InfoAut
Immagine di copertina per il post

Da Aleppo a Qalamoun: l’asse sciita contro la galassia jihadista

AGGIORNAMENTO ore 13.20 – L’ISIS PRENDE LA CITTA’ DI AIN ISSA, STRAPPANDOLA AI KURDI

Oggi lo Stato Islamico ha occupato la città di Ain Issa, vicino Raqqa, strappandola al controllo delle unità di protezione popolare kurde Ypg e Ypj. L’offensiva ha avuto successo nonostante due giorni di intensi raid della coalizione guidata dagli Stati Uniti. L’Isis ha preso Ain Issa, che era stata liberata solo due settimane fa dalle Ypg.

—————————————————————————————————-

della redazione

Roma, 6 luglio 2015 – Tra Siria e Iraq il fronte delle alleanze rivali si fa di giorno in giorno più chiaro: mentre la coalizione continua con stanchi raid da una parte all’altra del confine, incapaci di modificare gli equilibri di forza sul terreno, a combattere faccia a faccia sono l’asse sciita e quello islamista. Da una parte governo di Damasco, Hezbollah e milizie sciite irachene sostenute direttamente dall’Iran; dall’altra la vasta compagine delle milizie jihadiste, riunite in alleanze di fortuna o divise da interessi avversari.

I fronti sono due e l’obiettivo è condiviso: il controllo dello stesso territorio. Così, dopo Aleppo in cui infuria la battaglia tra esercito di Damasco da una parte e Ansar al-Sharia (neonata coalizione di 13 gruppi islamisti guidata dai qaedisti di al-Nusra) e l’alleanza delle opposizioni moderate locali dall’altra, sabato il presidente Assad ha riaperto un campo di battaglia mai chiuso: la regione di Qalamoun, al confine con il Libano. Da due giorni truppe siriane, miliziani sciiti iracheni e combattenti di Hezbollah stringono l’assedio sulla città di Zabadani, comunità a soli 12 km dalla frontiera (lungo l’autostrada Damasco-Beirut) e principale via di transito verso il poroso confine libanese. La città, che dista 50 km dalla capitale, è dal 2012 in mano alle opposizioni di Damasco, prima occupata da quelle moderate e oggi dal Fronte al-Nusra.

Stamattina siriani e sciiti libanesi si sono ulteriormente avvicinati al centro di Zabadani, stringendo l’assedio sui miliziani di al-Nusra: la città è circondata da montagne e l’isolamento in cui l’esercito di Damasco sta costringendo il nemico impedisce l’arrivo di rinforzi. La preda è succosa: la presa di Zabadani (da tempo via di rifornimento di Hezbollah di armi provenienti dall’Iran) garantirebbe il controllo quasi totale del confine siriano-libanese e indebolirebbe l’avanzata di al-Nusra i cui sforzi di conquista ad Aleppo e alla frontiera sono dettati dalla volontà di scalzare l’Isis e sopravvivere ai tentativi del califfo di fagocitarne milizie alleate e uomini. Lo si è visto bene sabato quando un presunto attacco dell’Isis ha ucciso 30 miliziani di al-Nusra (tra cui un leader militare) riuniti in preghiera in una moschea di Idlib, da maggio in mano al gruppo qaedista.

Centrale resta la provincia, grande e strategica, di Homs, tuttora campo di battaglia tra tutti gli attori coinvolti nel conflitto siriano: al centro del paese, lo attraversa, andando a toccare con i suoi confini le frontiere con l’Iraq a est, con la Giordania a sud e con il Libano a ovest. Attualmente divisa tra il controllo di Isis, al-Nusra e Damasco, la provincia di Homs sarà ago della bilancia perché da Aleppo o dal confine libanese – nella regione di Qalamoun in cui oggi si combatte – o da Palmira (distretto provinciale in mano al califfo) potrebbe partire l’offensiva decisiva verso il cuore della Siria.

Nelle stesse ore, mentre infuriava la battaglia in Siria, a sfidare l’asse sciita in Iraq era lo Stato Islamico: il teatro resta la strategica raffineria di Baiji, contesa da oltre un anno tra esercito di Baghdad e Isis. Nella notte tra sabato e domenica un gruppo di kamikaze ha preso d’assalto la città che la ospita, costringendo le milizie sciite (che, mosse dalla longa manus iraniana, conducono la controffensiva contro il califfo) ad arretrare e lasciare il centro di Baiji. Secondo l’esercito iracheno però le unità di mobilitazione popolare sciite stanno già preparando una risposta: rinforzi sono in arrivo e i tre quartieri della città dove mantengono salde le posizioni sono al sicuro.

Target degli estremisti tornava ad essere anche Baghdad: tra sabato sera e ieri sera una serie di esplosioni ha colpito la capitale, in particolare ristoranti e cafè in quartieri a maggioranza sciita, nelle ore affollate della fine del Ramadan. Quindici i morti totali, decine i feriti.

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

iraqIsissiria

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’asse della normalizzazione: la Turchia e alcuni Paesi arabi sostengono l’economia di guerra di Israele

Mentre l’Asse della Resistenza dell’Asia occidentale cerca di indebolire l’esercito, l’economia e la sicurezza di Israele, una manciata di Stati arabi e la Turchia si sforzano segretamente di rafforzare Israele e rifornire la sua guerra a Gaza. Questo è il nuovo “Asse della Normalizzazione” della regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verde marcio

Ursula von der Layen ha dedicato un’ampia parte dei 48 minuti e 20 secondi del discorso in cui ha presentato la sua “strategic vision” per i prossimi cinque anni

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dall’Italia a Israele passando per gli USA, le armi di Leonardo consegnate a Tel Aviv

Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: nuovi incendi contro Cop City

L’incendio è avvenuto in Memorial Drive e le due macchine da costruzione incendiate intorno alle 2 del mattino appartenevano alla Brent Scarborough and Company.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: “Aysenur, attivista ISM, è stata uccisa a sangue freddo”

Le Nazioni Unite hanno chiesto “un’inchiesta approfondita” sull’uccisione per mano israeliana di Aysenur Ezgi Eygi, 26enne attivista statunitense dell’International Solidarity Movement

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hezbollah lancia la “prima fase” di attacchi di rappresaglia contro Israele dopo l’assassinio del comandante Shukr

Il gruppo libanese Hezbollah ha annunciato domenica di aver lanciato centinaia di razzi e droni in profondità in Israele come parte della “prima fase” della sua risposta all’assassinio del suo comandante senior Fouad Shukr da parte di Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spettri di Working Class, il classico strumento repubblicano per vincere le presidenziali

Paul Samuelson, per quanto sia stato un genio della astrazione economica e della regolazione dei mercati, ci ha lasciato modelli matematici di efficienza delle transazioni di borsa che, nella realtà, si sono paradossalmente rivelati soprattutto strumenti ideologici. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda: intervista a Danny Morrison, segretario del Bobby Sands Trust

Radio Onda d’Urto intervista Danny Morrison, 71 anni, nato e cresciuto a Belfast, figura storica del movimento repubblicano irlandese e protagonista di diverse fasi cruciali della storia dei Troubles.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raid israeliano a Damasco: un quadro degli attori e delle strategie nel conflitto in Medio Oriente.

Proviamo a dare un quadro del clamoroso attacco dell’esercito israeliano contro la sede consolare iraniana nella città di Damasco (Siria), avvenuto lunedì 1 aprile, a cui ha fatto seguito l’attacco israeliano contro i convogli umanitari della WCK del 2 aprile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia, l’ISIS e lo scacchiere della Jihad internazionale

La Russia è da tempo nel mirino dell’Isis e il gravissimo attentato di Mosca ne è la conferma. L’Isis, nonostante la sconfitta del Califfato nato tra Siria e Iraq, continua ad essere forte nel Caucaso, nel cosiddetto Khorasan e in Africa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: filmato di 70 minuti sull’operazione di guerriglia rivoluzionaria a Zap

Il 12 gennaio Gerîla TV ha diffuso un filmato di 70 minuti dell’operazione di guerriglia rivoluzionaria nella regione di Zap, nel Kurdistan meridionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SDF: gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un atto di aggressione barbara e terroristica

Gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un “atto di aggressione barbarica e terroristica”, lo hanno affermato le SDF in una nota. Questa mattina la Turchia ha continuato ad attaccare la regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Unità operativa rivoluzionaria di guerriglieri a Zap: “Noi non ci arrenderemo, ma il nemico sì”

Gerîla TV ha pubblicato un filmato del gruppo d’azione Girê Şehîd Pîrdogan che ha preso parte all’operazione rivoluzionaria per espellere l’esercito turco dalla regione occidentale di Zap, nelle zone di difesa di Medya controllate dalla guerriglia nel Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perché è stupido e disonesto equiparare Hamas allo Stato Islamico?

L’equiparazione tra Hamas e l’Isis è una delle carte che il governo israeliano si è giocato dall’inizio del conflitto, paragone ampiamente ripreso da molti media occidentali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: si intensificano su tutti i fronti gli attacchi degli stati-nazione contro la rivoluzione confederale

Sebbene il movimento rivoluzionario per la libertà attivo in Kurdistan sia costantemente sotto la minaccia non soltanto della Turchia, ma di tutti gli stati-nazione capitalisti dell’area, i movimenti di truppe che negli ultimi giorni si stanno verificando su tutti i lati di questo accerchiamento, uniti all’intensificarsi, di settimana in settimana, degli attacchi, su più fronti, fanno temere un’ulteriore escalation e devono essere seguiti con attenzione per diversi motivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La resistenza è vita: il campo di Makhmur continua a lottare contro l’aggressione irachena

La popolazione del campo dopo aver respinto a sassate le jeep dell’esercito ha iniziato subito a smantellare a mani nude il fossato creato dalle forze irachene con lo scopo di circondare il campo e installare filo spinato e torrette di controllo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Turchia e le sue dighe: assetare terra e popolazione per l’egemonia regionale

Di fatto la costruzione di queste dighe promuove una forma di controllo del territorio che accompagna sfruttamento coloniale e militarizzazione e ha per conseguenze la distruzione del patrimonio curdo, assiro e armeno;  come l’allagamento pianificato della bimillenaria città di Hasankeyf, seguito alla costruzione della diga di Ilisu, ha dimostrato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: rimpatrio forzato dei rifugiati siriani.

Il governo libanese ha iniziato una campagna di deportazione forzata dei rifugiati siriani presenti sul suo territorio, i rastrellamenti da parte dell’esercito sono in corso da diverse settimane nel silenzio dei media.