“I tedeschi non se ne fregano. Quindi sta a noi lottare!” Sulle lotte contro Volkswagen in Cina
Nelle ore del diciannovesimo congresso del PCC, di cui abbiamo tratteggiato i punti fondamentali negli scorsi giorni, pubblichiamo questo articolo di Ralf Ruckus, tratto da gongchao.org e tradotto da InfoAut. Il testo permette di allargare lo sguardo, oltre le questioni istituzionali e geopolitiche, alle relazioni tra capitale e lavoro nella Cina di oggi a partire dal caso dei lavoratori Volkswagen in lotta. Una lotta che va oltre il suo ambito specifico, di cui è utile parlare per fare comprendere la necessità di adottare uno sguardo transnazionale per l’analisi delle relazioni industriali e delle lotte sociali. Versione originale e note al testo qui.
I lavoratori temporanei della joint venture FAW-VW in Cina richiedono parità di retribuzione e vengono criminalizzati, mentre altrove si ergono le lotte dei lavoratori VW. I lavoratori FAW-VW impiegati tramite agenzie di lavoro temporaneo a Changchun, nella Cina nordorientale, hanno preso parte alla lotta per la parità di retribuzione sin dalla fine del 2016. FAW-VW è stata fondata nel 1991 come joint venture di proprietà dell’impresa statale cinese FAW e delle tedesche Volkswagen (VW) e Audi. A parte Changchun (Jilin), la joint-venture gestisce fabbriche a Chengdu (Sichuan), Dalian (Liaoning) e Foshan (Guangdong). Impiega più di 50.000 lavoratori e produce automobili e componenti auto.
Le lotte dei lavoratori temporanei alla FAW-VW di Changchun
I lavoratori temporanei, molti dei quali lavorano in FAW-VW da anni, chiedono che questa li assuma immediatamente come dipendenti diretti, cquhe venga riconosciuto quanto tempo abbiano lavorato e che siano compensati per la paga diseguale del passato. Essi fanno lo stesso lavoro ma guadagnano circa la metà di quello ottenuto dai lavoratori direttamente impiegati da FAW-VW (per esempio, 60.000 yuan contro 120.000 ogni anno) e non ricevono alcuna delle prestazioni destinate a questi ultimi. Nella loro dichiarazione, i lavoratori temporanei la chiamano una violazione della legge del contratto di lavoro in Cina, vale a dire dell’articolo 63 (pari retribuzione per pari lavoro) e dell’articolo 66 (i lavoratori tramite agenzia dovrebbero solo riempire “posizioni provvisorie, ausiliarie o sostitutive”). Inoltre, alcune delle agenzie sono direttamente legate a (e forse possedute da) FAW-VW, una violazione dell’articolo 67 del Diritto del Lavoro (le società non sono autorizzate a stabilire loro agenzie temporanee per l’impiego di lavoratori) . Inoltre, VW si è addirittura impegnata a pagare paghe uguali nella “Carta sul lavoro temporaneo per il gruppo Volkswagen”.
I nuovi regolamenti per i lavori tramite agenzia di lavoro temporaneo sono stati implementati in Cina nel 2013 come parte di modifiche alla legge sul contratto di lavoro, ma con un periodo transitorio di tre anni scaduto nel 2016. I lavoratori temporanei di FAW-VW erano a conoscenza di ciò e hanno agito di conseguenza. Hanno fatto le loro richieste attraverso l’unico sindacato ufficiale della Cina (ACFTU) nel novembre del 2016, ma sette sessioni di contrattazione collettiva con FAW-VW e agenzie hanno fallito. Quando i lavoratori hanno presentato una causa presso i tribunali locali, questo è stato respinto. Diverse dimostrazioni politiche tra febbraio e maggio di quest’anno non hanno portato a nessuna soluzione. Il 26 maggio 2017, i rappresentanti dei lavoratori Fu Tianbo, Wang Shuai e Ai Zhenyu sono stati arrestati con l’accusa di “radunare folle per attaccare l’ordine sociale”, un’accusa standard utilizzata dal regime del PCC per scongiurare i disordini sociali. Mentre Wang e Ai sono stati liberati subito dopo, Fu è stato ufficialmente accusato all’inizio di giugno e da quel momento è rimasto ai domiciliari.
I lavoratori che hanno sostenuto Fu hanno cercato di farlo uscire scrivendo lettere aperte alle autorità, per esempio in agosto presso l’Ufficio di Pubblica Sicurezza Locale (l’amministrazione della polizia responsabile della detenzione di Fu) e in settembre al Gruppo Centrale anti-corruzione per le Ispezioni sul Lavoro del Partito Comunista. Hanno anche scritto lettere al quartier generale tedesco di VW, al consiglio del lavoro tedesco e ad altri ancora per chiedere il loro intervento. Il 25 agosto due leader dei consigli del lavoro europei e globali di VW, membri del sindacato tedesco dei lavoratori metallici IG Metall, hanno inviato una lettera di risposta ai lavoratori in Cina dicendo che avrebbero “preso il caso molto seriamente”, chiedendo inoltre loro di riferire il caso a Volkswagen o alle autorità locali cinesi. In altre parole, chiedendo ai lavoratori temporanei in Cina di discutere con i loro avversari nella controversia sul lavoro, chiedendo sostegno a coloro che hanno arrestato un loro rappresentante. I lavoratori temporanei cinesi che hanno ricevuto la lettera di risposta dei consiglieri dei lavori tedeschi l’hanno postata online e hanno commentato in modo appropriato: “I tedeschi non se ne fregano. Quindi sta a noi lottare!”
L’apparente violazione di FAW-VW non solo del diritto del lavoro cinese, ma anche dello stesso impegno di VW per la parità di retribuzione è in linea con la pratica generale in Cina. Molte aziende cinesi e straniere aggirano apertamente la legge sul lavoro, ad esempio forzando i lavoratori allo straordinario e pagando meno del salario minimo ufficiale. Inoltre, la VW sembra continuare la sua tradizione di collaborazione con i regimi autoritari e con la loro repressione della resistenza sociale. La collaborazione di VW con la dittatura brasiliana negli anni ’70, la trasmissione di informazioni sull’orientamento politico dei lavoratori agli organi repressivi e la tolleranza dei successivi arresti, è stata una questione calda nei media tedeschi di questa estate.
Più mobilitazioni di lavoratori VW in Europa
Nel frattempo, in Europa, VW ha dovuto occuparsi di molte più mobilitazioni e scioperi dei lavoratori negli ultimi mesi. A giugno, i lavoratori di VW a Bratislava, in Slovacchia, hanno ottenuto un aumento del salario del 14,1% dopo aver effettuato il primo sciopero in quell’impianto dopo il crollo del regime socialista nel 1989.
All’inizio di agosto, dopo i conflitti seguiti alla decisione di VW di prolungare il lavoro nel fine settimana, i lavoratori dell’impianto VW a Poznań, in Polonia, hanno lasciato il sindacato Solidarność e istituito una nuova sezione autogestita all’interno del sindacato di base “Inicjatywa Pracownicza”. Dopo che VW ha licenziato diversi operai coinvolti in questi fatti per presunta diffamazione della società, 2.000 lavoratori hanno firmato una petizione per il loro reintegro all’inizio di settembre.
Alla fine di agosto, i lavoratori di VW a Palmela, vicino a Lisbona, in Portogallo, sono andati in sciopero – il primo sciopero della società in decenni- contro l’estensione del lavoro di fine settimana.
E alla fine di settembre, i lavoratori della controllata di VW Autovision a Emden e Osnabrück, Germania, hanno chiesto che VW li assuma direttamente. Avevano inizialmente lavorato per VW come lavoratori temporanei prima di essere stati assunti da Autovision, che funge da sorta di subappaltatore e li spedisce agli impianti VW.
Queste mobilitazioni e scioperi rappresentano una reazione all’uso discriminatorio del lavoro temporaneo da parte della VW e alla crescente pressione di lavoro nelle fabbriche di VW. Inoltre riflettono la domanda dei lavoratori dei paesi periferici di chiudere il divario salariale rispetto ai lavoratori VW in Germania.
Trasformazione industriale
Le mobilitazioni dei lavoratori hanno colpito VW – che è ancora in parte di proprietà e comunque largamente controllata dallo Stato tedesco – in un momento decisivo. Mentre VW è diventato (ancora) il più grande produttore mondiale di automobili nel 2016, lo scandalo delle emissioni di gas, cioè la violazione deliberata delle norme sull’inquinamento e le reazioni a catena che ne sono seguite minacciano di destabilizzare e indebolire la multinazionale. Al tempo stesso, l’apparente transizione verso le automobili elettriche costituisce una grande sfida, poiché la produzione di massa di automobili a benzina non può facilmente essere convertita nella produzione di automobili a batteria. Ora, lo scandalo sulle emissioni di gasolio potrebbe accelerare il (costoso) processo di trasformazione di VW, e i lavoratori saranno tenuti a pagare il prezzo – almeno, questo sembra essere il piano di gestione.
La Cina, come più grande mercato automobilistico (a benzina) e produttore a livello mondiale è una questione centrale nella trasformazione di VW. Il paese rappresenta il 41 per cento delle vendite di veicoli a livello globale di VW e il 49 per cento dei suoi profitti globali prima delle imposte, mentre la Cina è già il principale produttore e mercato di autovetture in generale, anche se questo “grande balzo in avanti” è altamente su spinta dello Stato cinese.
VW, così come Renault-Nissan, Ford e altri automobilisti mondiali, sta stabilendo nuove joint venture con aziende partner cinesi, per cominciare con la produzione di massa di autoveicoli elettrici. Questa è la terza ondata di creazione di tali joint ventures sulle auto dopo quella degli anni ’80 e quella che va dalla metà degli anni ’90 alla metà degli anni 2000. I tempi sono cambiati, però, con VW e gli altri che si trovano di fronte a una forte concorrenza da parte dei produttori di auto cinesi, in un momento in cui anche questi hanno cominciato ad espandersi globalmente.
Impatto delle lotte dei lavoratori in Cina
Se e come la trasformazione di VW (e di altri produttori di automobili) si esplicherà dipenderà anche dallo sviluppo delle lotte dei lavoratori ddel settore. La lotta degli operai FAW-VW a Changchun è l’ultimo esempio di militanza dei lavoratori del settore automobilistico in Cina, iniziata negli anni 1990 e 2000, che comprende sia quelli direttamente impiegati sia quelli tramite agenzie temporanee, e ha visto un primo picco durante l’ondata di sciopero nel 2010.
Nel frattempo, la trasformazione in corso dell’economia cinese – ristrutturazioni, trasferimenti, ‘aggiornamenti’ – sta interessando tutti i lavoratori. L’appiattimento del tasso di crescita economica fin dalla fine del primo decennio dei 2000 è stato seguito da un abbassamento del tasso di aumento dei salari. Tuttavia, le aspettative dei lavoratori sono ancora elevate, in quanto questi continuano a richiedere miglioramenti a fronte delle loro condizioni lavorative ancora complicate.
Dopo che gli scioperi e le altre lotte hanno avuto un grande successo nell’aumento dei salari e nel miglioramento delle condizioni negli anni 2000, queste sono state contrastate con più contro-pressioni da parte delle amministrazioni e dello Stato negli ultimi anni – risultato del rafforzamento del controllo politico e della repressione delle proteste sociali sotto la direzione del PCC intorno al presidente Xi Jinping, da quando è salito al potere nel 2012-13.
È in questo contesto che i lavoratori di agenzie di lavoro temporaneo alla FAW-VW di Changchun hanno affrontato l’ignoranza e la repressione congiunta di VW, dell’impresa cinese FAW, delle autorità del PCC e della polizia. La loro lotta è ancora in corso, ci saranno novità.
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