InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libano: tra consultazioni governative e sciopero generale

||||

Dopo quasi quattro mesi dall’inizio delle proteste, il nuovo governo guidato dal Primo Ministro Hassan Diab è pronto a chiedere il voto di fiducia, previsto tra martedì 11 e mercoledì 12 febbraio. Il neonato esecutivo, costituito da 20 ministri e caratterizzato dall’alleanza dei due partiti sciiti dominanti – Hezbollah e Amal – con il Free Patriotic Movement di Gebran Bassil (storico partito cristiano maronita fondato dall’attuale Capo dello Stato Michel Aoun) è stato da subito rigettato dai manifestanti che si dicono pronti a bloccare le sedute parlamentari attese nei prossimi giorni.

Dopo circa tre mesi di manifestazioni e blocchi stradali che hanno attraversato il paese dei cedri da nord a sud, a metà gennaio si è registrata un’escalation di violenza nel corso di alcuni sit-in organizzati davanti al palazzo del governo in quella che è stata definita “The Week of Anger” (“La settimana della rabbia”) nel corso della quale sono state sanzionate anche diverse banche, simboli eloquenti della crisi economico-finanziaria in cui vessa il paese (non a caso, infatti, uno degli slogan più ripetuti è proprio “al-sha3b yurid ysqat nizam al-masraf”, “il popolo vuole la caduta del governo delle banche”). Nonostante le intimidazioni e la repressione registrata da parte dei reparti delle forze di sicurezza nazionale, i cittadini libanesi sembrano determinati a continuare le proteste fino a quando le loro richieste non saranno ascoltate e inserite nel programma di governo, che per adesso guarda ben oltre a quelli che sono i bisogni primari della popolazione. I cori e gli slogan contro il settarismo, il sistema delle banche e la corruzione non hanno infatti trovato riscontro nell’esecutivo attuale, prima di tutto per quel che riguarda la riproduzione del modello settario nella divisione delle quote parlamentari e, successivamente, nella mancata nomina di un governo tecnico e al di fuori delle dinamiche corrotte ormai note ai più anche al di fuori del Libano.

IMG 20191026 174057

Una delle sfide principali in questo momento riguarda l’approvazione del nuovo budget per l’anno 2020 e l’elaborazione di un Rescue Plan finalizzato a far uscire il paese dalla peggiore crisi economico-finanziaria degli ultimi decenni, progetti che sono stati discussi nelle scorse settimane e già pesantemente criticati dai manifestanti antigovernativi che ne denunciano la lontananza dalle priorità e dai bisogni attuali della popolazione. Dall’altro lato, l’approvazione e implementazione di alcune riforme fondamentali riguardanti il sistema educativo, sanitario ed energetico (elettricità in primis) sono state discusse negli scorsi giorni con il direttore regionale della Banca Mondiale Saroj Kumar Jha ma rischiano di rimanere un miraggio lontano strettamente connesso allo stanziamento di fondi esteri.

La città di Tripoli continua a rappresentare il cuore delle proteste di questi mesi: la scorsa settimana, per la prima volta, diversi autobus di manifestanti sono partiti da Beirut e da altre zone del paese per raggiungere la seconda città più grande del Libano in occasione di una marcia antigovernativa e mostrare ancora una volta l’unità della popolazione nel chiedere un effettivo cambiamento politico. Il centro di Beirut rimane militarizzato dalle Forze di Sicurezza che nelle scorse settimane hanno ulteriormente circondato l’area antistante il Parlamento con jersey e veri e propri muri di cemento accerchiando, di fatto, l’intera piazza e precludendo il passaggio di macchine e pedoni. Moltissime tende sono ancora presenti tra piazza dei Martiri e piazza Ryad el Soleh e, quotidianamente, diverse centinaia di manifestanti vi si ritrovano per portare avanti delle “battiture” rumorose lungo le recinzioni di metallo e scandire slogan contro l’occupazione militare dello spazio pubblico.

IMG 20200205 171849

Uno sciopero generale è stato chiamato per la giornata di martedì 11 febbraio, primo giorno di consultazioni governative e diversi appelli circolano in rete chiamando a raccolta studenti e lavoratori per bloccare, fin dal mattino presto, ogni via d’accesso ai palazzi governativi. Allo stesso modo, il presidente Aoun ha riunito venerdì il Conseil supérieur de défense per discutere le misure di sicurezza da adottare in vista delle contestazioni della settimana. Se il neo-governo di Hassan Diab dovesse ottenere la fiducia – cosa altamente probabile data la maggioranza data dai voti di Hezbollah, Amal e Free Patriotic Movement, gli stessi che ne hanno favorito la nomina – il suo governo, a detta dei manifestanti, «sarà ancora peggio di quello di Saad Hariri» poiché ulteriormente aggravato dalla crisi economica e dalla repressione del dissenso popolare.

IMG 20191221 162147

IMG 20200205 171258

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

libanoprimavera arabaproteste

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: non passa la mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv. Proteste dentro il consiglio comunale, cariche fuori

A Milano proteste dentro e fuori il consiglio comunale: a Palazzo Marino passa il voto con la maggioranza di 22 a 9 (3 gli astenuti) contro la mozione che chiedeva l’interruzione del gemellaggio con Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La giudice federale impedisce a Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Chicago

Il pendolo tra guerra civile e guerra esterna negli Stati Uniti di Trump oscilla sempre più vorticosamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Afghanistan e Pakistan, combattimenti alla frontiera con decine di morti

Lungo il confine settentrionale tra Afghanistan e Pakistan si è registrata un’escalation significativa nelle ultime ore, con scontri armati che hanno coinvolto artiglieria pesante e aviazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti della Flotilla rinchiusi nella prigione di Ketziot

Israele trasferisce i volontari sequestrati della Freedom Flotilla alla prigione di Ketziot: cresce l’indignazione internazionale

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: il circo macronista continua

Non si cambia una squadra che perde.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Revolutionary block e The Hague for Palestine: esperienze di lotta al fianco della resistenza palestinese in Olanda

Il 5 ottobre 300.000 persone sono scese in piazza ad Amsterdam alle parole d’ordine di “fermare il genocidio”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ ufficiale il “cessate il fuoco” a Gaza

Il governo israeliano ha ratificato a tarda notte la prima parte del piano Trump con la dura opposizione dei ministri dell’ultra-destra Ben Gvir e Smotrich.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituita Dina Boluarte. Il Congresso ha approvato la destituzione presidenziale per «incapacità morale permanente»

Il Congresso del Perù ha destituito la presidente Dina Boluarte. Il Parlamento ha approvato la destituzione presidenziale per “incapacità morale permanente”, con 124 voti a favore e nessuno contrario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dieci giorni di fuoco. Una cronaca della rivolta in Nepal

In Nepal, gli ultimi dieci giorni hanno scompaginato lo scenario politico. A quasi vent’anni dalla rivoluzione che aveva deposto la monarchia, il sistema politico nepalese consolidato è entrato in una forte crisi di legittimità.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La società della resistenza e la liberazione degli oppressi. La lunga storia di Hezbollah

Appena il governo di Beirut ha deciso il disarmo di Hezbollah, immediatamente nella capitale sono scoppiate proteste e cortei, non solo opera del partito sciita, ma di molti altri partiti e semplici cittadini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

MILANO: NOTTE DI RIVOLTA AL CORVETTO DOPO LA MORTE DEL 19ENNE RAMY ELGAML

Riprendiamo questo articolo con relativi contributi audio da Radio Onda d’urto: Milano. Accertamenti in corso sul possibile impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter con a bordo i due giovani che, nella notte tra sabato e domenica, si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, zona viale Ripamonti, dopo un inseguimento durato diversi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I giornalisti israeliani si uniscono al Genocidio trasmesso in diretta

Un noto giornalista israeliano ha recentemente fatto saltare in aria una casa in Libano come parte di un servizio giornalistico mentre era al seguito dell’esercito.