InfoAut
Immagine di copertina per il post

Francia: le elezioni come termometro sociale del nuovo che avanza?

||||

E’ la Francia dei Gilet Gialli certo, ma è forse anche l’indicazione di un fenomeno più complessivo, di fronte ad un nuovo tornante della crisi globale… Un commento a caldo.

Il primo turno delle elezioni legislative in Francia evidenzia alcuni fenomeni all’opera, che al di là di come andrà il secondo turno rappresentano tendenzialmente il prefigurarsi di uno spartiacque a livello europeo in cui la stabilità del quadro istituzionale faticosamente raggiunta dopo la crisi del 2008 scivola verso nuove tempeste. Inflazione, guerra e recessione all’orizzonte stanno riaprendo le faglie che sembravano essersi chiuse con l’addomesticamento del primo neopopulismo, ma quanto sta emergendo è qualcosa di nuovo, tra astensionismo di massa, sempre più generalizzato e centralità dei temi sociali. 

La possibilità che il NUPES, l’alleanza delle sinistre concentratasi attorno a Melanchon, potesse portare a casa un risultato significativo era nell’ordine delle cose, ma che arrivasse addirittura ad un pareggio sostanziale con Macron stava più nel campo dei desiderata anche se il martellamento mediatico dei giorni precedenti alle legislative sul “pericolo anarchico” o “sovietico” addirittura che media ed establishment avevano messo in atto faceva presagire una certa paura nelle stanze dei bottoni. Per la prima volta da quando il calendario elettorale è stato invertito nel 2002, il partito presidenziale non è in testa. Nonostante ciò quanto si evidenzia è che nessun partito è riuscito a mobilitare gli elettorati. Tanto che il dato che si impone è quello nuovamente dell’astensione di massa, la più alta della V Repubblica.

Come sempre è difficile comprendere se il dato dell’astensione sia legato al deficit di rappresentanza, ad un’astensione politica oppure semplicemente alla disillusione ed alla spoliticizzazione di massa, probabilmente si tratta di tutti e tre questi fattori, però a differenza di altri cicli in cui l’emergere di compagini in grado di qualificarsi come antisistema ha portato alla cattura di voti finiti nell’astensionismo, in questo caso il fenomeno non ha avuto seguito nonostante l’offerta politica del voto di protesta tra i partiti d’estrema destra ed il NUPES fosse particolarmente ampia.

Dunque si può ipotizzare che in realtà a manifestarsi sia proprio uno scollamento generalizzato di importanti porzioni di società dal sistema politico, comunque esso si rappresenti. Una forte disillusione nei confronti dei metodi di selezione della classe dirigente all’interno del quadro neoliberale verrebbe da dire. 

Quali scenari apre questa tendenza è tutt’altro che facile da intuire, però la vediamo riflettersi anche alle nostre latitudini, nei risultati delle amministrative ed in parte in quelli dei referendum. La distanza dal comando si inizia a manifestare dentro un quadro dove la guerra al reddito di cittadinanza ed il meschino dibattito sul salario minimo mostrano la volontà della politica istituzionale di scaricare i costi della guerra e della crisi che sta venendo sui più deboli con un’ulteriore compressione di salari e servizi.

Qui appunto volente o nolente il rifarsi avanti dei temi economici su cui probabilmente, in un certo grado, il NUPES ha costruito il suo exploit. A differenza del precedente ciclo, dopo aver attraversato la pandemia ed essere piantati nell’economia di guerra, sembra farsi avanti una emersione di pulsioni di classe più chiare, se ben non codificate, che maturano nell’esperienza quotidiana della crisi e prendono atto del fallimento della strategia dei precedenti aggregati neopopulisti. La divergenza degli interessi si fa sempre più concreta e ciò si manifesta tanto in un sistema elettorale ormai tripartito, anche se c’è da pensare che ancora il Rassemblement National e Zemur siano stati in grado di intercettare una certa quantità di voto proletario bianco, tanto nell’astensione dal voto.

Forse sarebbe un volo pindarico connettere questo nuovo astensionismo con il montante ed anche qui etereo rifiuto del lavoro che coinvolge le società occidentali, però è un’ipotesi da esplorare, dove la possibilità che questo disgusto per il governo del capitale si faccia rifiuto esplicito.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

elezioniFranciamacronMELANCHON

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jatevenne! A Napoli corteo contro la Nato.

Ieri, 27 maggio, nelle strade di Napoli un corteo di un migliaio di persone ha sfilato contro la presenza del summit NATO sulla sicurezza nel mediterraneo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missioni militari 2025. Carta bianca per la guerra

“Sono attualmente in corso 39 missioni e operazioni internazionali, per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità, e un onere finanziario complessivo che ammonta a 1,48 miliardi, divisi tra 980 milioni per il 2025 e 500 milioni per il 2026”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Atene: migliaia di greci in piazza in solidarietà con il popolo palestinese

Migliaia di greci hanno manifestato nella serata di giovedi 22 maggio nel centro di Atene verso l’ambasciata israeliana chiedendo la fine immediata degli attacchi genocidi israeliani contro Gaza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Aquila: aggiornato al 18 giugno il processo per Anan, Ali e Mansour

Questa mattina presso il tribunale de L’Aquila si è tenuta una nuova udienza all’interno del processo contro gli attivisti palestinesi Anan, Alì e Mansour. Sono accusati di terrorismo per aver, secondo accuse formulate dalle autorità israeliane, finanziato la Brigata Tulkarem, attiva nella resistenza palestinese nei territori occupati. Le prossime udienze saranno il 18, 25, 26 […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Riprendere la terra dalle macchine. Manifesto della cooperativa L’Atelier paysan

Da dieci anni la cooperativa l’Atelier Paysan, con sede nell’Isère, lavora per l’adozione diffusa di un’agroecologia contadina, con l’obiettivo di cambiare il modello agricolo e alimentare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Dagli inferi di Manchester agli inferi della banlieue

Un estratto da Cronache marsigliesi. Scorci di guerra civile in Francia di Emilio Quadrelli (MachinaLibro, 2025)

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Germania: esiste un “male minore”?

La Germania si avvia verso un nuovo governo di grosse koalition tra CDU-CSU e socialisti, tra i vincenti e gli sconfitti di questa tornata elettorale. AfD si afferma come secondo partito, ma non conquista abbastanza voti da rendere impraticabile un governo senza il partito di estrema destra. Le esternazioni di Musk ed il progetto MEGA […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Speculazione sul burro e altre storie del capitalismo globalizzato

Il capitalismo è una follia e la prova è data da un prodotto che tutti i bretoni amano: il burro. Il 28 dicembre, un articolo di Le Parisien ha raccontato di un biscottificio dell’Ile et Vilaine costretto ad acquistare burro dai Paesi Bassi, anche se prodotto a 90 chilometri dalla sua fabbrica… in Normandia! Tradotto […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione