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L’eroica resistenza di Hebun Sinya comandante delle YPJ

Nella registrazione video la comandate delle YPJ Hebun Sinya afferma quanto segue:

“Nella lotta di resistenza per la dignità dell’umanità a Kobane noi donne abbiamo mostrato ancora una volta all’opinione pubblica mondiale che possiamo prendere il nostro posto di combattimento in ogni ambito della vita. Soprattutto la personalità di Arin Mirkan ha mostrato nuovamente la forza della donna”.

Le YPG hanno inoltre dichiarato che la comande delle YPJ Hebun Sinya ha svolto un ruolo importante nella lotta contro IS e hanno inoltre affermato quanto segue: “Era una coraggiosa avanguardia, che con la sua eroica resistenza suscitava paura nei nemici e che ha lasciato coraggio forza nei suoi compagni di strada. Noi, le YPG, ci inchiniamo nuovamente con grande rispetto davanti alla resistenza di tutti compagni e di tutte le compagne caduti e con questo rinnoviamo la nostra promessa di combattere e di vincere per l‘umanità.”

La comandante delle YPJ Hebun Sinya, il cui vero nome è Medya Murad, era originaria di Derik/Rojava e ha perso la vita il 30.01.2015 durante la liberazione di Kobane.

HEBUN DERIK – MEDYA MURAD

Traduzione del video

La resistenza di Kobanê è una resistenza della dignità. Noi donne ancora una volta abbiamo mostrato a tutti coloro che hanno opinioni retrograde rispetto alla donna, che non hanno fiducia nella donna, che imprigionano le donne a un livello inferiore, che non riconoscono la volontà che la donna ha raggiunto, che le donne sono avanguardie della società.

Ancora una volta la resistenza della dignità ha mostrato chiaramente che la donna può assumere un ruolo in ogni ambito della lotta. La storia lo ha dimostrato ancora una volta all’umanità in modo chiaro, in particolare nella personalità della nostra amica Arîn Mîrkan come avanguardia della coscienza militante, e ancora una volta è diventato chiaro rispetto per quanto riguarda la donna.

Quando ad esempio diciamo che le amiche hanno un approccio molto legato ai sentimenti – senza dubbio il nostro legame amicale è di natura molto particolare. Oggi viviamo insieme – e c’è la guerra – una persone come ad esempio l’amica Arîn ci lascerà, andrà via da noi. Così è, ma c’è un determinato modo di affrontarlo: la sua arma non deve rimanere a terra! Lo diciamo così: lei aveva un desiderio e il nemico non le ha permesso soddisfarlo, quindi sarò io a metterlo in pratica!

In ogni nostra amica c’è questo sentimento, anche io proprio ora vivo con questo pensiero: diciamo già che una vita c’è, allora che vita dovrebbe essere? Naturalmente per questo ci sono migliaia di esempi di nostre amiche. Da ultimo con la sua azione piena di abnegazione, che sacrificato il suo corpo, l’amica Arîn è una di loro. La considero un modello, è questo che voglio dire. Che possiamo realizzare questo. Noi diciamo: se una morte deve esserci, dovremmo lasciare qualcosa, lasciare una cultura della vita.

da ReteKurdistan

 

 

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