InfoAut
Immagine di copertina per il post

Kurdistan: si intensificano su tutti i fronti gli attacchi degli stati-nazione contro la rivoluzione confederale

Sebbene il movimento rivoluzionario per la libertà attivo in Kurdistan sia costantemente sotto la minaccia non soltanto della Turchia, ma di tutti gli stati-nazione capitalisti dell’area, i movimenti di truppe che negli ultimi giorni si stanno verificando su tutti i lati di questo accerchiamento, uniti all’intensificarsi, di settimana in settimana, degli attacchi, su più fronti, fanno temere un’ulteriore escalation e devono essere seguiti con attenzione per diversi motivi.

In questo servizio, curato da Michele della nostra redazione, un punto della situazione. Ascolta o scarica.

Nel testo di seguito una ricostruzione scritta degli avvenimenti riportati nel servizio:

Innanzitutto, nelle scorse settimane le bande jihadiste sostenute da Ankara hanno dato il via a una serie di attacchi e incursioni nel territorio di Manbij, città a maggioranza araba che è entrata a far parte dell’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est nel 2016, dopo la guerra di liberazione contro lo Stato Islamico, che proprio qui ha visto le Ypg-Ypj impegnate in una delle battaglie più dure. Da allora Manbij è una delle città più nominate dal presidente turco Erdogan e dai suoi ministri nelle continue minacce di invasione su larga scala della Siria nord-orientale. Dall’estate scorsa, quando Ankara ha annunciato una nuova guerra di invasione che al momento non è mai iniziata, e ancor di più dallo scorso autunno, con l’operazione “Spada e artiglio”, è uno dei territori maggiormente presi di mira dal fuoco dell’artiglieria e dagli attacchi dei droni turchi. Proprio a Manbij, venerdì scorso, uno di questi droni ha colpito un’automobile uccidendo tre combattenti delle Unità di protezione delle donne, le Ypj.

Sempre nelle scorse settimane, il territorio di un’altra città araba della Siria del nord-est, Deir-ez-zor, è stato attaccato da altre milizie, in questo caso sostenute dal regime siriano di Bashar al-Assad. Questa provincia, infatti, si trova nella parte meridionale dell’Amministrazione autonoma e confina con la parte di Siria ancora sotto il controllo di Damasco.

Il regime siriano, la Turchia e le milizie tentano di collocare questi scontri a fuoco nella cornice di una presunta ribellione araba contro l’Amministrazione autonoma e la rivoluzione confederale. Una narrazione subito smentita dal copresidente del Pyd (Partito dell’Unione Democratica), Salih Muslim, il quale ha spiegato che si tratta di milizie formate dai clan familiari i quali, ha ricordato, non sono organizzazioni politiche e non si muovono per obiettivi politici o per la società, bensì per i propri interessi e profitti.

In entrambi i casi, le Forze Siriane Democratiche, la coalizione militare espressione della rivoluzione confederale, guidata da Ypg e Ypj ma che comprende anche diversi battaglioni locali di differenti connotazioni culturali e linguistiche, hanno risposto agli assalti. A Manbij i tentativi proseguono ma senza successo. Le Sdf hanno riferito di molte perdite e feriti tra le fila nemiche, cioè delle milizie filo-turche, ma anche di alcuni compagni caduti martiri nelle operazioni di difesa. Per quanto riguarda Deir-ez-zor, invece, la situazione è tornata velocemente sotto il controllo delle Forze Siriane Democratiche.

In questo contesto, venerdì della settimana scorsa sono stati segnalati significativi spostamenti di truppe nei territori della Siria settentrionale occupati dall’esercito turco e dalle bande jihadiste sue alleate. Carri armati turchi sono stati avvistati al checkpoint di Kafr Jannah, sulla strada tra Afrin e Azaz, nel nord della città di Aleppo. La stessa area, in quelle ore, era stata sorvolata anche da elicotteri dell’esercito turco.

Sempre venerdì 15 settembre, 200 mezzi militari dei Peshmerga – l’esercito del Governo regionale del Kurdistan iracheno guidato dal regime conservatore e filo-turco della famiglia Barzani – si sono diretti verso le montagne del nord-Iraq, attaccando postazioni delle Hpg, la guerriglia del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, a Sidekan. Si tratta dell’ennesima conferma della collaborazione totale che il Kdp, il Partito democratico del Kurdistan, del clan Barzani, offre al regime turco di Erdogan, consentendo all’esercito e ai servizi segreti di Ankara qualsiasi tipo di manovra in territorio iracheno al fine, tra l’altro, di attaccare altri curdi. In questo caso, però, sono stati direttamente i Peshmerga ad attaccare le forze del movimento di liberazione curdo.

Il tutto mentre nel Kurdistan orientale, il Rojhilat, all’interno dei confini dell’Iran – già militarizzato e in stato di assedio per le mobilitazioni in occasione dell’anniversario dell’uccisione della giovane curdo-iraniana Jina Amini – le forze militari e paramilitari dei Pasdaran hanno spostato molti uomini e mezzi verso il confine con l’Iraq e il Kurdistan iracheno, dopo aver intimato ai gruppi armati curdi di deporre le armi. Tra questi gruppi c’è il Pjak, il Partito per la vita libera in Kurdistan, che fa parte del Congresso nazionale del Kurdistan e fa quindi riferimento al modello sociale del confederalismo democratico, il quale ha rispedito l’ultimatum al mittente.

Nel fine settimana, poi, altri attacchi turchi, condotti sempre con l’utilizzo di droni, hanno colpito la città ezida di Sengal, nel nord dell’Iraq, uccidendo tre combattenti delle YBS, le Unità di resistenza dell’autogoverno ezida, e un’automobile sulla strada tra le città di Qamislo e Amude, nella Siria del nord-est, uccidendo due compagni. Dopo quest’ultimo attacco in Rojava, aerei turchi da ricognizione hanno bersagliato le persone che sono accorse sul posto per soccorrere i feriti.

Questa settimana, invece, si è aperta con un attacco di droni che ha colpito l’Erbet Agricultural airport di Sulaymaniyah, città del Kurdistan iracheno controllata dal secondo partito della regione: il Puk, che fa riferimento alla famiglia Talabani. Nell’attacco sono rimasti uccisi 3 membri delle forze anti-terrorismo dei Peshmerga comandati dai Talabani, che talvolta in Siria partecipano a operazioni congiunte con le Sdf nell’ambito della Coalizione internazionale anti-Isis. Il ministero degli Esteri turco, pur senza rivendicare l’attacco, ha tenuto a precisare che nell’aeroporto erano in corso esercitazioni militari congiunte tra membri dell’anti-terrorismo curdo-iracheni e combattenti delle Ypg-Ypj siriane.

Sempre nella giornata di lunedì, poi, Deniz Cevdet, rappresentante del Congresso Nazionale del Kurdistan, è stato assassinato nell’ufficio di Erbil. Si tratta dell’ennesima, infame, conferma della totale libertà di manovra di cui la Turchia gode nel Kurdistan iracheno e in particolare nell’area controllata dal clan Barzani, complice e alleato di Erdogan.

Nella giornata di mercoledì 20 settembre, infine, sono stati segnalati scontri a fuoco tra soldati governativi del regime siriano e la milizia paramilitare chiamata “Forze di difesa nazionale”, che risponde sempre ad Assad. Il conflitto è avvenuto nell’unico quartiere di Hasake – città araba dell’Amministrazione della Siria del nord-est – controllato da Damasco. Abdulkader Hamo, uno dei leader di questo gruppo paramilitare, avrebbe dichiarato di non voler più rispondere agli ordini del governo siriano. Le Forze Siriane Democratiche, che controllano il resto della città, hanno circondato il quartiere teatro degli scontri e stanno aiutando la popolazione civile a evacuare e mettersi in salvo. Ci sarebbero comunque già diversi civili rimasti feriti a causa di questi combattimenti.

Tutti gli stati-nazione che stanno attaccando il movimento di liberazione curdo hanno interessi diversi sull’area. Di certo, però, hanno un nemico comune: la rivoluzione confederale fondata sui princìpi della democrazia radicale, della convivenza pacifica tra i popoli, dell’autonomia delle donne e dell’ecologia sociale. Negli scorsi mesi, infatti, Turchia, Siria e Iran, coordinati dalla Russia, sono tornati a incontrarsi e parlare, in una sorta di riedizione dei colloqui di Astana sulla crisi siriana. Per questo compagne e compagni già la scorsa settimana avevano segnalato il rischio, concreto, di un attacco coordinato alle esperienze rivoluzionarie di autogoverno in Kurdistan.

Anche la recente offensiva dell’Azerbaigian in Nagorno-Karabakh, inoltre, ha reso ancor più evidente lo sviluppo delle relazioni diplomatiche tra la Turchia di Erdogan e la Russia di Putin, sempre più intense dall’inizio della guerra di invasione russa in Ucraina. La mancata reazione delle forze russe, storiche protettrici e alleate dell’Armenia, rivela, tra le altre cose, un crescente appoggio e via libera di Mosca alle mire neo-ottomane del regime Akp-Mhp di Ankara, che vede nei territori armeni uno dei molti obiettivi di espansione e conquista.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

iraniraqkurdistanRojavaturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele

I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militari israeliani in “libera uscita” in Italia

Stress da genocidio? Se vuoi rilassarti vieni nel Bel Paese! Non è uno slogan pubblicitario di un mondo distopico, ma potremmo rappresentarcela così l’offerta, comprensiva di relax,  tour turistici alle bellezze naturalistiche e culturali delle Marche, di cui ha usufruito a fine 2024 un gruppo di giovani militari israeliani in “libera uscita”, ma pur sempre scortati e protetti dalla DIGOS per garantirne la massima riservatezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

El Salvador: Sei anni di Bukele con poteri ampliati, stato d’emergenza e detenzione degli oppositori

La deriva autoritaria del presidente di El Salvador.

Bukele celebra il suo sesto anno di mandato e il primo dalla sua controversa rielezione, sostenendosi su un regime d’emergenza che accumula denunce per violazioni dei diritti umani e la persecuzione delle voci critiche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Catania: salpata la nave umanitaria della Freedom Flotilla “per rompere l’assedio di Gaza”

In circa una settimana di navigazione, l’imbarcazione umanitaria Madleen della Freedom Flotilla dovrebbe raggiungere le acque basse della Striscia di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jatevenne! A Napoli corteo contro la Nato.

Ieri, 27 maggio, nelle strade di Napoli un corteo di un migliaio di persone ha sfilato contro la presenza del summit NATO sulla sicurezza nel mediterraneo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pkk annunciato lo scioglimento della struttura organizzativa e la fine della lotta armata

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato di avere tenuto a inizio maggio il 12/mo congresso, che ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People’s Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni

Riprendiamo da RadioBlackout: Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l’obiettivo di creare […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Malpensa: bloccati i check-in di Turkish Airlines in solidarietà con il Rojava. Violenze contro i manifestanti

Ieri mattina, 9 gennaio 2025, in risposta ai continui attacchi della Turchia alla Amministrazione Autonoma Democratica del Nord Est della Siria (Rojava, DAANES), molti giovani hanno bloccano il check-in del volo a Milano Malpensa.