In Catalogna si riaccende la piazza: mobilitazioni e scontri a un anno dall’1-0
Il fine settimana appena trascorso è stato animato e turbolento e ha rivisto le piazze catalane riempirsi di migliaia di persone e bandiere stellate, tanto odiate dalla monarchia borbonica e i funzionari di Madrid.
Un sentimento di astio verso la causa indipendentista, che ha vissuto in un anno alternarsi exploits e involuzioni continue, sublimato dalla contestata decisione del Parlamento catalano di autorizzare la provocatoria marcia promossa dal sindacato di Polizia spagnola Jusipol, in cui sono confluite organizzazioni dell’estrema destra spagnola, a partire da Vox. Una piazza peraltro non accettata da altri sindacati di Polizia, che hanno preferito defilarsi da tensioni e polemiche.
Un affronto inaccettabile per la base indipendentista catalana, che mal ha digerito l’accondiscendenza del President Quim Torra e di Miquel Buch, attuale ministro degli Interni di Madrid e di origine catalana. La chiamata alla mobilitazione ha fatto desistere per ragioni di ordine pubblico ad acconsentire il percorso per le forze di polizia fino alla storica Piazza San Jaume, mentre già dal venerdì sera questa veniva presidiata da attivisti catalani che vi hanno montato tende, per poi riversarsi nella mattinata e riempirla.
Il percorso delle forze di Polizia e nazionaliste spagnole era stato invece acconsentito fino alla vicina Via Laietana, dove si trova il Commissariato, e laddove suppostamente il sindacato Jusipol avrebbe presentato le sue lamentele per i tagli al corpo. Una motivazione non credibile, per una manifestazione che appunto precedeva il primo anniversario dell’1-0 che ha rappresentato un momento di scontro indelebile agli occhi della stragrande maggioranza della popolazione catalana.
Manifestazione di Polizia avallata e spinta dal gotha catalano di Ciudadanos, alla ricerca di nuovi consensi in vista delle delicate elezioni municipali barcellonesi del 2019.
Che la tensione potesse salire non era difficile da pronosticare; di fatto la piazza indipendentista ha cercato di avvicinarsi e ricacciare i gruppi dell’estrema destra accorsi da tutta la Spagna. I Mossos in più occasioni si sono schierati per evitare il contatto e in due occasioni ci sono state cariche, che hanno causate diversi feriti e sette fermi, e alle quali la piazza ha risposto prontamente. La seconda carica era stata preceduta da un tentativo di forzare il cordone dei reparti antisommossa catalani, con il lancio di migliaia di Holi, palloncini colorati usati solitamente nelle festività indiane, pieni di vernice e farina, all’indirizzo delle forze dell’ordine. Dopo la carica, i manifestanti riescono a rompere il dispositivo dei Mossos e ad arrivare a scontrarsi con un gruppo di unionisti. La giornata ha segnato dunque un rilancio delle mobilitazioni dal basso, lette anche in chiave antifascista e di critica stessa all’accondiscendenza e ai tentativi di mediazione delle élites governative catalane.
Già nei giorni precedenti, molte testate filo-indipendentiste di grande respiro in Catalogna, nella discussione riguardo la celebrazione dell’1-0, hanno sferzato critiche all’operato del blocco “sovranista”, incapace e demotivato nell’alzare il livello della posta in palio, con un referendum concordato che non arriva e un obiettivo, l’indipendenza, che non pare essere contemplato nemmeno negli orizzonti discorsivi (fatta eccezione per la CUP).
Così, l’interrogativo pressante di editorialisti e base indipendentista si è indirizzato nel cercare di ripartire dal basso, e far sentire nuovamente una forte pressione all’indomani del forte segnale dato dalla giornata dell’11-S, la “Diada catalana”, che ha visto un milione di persone scendere in strada nella sola Barcellona.
Peraltro il movimento indipendentista è ben memore del riflusso del Post-15M, e in molti difatti hanno paragonato lo stallo istituzionale del Govern catalano alla normalizzazione avvenuta tramite Podemos per quanto riguarda la critica complessiva all’assetto costituizionale spagnolo.
Un pericolo che in molti vogliono scongiurare riprendendo appunto ad agitare le piazze e accrescere il volume di mobilitazione e rivendicazioni.
Così si è giunti a questo primo ottobre con i Comitati di Difesa della Repubblica che hanno lanciato blocchi di piazze, autostrade, ferrovie in tutto il Paese catalano, sin dal primo mattino, riprendendo la modalità di sciopero vista mesi addietro, a partire dall’agitazione dentro l’Università e arrivando alla paralisi dei caselli al confine franco-spagnolo.
La giornata si preannuncia lunga e intensa. La sensazione è che in Catalogna non si voglia tanto celebrare, quanto agire e destabilizzare. Soprattutto quando da Madrid si sente un Sanchez parlare di fake news riguardo alle fortissime immagini di brutalità poliziesca di un anno fa, al pari del suo predecessore Rajoy..
Proprio in questi istanti, attorno alle 14 cariche di alleggerimento dei Mossos nelle vie del centro per disperdere migliaia di studenti in strada che avevano reagito a delle provocazioni fasciste.
La piazza, inizialmente disorientata, si è ricompattata e i vari blindati dei corpi di polizia catalani si sono allontanati.
Nella mattinata blocco persistente davanti alla Borsa di Barcellona, chiusa per oltre un’ora. Anche qui sono intervenuti i Mossos per disperdere la folla
Seguiranno aggiornamenti.
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.