InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lo scontro di piazza Tahrir sull’uscio delle prime urne post-Mubarak

Dopo alcuni momenti in cui la situazione nella capitale egiziana sembrava essersi calmata, venerdì piazza Tahrir si è nuovamente riempita come lo era durante le giornate della rivoluzione. Dopo la decisione della giunta militare di incaricare Ganzuri per la formazione di un nuovo governo, nella giornata di ieri violenti scontri sono riapparsi al Cairo.

La nomina di Ganzouri, che è andato a sostituire Essam Sharaf, rappresenta l’ultimo della serie di tentativi messi in campo dalla giunta militare per mettere a tacere la piazza, piazza che sempre più è consapevole della propria forza e che oramai non accetta di veder tradite le aspirazioni rivoluzionarie. Ed è questo il motivo per cui il popolo egiziano continua, a quasi un anno dall’inizio della Rivoluzione, a lottare: un vero cambiamento del sistema egiziano, lontano quello di facciata dato dalla giunta militare che governa il paese dal momento della cacciata di Mubarak.

Nella giornata di ieri migliaia di manifestanti hanno marciato verso il parlamento e gli uffici governativi per manifestare contro la nomina del nuovo primo ministro. L’Egitto di piazza Tahrir ha così nuovamente espresso la propria contrarietà verso la decisione della giunta militare di affidare la formazione di un nuovo governo a Ganzouri, uomo a lungo primo ministro del deposto rais Mubarak. Ciò che emerge dalla piazza è l’indisponibilità ad accettare un uomo così legato al vecchio rais come guida di un paese che cerca di scrollarsi di dosso ogni legame con il vecchio regime.

Davanti agli edifici del ministero la polizia ha iniziato a sparare incessantemente gas lacrimogeni contro i manifestanti. Due  giovani egiziani sono stati uccisi, uno dei quali è stato travolto dai veicoli della polizia che tentava di sgomberare un sit-in davanti ai palazzi del governo.

Piazza Tahrir si è nuovamente resa protagonista delle mobilitazioni egiziane: è emerso un popolo egiziano  più che mai consapevole di come la giunta militare non segua gli interessi della rivoluzione.

Totale è l’incertezza riguardo la composizione del nuovo governo: accanto alla fine oramai decretata dalla piazza del nuovo governo, sembra in queste ore farsi campo l’opzione di un governo guidato da El-Baradei. Il suo nome era stato invocato nelle ultime ore da alcuni dei gruppi presenti in piazza Tahrir, insoddisfatti dalla nomina di Kamal Ganzouri.

Dalla nuova ondata di scontri che hanno avuto inizio il 19 novembre, e che ad oggi sono tutt’altro che placati, 42 sarebbero i morti e più di 3000 i feriti tra i manifestanti.

In questo clima di instabilità e di tensione latente nelle strade egiziane,  lunedì,  si apriranno le porte dei seggi elettorali, per quelle che dovrebbero essere le prime elezioni libere dalla caduta di Mubarak.

Adesso è ancora più palese come  le aspettative della rivoluzione siano state tradite dalla giunta al potere: del resto le politiche della giunta militare fanno assomigliare sempre più l’Egitto di oggi a quello dell’ odiato ex-rais. Il  popolo egiziano è consapevole di essere stato tradito, ed è consapevole che il vero cambiamento, le genuine aspirazioni rivoluzionarie, possano essere date solo dalla piazza.

Intanto, accanto ai Fratelli Musulmani che non sono scesi in piazza e che sembrano adesso voler concorrere per la maggioranza alle prossime elezioni, anche dalla giunta militare arrivano tenue rassicurazioni di una presunta volontà di voler lasciare il potere ad un governo civile. Innumerevoli sono i privilegi delle forze armate ed i vuoti proclami della giunta militare egiziana riguardo ad una presunta intenzione a cedere il potere ad un governo civile che oramai non convincono più le centinaia di migliaia di egiziani che continuano  a scendere in piazza portando gli stessi valori e le stesse parole d’ordine rivoluzionarie delle giornate di gennaio.

Il vecchio slogan “Il popolo e i soldati, una sola mano”, a lungo portato in Piazza Tahrir, sembra adesso più lontano che mai.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Egittoelezionipiazza tahrirscontro

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Germania: esiste un “male minore”?

La Germania si avvia verso un nuovo governo di grosse koalition tra CDU-CSU e socialisti, tra i vincenti e gli sconfitti di questa tornata elettorale. AfD si afferma come secondo partito, ma non conquista abbastanza voti da rendere impraticabile un governo senza il partito di estrema destra. Le esternazioni di Musk ed il progetto MEGA […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Un suspiro de alivio, nada más

Más que la victoria a medias de la izquierda en Francia, lo que realmente podemos celebrar es la derrota de la Agrupación Nacional de Le Pen. Una derrota clara, una buena noticia a corto plazo pero que, después de haber suspirado de alivio, nos obliga a hacernos unas cuantas preguntas

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Un fronte più salutare che popolare.

Traduciamo un commento da parte del collettivo francese Cerveaux Non Disponible rispetto alle elezioni per dare un quadro il più possibile composito di quali siano gli animi nei movimenti francesi a seguito della decisione di Macron.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le elezioni USA: non solo uno scontro tra un “rimbambito” e un “delinquente”

Dopo il Super Tuesday del 5 marzo, la partita delle primarie presidenziali negli Stati Uniti si è chiusa con lo scontato risultato della vittoria di Biden da un lato e di Trump dall’altro, che quest’estate verranno incoronati quali candidati per la corsa del novembre 2024 nelle Conventions dei rispettivi partiti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alcune valutazioni post elezioni in Turchia.

Con Murat Cinar facciamo il punto sulle condizioni delle elezioni in Turchia e gli scontri tra popolazione e forze dell’ordine nei giorni immediatamente successivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: Erdogan tenta di delegittimare la vittoria di Dem nel sud-est del paese. Manifestazioni e scontri

Proseguono i tentativi del sultano Erdogan e del suo partito AKP di delegittimare i risultati espressi nel voto per le elezioni amministrative del fine settimana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia dimentica Regeni e la 185 e fa affari con l’Egitto

L’Italia continua a violare almeno lo spirito della legge 185 del 1990 dove si vieta l’esportazione di materiale di armamento « verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani ».