InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gli abitanti di Jenin dopo l’assedio israeliano: “Non riusciranno a spezzare il nostro spirito”

Case, automobili e  strade distrutte  punteggiano il campo profughi di Jenin mentre Israele si ritira. Ma la sfida è ancora viva

Fonte:English version

Di Ayman Nobani – 5 luglio 2023

Immagine di copertina: Palestinesi  camminano tra le macerie davanti a un edificio nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania, un giorno dopo un’operazione militare israeliana che ha ucciso 10 palestinesi. (Ronaldo Schemidt/AFP/Getty Images)

Jenin, Cisgiordania occupata – Il braccio di Waled Rashed Mansour è blu, là dove un cane militare israeliano lo ha attaccato, il ricordo vivo come la ferita.

“Sono entrati in casa nostra, hanno fatto saltare le porte”, ha ricordato il 65enne, residente nel campo profughi di Jenin nella Cisgiordania occupata. “Mi hanno aizzato contro il loro cane. Il cane ha obbedito e mi ha assalito al petto.

“Loro” sono i militari israeliani, che mercoledì mattina hanno annunciato il ritiro dal campo dopo due giorni di intensi attacchi aerei e di terra in cui sono rimasti uccisi almeno 11 palestinesi e decine sono stati feriti.

Al termine del più grande assedio israeliano di Jenin degli ultimi vent’anni, sono emerse storie di traumi e devastazioni dal piccolo insediamento che ha ospitato tre generazioni di palestinesi, fuggiti dalla loro terra ancestrale durante la Nakba (catastrofe) del 1948.

Ma da parte dei residenti è anche evidente una ferma determinazione e una sfida rivolta a Israele e ai suoi alleati internazionali.

“Il messaggio al mondo e all’occupazione è che questo campo continuerà a funzionare”, ha detto il 56enne Ahmed Abu Hweileh, un residente del campo profughi. “Hanno cercato di distruggerlo, ma non ci riusciranno.”

I resti di una casa (in primo piano) distrutta durante l’assalto israeliano a Jenin [Ayman Nobani/Al Jazeera]

“Hanno punito il popolo”

L’assedio di due giorni ha coinvolto truppe israeliane, missili e attrezzature per il movimento terra, che sono state utilizzate per distruggere strade e altre infrastrutture civili.

Israele ha giustificato l’attacco come mirato a gruppi armati che operano a Jenin, diventato un simbolo di resistenza all’occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele.

Ma i residenti del campo hanno affermato che sono stati i civili, non i combattenti armati, a sopportare il peso maggiore dell’assalto israeliano.

Raed Jameel Mohammad Taleb, 39 anni, ha detto che i cecchini israeliani sono entrati nella sua casa lunedì e l’hanno usata come piattaforma da cui lanciare razzi. Taleb vive con la moglie, la madre e due figli.

Poi sono arrivati i trattori blindati e hanno raso al suolo tutto quanto lungo la  strada, inclusa l’auto di Taleb. “Usavo la  macchina per andare al lavoro tutti i giorni”, ha detto. “Non ci aspettavamo una distruzione di queste dimensioni”.

“L’obiettivo è distruggere”.

Martedì, verso il tramonto, le truppe israeliane hanno detto al 46enne Ayman Saadi e alla sua famiglia che dovevano  lasciare la loro abitazione perché i soldati volevano far saltare in aria una casa vicina.

Saadi ha sei figli, tra cui una figlia con bisogni speciali e un bambino di tre anni, entrambi portati in braccio mentre la famiglia fuggiva dalle violenze.

“Hanno ribaltato le macchine, l’intera area è distrutta”, ha detto.

Non è una coincidenza, secondo Hweileh.

“Hanno detto che sono venuti per gli uomini armati, ma invece hanno punito la gente”, ha detto.

Case messe sottosopra

Dopo che i soldati israeliani hanno finalmente strappato via il cane da Mansour, hanno raso al suolo la sua casa.

“Hanno  sfondato le porte”, ha detto Mansour. “Hanno messo sottosopra la mia casa. Continuavano a chiedere “Ci sono pistole?”

Per i residenti più anziani, l’assedio ha fatto rivivere i ricordi del 2002, quando Israele lanciò un enorme attacco durato giorni al campo di Jenin, uccidendo più di 50 palestinesi.

“Nel 2002 hanno distrutto metà del campo, molto più di oggi”, ricorda Mansour. “Ma quello che non ci aspettavamo è come hanno distrutto le strade con i trattori”.

Mohammad Obaid, 33 anni, ha detto che i soldati israeliani hanno anche distrutto un memoriale per i combattenti della resistenza uccisi vicino a casa sua.

“Li ha infastiditi così tanto – hanno cercato di rimuovere l’immagine (dei martiri sul memoriale) ma non ci sono riusciti”, ha detto.

Alcuni residenti ritengono che i militari israeliani abbiano preso di mira strade e altre infrastrutture pubbliche nella speranza che ciò induca i residenti del campo a fare pressione sui combattenti della resistenza affinché si arrendano.

“Ma questo non accadrà mai, nessuna persona farà pressione sulla resistenza, anche se distruggessero tutte le case”, ha detto Mansour.

“Una spina negli occhi”

Al contrario, hanno affermato i residenti, l’assedio di Israele non farà che incoraggiare la loro riluttanza a cedere di fronte all’aggressione.

“Stanno sfogando la loro rabbia sul campo”, ha detto Anaam Awwad, 48 anni. “Non sono in grado di distruggere la resistenza, o il nostro campo, o di spezzare il nostro spirito, o di farci paura”.

Hweileh ha detto che era la “generazione del 2002” che stava continuando la battaglia.

Nel frattempo, Obaid sta cercando di aprire la porta danneggiata di casa sua, dove è tornato mercoledì dopo che le truppe israeliane se ne sono andate. La porta non si apre, ma ha resistito  all’assalto.

Come, ha detto, avrebbe fatto la resistenza. “Inshallah, rimarremo una spina nel loro occhio”.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

cisgiordaniaisraeleJeninpalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La giudice federale impedisce a Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Chicago

Il pendolo tra guerra civile e guerra esterna negli Stati Uniti di Trump oscilla sempre più vorticosamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Afghanistan e Pakistan, combattimenti alla frontiera con decine di morti

Lungo il confine settentrionale tra Afghanistan e Pakistan si è registrata un’escalation significativa nelle ultime ore, con scontri armati che hanno coinvolto artiglieria pesante e aviazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti della Flotilla rinchiusi nella prigione di Ketziot

Israele trasferisce i volontari sequestrati della Freedom Flotilla alla prigione di Ketziot: cresce l’indignazione internazionale

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: il circo macronista continua

Non si cambia una squadra che perde.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Revolutionary block e The Hague for Palestine: esperienze di lotta al fianco della resistenza palestinese in Olanda

Il 5 ottobre 300.000 persone sono scese in piazza ad Amsterdam alle parole d’ordine di “fermare il genocidio”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ ufficiale il “cessate il fuoco” a Gaza

Il governo israeliano ha ratificato a tarda notte la prima parte del piano Trump con la dura opposizione dei ministri dell’ultra-destra Ben Gvir e Smotrich.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituita Dina Boluarte. Il Congresso ha approvato la destituzione presidenziale per «incapacità morale permanente»

Il Congresso del Perù ha destituito la presidente Dina Boluarte. Il Parlamento ha approvato la destituzione presidenziale per “incapacità morale permanente”, con 124 voti a favore e nessuno contrario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini con armi anticarro: orrore a Palermo al villaggio dell’Esercito

Bambini con armi in mano più grandi di loro, giri sui carri armati, mentre nel maxischermo vengono proiettate immagini di soldati in azione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato sull’operazione di polizia a Torino: tutt* liber* , Palestina libera!

Pubblichiamo il comunicato congiunto scritto da Torino per Gaza, Non Una di Meno Torino, Progetto Palestina e Giovani Palestinesi d’Italia in merito all’operazione di polizia di questa mattina a Torino. Sabato 11 ottobre si torna in piazza per una manifestazione cittadina alle ore 15 con partenza da piazza Castello.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupare per la Palestina: Se la scuola sta in silenzio, gli e le studentesse alzano la voce!

Ripubblichiamo questo contributo scritto e pubblicato da “Riscatto – Cronache dalla Pisa che non si rassegna!” in merito all’ondata di occupazioni nelle scuole in solidarietà alla Palestina che si sta verificando in queste settimane a Pisa e non solo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

DDL Gasparri, per imbavagliare la solidarietà alla Palestina

Il Decreto prevede pesanti ricadute su scuola e università.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aria frizzante. Un punto di vista dalla provincia sulla marea del «Blocchiamo tutto»

Riprendiamo questo ricco contributo di Kamo Modena, in attesa dell’incontro di questo weekend a partire dalla presentazione del documento «La lunga frattura»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Réflexions à chaud sur le mouvement « Bloquons tout »

Traduzione in francese dell’editoriale “Riflessioni a caldo sul movimento Blocchiamo tutto”. Il est presque impossible de dresser un bilan organique de ces journées incroyables. Le mouvement « Bloquons tout » a représenté une véritable rupture politique et sociale dans l’histoire italienne.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Anan Yaeesh in sciopero della fame

Riprendiamo il comunicato pubblicato dalla campagna Free Anan e ci uniamo alla solidarietà ad Anan Yaeesh.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Leonardo ammette l’export di armi in Israele e fa cadere la maschera del governo

Riprendiamo questo articolo di Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia apparso originariamente sulla rivista medesima e poi ripreso da osservatoriorepressione.