InfoAut
Immagine di copertina per il post

La Nato fa strage di innocenti

In Italia, si torna a parlare della guerra in Afghanistan. Incredibilmente perfino nei palazzi romani della politica. Dove le acque si fanno agitate per la mozione che i rappresentanti del M5S stanno per presentare sul ritiro accelerato dei nostri soldati, che potrebbe trovare d’accordo anche il partito di Nichi Vendola, tenendo conto del fatto che per Sel il ritiro delle truppe del contingente italiano della Nato da questo scenario di guerra è un imoegno di lunga data.

E mentre a Roma si ragiona sul senso (o sull’insensatezza) della nostra partecipazione alla missione Isaf-Nato, con l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini che si premura di ricordarci i doveri del nostro atlantismo «senza se e senza ma», in Afghanistan si continua a morire.

Sabato sera è toccato a undici bambini, con un’età compresa da uno a dodici anni. Sono stati uccisi nel distretto di Shigal, nella provincia orientale del Kunar. Più precisamente, in una valle che si chiama Shultan, a 30 km dal capoluogo provinciale Asadabad e a due passi dal confine pachistano.

Un’area strategica

Un’area di importanza strategica, perché crocevia di merci, armi e denari, uomini e ideologie, dal Pakistan all’Afghanistan e viceversa. Lì si combatte da anni. Spesso ferocemente. Come accaduto sabato, quando i soldati stranieri e le forze speciali afghane hanno ingaggiato una battaglia contro alcuni Talebani, puntando all’uccisione di un paio di pezzi grossi delle file anti-governative. Secondo quanto riferito dai locali alla Bbc e all’agenzia afghana Pajhwok, gli scontri sul terreno sono durati ore. Poi sono arrivati i rinforzi aerei, chiamati dalle «forze della coalizione».

Sotto le bombe, oltre a una decina di talebani, sono rimasti gli undici bambini e sei donne ferite. Le immagini dei cadaveri dei bambini hanno fatto il giro dei notiziari televisivi afghani, dei siti internet, di facebook. E hanno alimentato un’indignazione generalizzata. Il presidente afghani Hamid Karzai – sostenuto dalle truppe della Nato – si è unito al coro di sdegno, condannando l’uccisione dei civili ma criticando anche i Talebani per l’uso dei civili come «scudi umani». Su questo, le versioni ancora non sono chiare. Chiara è invece la morte dei piccoli. E la facilità con cui nella provincia di Kunar si muore per mano degli stranieri, vale a dire delle truppe atlantiche.

Le tante condanne dell’Onu

Nello stesso distretto, infatti, il 13 febbraio i bombardamenti della Nato avevano causato la morte di 10 civili, tra cui 5 bambini. Karzai allora aveva emanato un decreto con cui stabiliva il divieto dei bombardamenti aerei nelle aree civili. La tragedia di sabato dimostra che quel decreto è rimasto lettera morta. E conferma quanto denunciato a inizio febbraio in un rapporto del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini. Nel corso degli ultimo quattro anni – recitava quel rapporto – in Afghanistan centinaia di bambini sono stati uccisi «come risultato di attacchi e di bombardamenti aerei dalle forze militari statunitensi», a causa «della mancanza di adeguate misure precauzionali e dell’uso indiscriminato della forza». I portavoce delle forze Isaf risposero piccati, rigettarono come «totalmente infondate» e «false» le accuse loro rivolte e ribadirono che «la protezione del popolo afghano è al centro della missione Isaf».

L’ambiguo sdegno del presidente

Il presidente Karzai ne approfittò per criticare gli eserciti stranieri, pur di guadagnare qualche spicciolo di consenso perché ormai è radicata ovunque la protesta della popolazione afghana contro gli effetti dei raid della Nato. Oggi gli americani e i loro partner si ritrovano, come allora, a dover negare l’innegabile: che la guerra vuol dire morte, soprattutto per i civili, compresi i bambini indifesi. Anche Karzai si ritrova a dover negare l’innegabile: il fatto che, pur essendo il presidente della Repubblica islamica d’Afghanistan, non ha sovranità in casa sua.

Mentre i parlamentari italiani che voteranno contro il ritiro accelerato dei nostri soldati – speriamo al più presto -, dovranno spiegare ai loro elettori l’inspiegabile: il senso della missione militare e i risultati ottenuti in Afghanistan.

Giuliano Battiston

da IlManifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

afghanistannatotalebani

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la stazione di Pisa in sostegno alla Global Sumud Flottila

Riprendiamo i comunicati di Studentx per la Palestina – Pisa sull’iniziativa svoltasi ieri in solidarietà alla partenza della Global Sumud Flottila che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e l’occupazione dei binari della stazione di Pisa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flottilla: a Catania in migliaia in corteo. In Palestina il genocidio prosegue

Ieri sera in 15mila a Catania e oltre un migliaio a Siracusa, per augurare “buon vento” alla Global Sumud Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La solidarietà con la Palestina blocca la Vuelta a Bilbao

Ieri 3 settembre, dopo giorni di proteste contro la partecipazione della squadra israeliana alla Vuelta, in varie località, la mobilitazione a Bilbao su appello dell’Iniziativa Gernika-Palestina è stata tale da obbligare gli organizzatori ad annullare i risultati della tappa..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No alla fiera militare-navale SeaFuture 2025 a La Spezia

Ripubblichiamo il comunicato stampa di Riconvertiamo SeaFuture e del Coordinamento Restiamo Umani di La Spezia che ha lanciato una manifestazione il 27 settembre in occasione della fiera navale – militare “SeaFuture”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Piemonte è nato il Coordinamento Regionale per la Palestina!

Ripubblichiamo di seguito la piattaforma lanciata da Torino per Gaza e da molte altre realtà che dà avvio al progetto di Coordinamento Regionale piemontese per la Palestina e che chiama a due appuntamenti per le prossime settimane: sono previste iniziative diffuse sul territorio piemontese il 13 settembre e una grande manifestazione regionale a Torino il 20 settembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Killers are not welcome: Tel Aviv – Olbia: soldati in vacanza, bambini sotto le macerie

Ripubblichiamo il comunicato uscito in seguito all’iniziativa tenutasi all’aeroporto di Olbia ieri durante la quale moltissime persone hanno preso parte a un’iniziativa in solidarietà alla Palestina con l’obiettivo di bloccare l’arrivo dei voli di provenienza Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: dal porto di Genova al Lido di Venezia, decine di migliaia di persone in piazza contro il genocidio

Molte decine di migliaia (almeno 50mila) di persone, sabato 30 agosto, hanno partecipato a Genova alla fiaccolata per la Palestina, organizzata per salutare le imbarcazioni in partenza domenica 31 agosto dal porto ligure per prendere parte alla “Global Sumud Flotilla”. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

10 SETTEMBRE: BLOCCARE TUTTO E PRENDERE BENE LA MIRA. UN CONTRIBUTO DAI SOULEVEMENTS DE LA TERRE

I Soulèvements de la terre contribuiranno a «bloccare tutto» contro il piano Bayrou a partire dal 10 settembre. Numerosi comitati locali e i granai dei Soulèvements de la terre hanno iniziato a mettere a disposizione i loro mezzi materiali, reti e savoir-faire. Dedichiamo alla discussione portata avanti all’interno del movimento che si annuncia, qualche riflessione […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: manifestanti attaccano la carovana elettorale di Javier Milei

Il presidente partecipava a un comizio elettorale nella località di Buenos Aires situata nella terza sezione elettorale dopo lo scandalo che ha scosso il governo per presunti fatti di tangenti e corruzione nell’acquisto di medicinali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezia: sabato 30 agosto corteo per lo stop al genocidio a Gaza

Stop al genocidio, stop alle collaborazioni e alla vendita di armi a Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il laboratorio della guerra. Tracce per un’inchiesta sull’università dentro la «fabbrica della guerra» di Modena

Riprendiamo questo interessante lavoro d’inchiesta pubblicato originariamente da Kamo Modena sul rapporto tra università e guerra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militarizzazione: la Sicilia sempre più al centro degli interessi bellici di Stati Uniti e NATO

La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Italia le prove NATO di guerra nucleare, chimica e batteriologica

Escalation bellica planetaria ed i reparti d’élite della NATO si addestrano in Lazio alla guerra nucleare, chimica a batteriologica. A fine giugno si è conclusa l’esercitazione multinazionale “Black Poison 2025”, una complessa attività addestrativa condotta dalla Combined Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defence Task Force (CJ-CBRND-TF) della NATO, dal 1° gennaio di quest’anno sotto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missioni militari 2025. Carta bianca per la guerra

“Sono attualmente in corso 39 missioni e operazioni internazionali, per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità, e un onere finanziario complessivo che ammonta a 1,48 miliardi, divisi tra 980 milioni per il 2025 e 500 milioni per il 2026”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sulla morte di Papa Francesco

In un mondo in cui comanda la prevaricazione e l’ipocrisia la morte di Papa Francesco segna un passaggio politico della nostra storia.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale

“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.