Ieri nuova giornata di cortei e repressione in tutta la Colombia
La polizia e gli antisommossa hanno fatto almeno 1 morto per uno sparo alla testa, 20 feriti e 8 arrestati.
Questo giovedì nella città colombiana di Cali hanno avuto luogo scontri tra manifestanti e la polizia che li reprimeva con furia, mentre continuano le mobilitazioni in molte città del paese.
I manifestanti della capitale del Valle del Cauca hanno bloccato varie strade, in particolare nella zona del Paso del Comercio, per fermare gli attacchi dello Squadrone Mobile Antisommossa (ESMAD), che ha cercato di disperdere la folla con il lancio di gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma i suoi sforzi nella maggioranza sono stati inutili.
Si riporta che gli attacchi della polizia abbiano fatto almeno 20 feriti e 8 detenuti. Al Paso del Comercio un giovane è morto dopo aver ricevuto durante la repressione poliziesca un proiettile in testa.
D’altra parte, nella Rete è apparso un video che mostra un autobus del servizio Mio incendiato nella strada 70, nel nord della città, che è servito da barricata di fronte agli assalti della polizia.
Secondo i media locali, anche nella città di Neiva, capitale del dipartimento del Huila, sono avvenuti attacchi della polizia contro i manifestanti, che hanno risposto con il lancio di pietre.
Anche in altre città, specialmente nella capitale Bogotá, ci sono state grandi manifestazioni e repressione. I manifestanti ripetevano costantemente in coro la parola d’ordine “Lo sciopero non si ferma”.
Si tratta della seconda giornata consecutiva di violente proteste convocate dai settori che non si vedono rappresentati dal Comitato dello Sciopero, che questo martedì ha annunciato una “interruzione temporanea delle mobilitazioni”.
Nonostante ciò, l’organizzazione ha aggiunto che questo non significa che “la mobilitazione si ferma”, giacché “continua ad esser attuale perché le cause sono le medesime”.
A Medellín, nonostante ciò, secondo Colombia Informa, le e i giovani continuano a marciare dicendo che il comitato dello sciopero non li rappresenta e che, pertanto, continueranno a nutrire la mobilitazione e la protesta sociale.
Il medesimo media ha informato che durante la repressione che si è vissuta oggi nella mobilitazione di Medellín, l’ESMAD ha attaccato in modo diretto i membri dell’APH tirando bombe stordenti e gas e, allo stesso modo, ha aggredito una fotografa indipendente.
Il 28 aprile in Colombia è iniziata un’ondata di mobilitazioni di massa alle quali si sono uniti diversi movimenti sociali e organizzazioni sindacali, studentesche e politiche, che sono state segnate dalle denunce per la selvaggia repressione degli agenti dell’ordine.
L’Istituto di Studi per lo Sviluppo e la Pace (Indepaz) contabilizza fino al 15 giugno più di 70 morti per la violenza omicida dello stato.
L’ELN nega la paternità dell’attentato al battaglione dell’Esercito colombiano
La guerriglia marxista colombiana Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) giovedì ha detto di non essere responsabile dell’attentato con un’auto bomba avvenuto il 15 giugno contro la 30 Brigata dell’Esercito nella città di Cúcuta (nordest), che ha fatto 36 feriti.
Secondo vari analisti si tratterebbe in realtà di un autoattentato, provocato da qualche agenzia statale, per sviare l’attenzione dalle proteste che in Colombia non finiscono e per rafforzare l’idea che coloro che resistono alla repressione sono terroristi.
“Ci permettiamo di informarvi che nessuna struttura dell’Esercito di Liberazione Nazionale ha a che vedere con l’attacco che è avvenuto martedì 15 giugno nella 30 Brigata, nella città di Cúcuta”, dice un uomo con il viso coperto, la voce distorta e con le insegne dell’ELN in un video diffuso nel sito di Guerrilla Comunicacional.
18/06/2021
La Haine
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