. Operazioni come Abs creano liquidità per nuove guerre finanziarie, non toccano l’economia. Il capitalismo è questo. La Bce è un attore della guerra finanziaria non l’arbitro della pace. Ma veniano ai guadagni fatti sulla crisi cinese. Un esempio. Una immagine

Siamo nella mattinata successiva al botto forte cinese. Guardate gli indici delle principali borse europee, sono tutti in verde. Pare una prateria. Meglio di tutti l’indice Mibtel, ora. Cosa è accaduto? Per spiegare il trend due esempi tra i tanti possibili: uno) gli asiatici, a parte Shangai rosso fisso, sono andati meno peggio, il che ha aiutato i dubbiosi a comprare. Anche se Tokyo ha fatto meno 4 ma è nei problemi da sempre e SOPRATTUTTO si sa che quando è in crisi il Giappone immette denaro nel sistema. E i giapponesi in Europa investono. due) esce l’indice della fiducia degli investitori tedeschi di IFO. Meglio delle aspettative, ci fermiamo al comunicato ufficiale . Insomma i tedeschi che contano (imprenditori, manager, banchieri) sono ottimisti, vedi te l’umore che viene prezzato in borsa, e allora fai 1 più 1 e arriva il rialzo. Anche perchè la Germania è costretta a investire comunque dopo il botto del giorno prima. Insomma immissione di denaro in borsa e fiducia, come si vede l’economia reale non c’entra nulla, e si fanno i soldi. Come si sono fatti i soldi nella tornata finanziaria di quel tipo? Semplice due esempi: 1) con i software che avevano in pancia magari titoli BMW che erano stati caricati ad algoritmi buoni (quelli che valutano la volatilità giusta al momento giusto) hannofatto bingo. 2) umani preso decisioni sulla base di IFO hanno vinto, magari grazie alla scommessa giusta nel momento giusto contro l’avversario adatto. Potremo chiamare la cosa “come fare i soldi durante la guerra finanziaria”. Qualcuno ha perso, qualcuno ha vinto, so ist das Leben direbbero i tedeschi. Diverso per gli italiani di quasi ogni tendenza politica che invocano, credendo alla propaganda degli altri, autorità di controllo a questi fenomeni che non esistono. Infatti, ultimo ma importante elemento. La guerra finanziaria oggi non si fa come negli anni ’20. Con trader che urlano nei recinti di borsa. E’ altamente tecnologica. Si fa con l’HFT, high finance trading, con programmi che riescono a terminare le pretese dell’avversario confidando con pochissimi decimi di secondo di vantaggio nell’elaborazione delle notizie. Non a caso sono uscite analisi che dimostrano che il volume delle transazioni di borsa in questi giorni è simile a quello dei giorni del flash crash del maggio 2010. Ovvero quando l’uso di questi programmi permise una poderosa volatilità speculativa, nella borsa di New York, durata poco tempo ma sufficiente per predare risorse considerevoli. L’evoluzione di questi programmi, in cinque anni, è stata naturalmente rimarchevole. E mentre la guerra finanziaria si fa guerra istantanea, nello spazio digitale delle borse (i recinti sono stati aboliti, la borsa è un totem per le tv che potrebbe essere benissimo chiuso), la società viaggia su uno spazio percettivo enormemente più lento.

Infine, quando margine c’è per la guerra finanziaria? Lasciamo da parte la Cina e guardiamo gli Usa. Ultimo grafico. Lo scarto tra il valore complessivo della borsa di New York e i titoli di maggiore qualità della stessa borsa

Come si vede l’indice dei titoli di qualità è in ribasso e prendono quota quelli di minore qualità. Segno che i titoli di minore qualità sono tanti e che possono subire una scremata in futuro. Quando prevarranno dinamiche di crisi la volatilità prenderà piede e lì dentro si anniderà la guerra finanziaria. Mentre le voci interessate, da destra, di austerità e taglio delle tasse cercheranno di immetere nuova linfa in questa guerra. Mentre le voci coglionesche, da sinistra, invocheranno interventi angelici di autorità sovraplanetarie che non esistono. E chi si dice nè di destra nè di sinistra? Beh di solito esprime bel cocktail di confusione tra le due posizioni, giusto per non rimanere indietro a nessuno. La verità è che il Leviatano finanziario, tanto artificiale da essere costitutito di sole innovazioni tecnologiche, contiene una dimensione di guerra finora poco visibile alle culture politiche esistenti. Finora. Poi, a volte, gli umani sanno stupire.

da Senza Soste

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

borsaeconomiafinanza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Da una finanziaria all’altra

Riflessioni sulle politiche economiche del “nuovo” governo

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’emergenza perenne dei baschi verdi in Val di Susa

Si va a chiudere così un altro anno difficile per i paladini difensori del grande spreco dal nome TAV nuova linea Torino Lione. Scopriamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che i soldatini a difesa delle recinzioni in val di susa sono stanchi e stufi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Legge di Bilancio per e contro i soliti noti

Da Sbilanciamoci di Andrea Fumagalli e Roberto Romano La manovra Meloni è senza progettualità e inutile per impatto economico (inciderà per 0,2 punti di Pil), fatta di tagli lineari, sottofinanziamemto della pubblica amministrazione, appesantimento della Fornero, misure una tantum come il taglio al cuneo fiscale, che pure risulta regressivo in questo quadro. Premessa  Come interpretare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: qual e’ lo stato di salute dell’economia cinese?

Il punto sullo stato di salute dell’economia della Cina dopo l’estate e sulle traiettorie, interne ed esterne, verso la fine del 2023 e il 2024.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Le multinazionali sono al top

Il report annuale sulle principali multinazionali curato dal CNMS (Centro Nuovo Modello di Sviluppo)

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le compensazioni di carbonio delle foreste non hanno alcun beneficio per il clima

Uno studio sottoposto a revisione paritaria conclude che il 94% dei crediti per la deforestazione dichiarati dal più grande fornitore di compensazioni sono privi di valore.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il prezzo impazzito dello zucchero e l’impatto della finanza sui beni agricoli

Si stanno “negoziando” i contratti 2023-2024 e sono partite forti speculazioni finanziarie al rialzo, con conseguenze sui prezzi reali pagati dai consumatori. Diversi Paesi produttori stanno decidendo perciò di bloccare le esportazioni per difendersi, con effetti amari già osservati nel caso del riso.

Immagine di copertina per il post
Culture

La silenziosa coazione verso il baratro

Il dominio di classe proprio del capitalismo, precisa Mau, non è definito prioritariamente dallo sfruttamento, ma dalla relazione tra chi controlla le condizioni della riproduzione e chi ne è escluso.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sfruttamento e speculazione dei cacciatori di terre

o strapotere delle “imprese-vampiro” dell’industria e della finanza. di Saverio Pipitone (*), da La Bottega del Barbieri Pronto Fantomas. Al telefono Alberto Moravia, Julio Cortázar, Octavio Paz e Susan Sontag (scrittori) chiedono aiuto al famigerato personaggio mascherato per fermare un pazzo armato di laser che stava incendiando le grandi biblioteche del mondo. Il folle venne […]