InfoAut
Immagine di copertina per il post

Nazione Mapuche: La Resistenza Mapuche Lavkenche si assume la paternità delle azioni armate e di sabotaggio di questi ultimi giorni

||||

In questa dichiarazione, denunciano l’azione repressiva dello stato.

Con una dichiarazione pubblica, la Resistenza Mapuche ha annunciato la paternità delle azioni armate e di sabotaggio che sono state realizzate in questi giorni nel territorio mapuche lavkenche. Dette azioni sono state realizzate a sostegno dei prigionieri politici mapuche che oggi compiono 58 giorni di sciopero della fame.

Allo stesso tempo, chiedono al governo di accogliere le richieste dei PPM (Prigionieri Politici Mapuche) del carcere di Angol e del Machi Celestino Córdova, di cambiare le loro misure cautelari e la libertà in virtù di ragioni umanitarie come risposta alla pandemia di Covid-19.

Denunciano, inoltre, che il governo ha militarizzato la zona e porta avanti “un ‘nuovo’ piano per La Araucanía e l’Arauco cercando di riprendere il dialogo con settori mapuche che cedono e così portare avanti la propria agenda, stagnante dopo il fallimento che ha significato la consultazione indigena dell’anno 2019”, dichiarando che questo è una politica della ‘carota e il bastone’ per cercare un accordo minimo e aumentare la repressione nella zona, aggiungendo che “se vogliono la guerra, l’avranno e se vogliono la pace devono restituire il territorio usurpato a ferro e fuoco ai nostri antenati”.

Leggi la dichiarazione completa:

La Resistenza Mapuche Lavkenche dichiara:

Al nostro popolo nazione mapuche, ai Lov (clan) e alle Comunità Mapuche in Resistenza, ai nostri fratelli in sciopero della fame, agli altri PPM incarcerati, al popolo cileno e agli altri popoli in resistenza del mondo, la Resistenza Mapuche Lavkenche dichiara:

Kiñe (uno): Noi pu weichave (guerrieri) della Resistenza Mapuche Lavkenche siamo responsabili delle ultime azioni armate e di sabotaggio portate a termine nel nostro territorio mapuche lavkenche a sostegno dei prigionieri politici mapuche che oggi compiono 58 giorni di sciopero della fame.

Epu (due): Chiediamo al governo wingka (bianco, spagnolo) guidato da Sebastian Piñera di accogliere le richieste dei prigionieri politici mapuche del carcere di Angol e del Machi Celestino Cordova a Temuco, di cambiare le loro misure cautelari e di concedere la libertà in virtù di ragioni umanitarie in risposta alla pandemia del Covid-19. Crediamo che il governo abbia un’opportunità unica per far diminuire il clima di scontro che si vive nel Wallmapu accogliendo la giusta e legittima richiesta dei nostri fratelli in sciopero in virtù dell’applicazione del Trattato 169 dell’OIL, ratificato dal Cile ma sistematicamente negato ai mapuche che sono stati incarcerati a seguito del conflitto territoriale che mantiene il nostro popolo con lo stato, le imprese forestali e i latifondisti che hanno usurpato il nostro territorio.

Küla (tre): Compiuti 58 giorni di sciopero della fame, il governo ha cercato di rendere invisibile la mobilitazione dei prigionieri politici mapuche criminalizzando le loro richieste. Per questo ha cercato di infangare i valori della nostra lotta accusandoci di essere narcotrafficanti e ladri di legname.

Quando ci invasero eravamo selvaggi e ubriachi, dopo pigri e terroristi. Non ci ingannano. Il nostro popolo sa che noi pu weichave (guerrieri) emergiamo dal seno delle comunità e che il nostro cammino risponde al messaggio che i nostri pu lonkos (capi) ci consegnano nelle distinte cerimonie mapuche per realizzare con successo il weichan (lotta) affidato, in base al nostro kimun (conoscenza) e rakiduam (pensiero) mapuche. Sappiamo che le imprese forestali e i latifondisti  sono disperati vedendo come crescono i recuperi di terre e si rafforza il controllo territoriale, base fondamentale per la liberazione del nostro popolo e la ricostruzione della vita mapuche ereditata dai nostri kuivikeche (antenati).

Meli (quattro): Negli ultimi giorni abbiamo visto come il governo ripete i medesimi metodi per cercare di frenare la resistenza mapuche e dividerci come popolo. Da un lato aumenta la militarizzazione nelle zone di resistenza e dall’altro annuncia la messa in marcia di un ‘nuovo’ piano per La Araucanía e l’Arauco cercando di riprendere il dialogo con settori mapuche che cedono e così portare avanti la propria agenda, stagnante dopo il fallimento che ha significato la consultazione indigena dell’anno 2019. Torniamo a vedere la vecchia politica della carota e del bastone. Nonostante ciò il governo deve sapere che oggi si scontra con un movimento mapuche più maturo, con maggiore capacità politica, che ora comprende che tutti questi annunci non sono altro che pirotecnica comunicativa, che rimarranno nel nulla. Sappiamo anche che queste misure disperate cercano una sostegno politico per acutizzare la repressione nelle zone di resistenza, ancor più con l’arrivo di militari che si aggiungono agli aerei della Fach che da tempo sorvolano i nostri Lov (clan) e comunità. Il governo sappia che se la repressione si acutizza, come Resistenza Mapuche Lavkenche risponderemo in proporzione ai suoi attacchi. Se vogliono la guerra, l’avranno e se vogliono la pace devono restituire il territorio usurpato a ferro e fuoco ai nostri antenati. Questa è l’unica via d’uscita al conflitto.

Kechu (cinque): Ai mezzi di comunicazione vicini al potere chiediamo un maggiore impegno etico nell’affrontare il conflitto. Li informiamo che in quella che il governo chiama “la macrozona” ci sono più di 2 mila funzionari del Gope e delle Forze Speciali dei Carabinieri. Gli ricordiamo anche che hanno chiuso scuole per trasformarle in caserme di polizia. Menzione a parte merita la Radio Bío Bío, che giorni fa ci ha attribuito un comunicato che non è mai stato scritto da noi. Sappiamo che sono alleati dei servizi di intelligence e che i loro interessi rispondono ai poteri di fatto che vogliono ad ogni costo bloccare la nostra e legittima lotta.

Cayu (sei): Da ultimo salutiamo il popolo cileno cosciente. Gli umiliati durante la pandemia. Abbracciamo con affetto i mutilati, i feriti e i familiari degli assassinati durante la rivolta iniziata in ottobre. I prigionieri politici che con dignità resistono alla prigione politica. Di passaggio, salutiamo con rispetto e ammirazione il comandante Ramiro, sappia il peñi (fratello) che anche le sue storie e gesta guidano il nostro cammino attraverso il Wallmapu. Aspettiamo che ogni città, ogni popolazione e ogni territorio in resistenza torni a sollevarsi contro questo sistema capitalista criminale. Wewaiñ (vinceremo).

Libertà per i prigionieri politici mapuche e della rivolta!

Per il territorio e l’autonomia!

Resistenza Mapuche Lavkenche

2 luglio 2020

Resumen Latinoamericano

Da Comitato Carlos Fonseca

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

mapucheresistenza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

25 Aprile 2024: appunti di lotta dalla piazza di Milano

Condividiamo di seguito la cronaca della giornata del 25 aprile milanese e le indicazioni di lotta che arrivano da questa piazza, tutta a sostegno della resistenza Palestinese.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.

In questa puntata del 25 aprile dell’informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: la Via Istituzionale v/s Resistenza e Controllo Territoriale

Sotto uno stato capitalista e coloniale è impossibile garantire i diritti fondamentali dei popoli originari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il CAM in Sciopero della Fame dice che “Non ci può essere dialogo con militarizzazione, prigionieri politici e senza la restituzione delle terre”

Dal 13 novembre sono in sciopero della fame i prigionieri politici mapuche del CAM (Coordinamento Arauco-Malleco) reclusi nel CCP Biobío di Concepción, Ernesto Llaitul, Esteban Henríquez, Ricardo Delgado Reinao e Nicolás Alcamán, per chiedere l’annullamento della sentenza di condanna a più di 15 anni di reclusione che pesa su di loro.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Addio Lucio, se ne è andato il partigiano Gastone Cottino

E’ morto ieri mattina a novantotto anni Gastone Cottino: partigiano, comunista sempre al fianco delle lotte sociali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: i prigionieri politici mapuche iniziano uno sciopero della fame fino ad ottenere l’annullamento del processo del razzista stato cileno

Facciamo un appello al nostro Popolo, alle comunità in resistenza, così come agli oppressi in generale, ad accompagnare questa mobilitazione con denunce, proteste e azioni contro lo stato cileno e principalmente contro i veri nemici, i capitalisti e i loro lacchè, responsabili di tante ingiustizie, così come del saccheggio dei territori ancestrali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Popolo mapuche: accanimento giudiziario verso i dirigenti mapuche con condanne carcerarie eterne

La persecuzione verso le dirigenze mapuche non cessano, nemmeno dietro le sbarre, dove ultimamente abbiamo visto condanne di decine d’anni, una vita intera in carcere, un peso della legge che non cade così nemmeno sui violentatori di diritti umani di questo paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: rifiuto della condanna senza prove di 4 prigionieri politici mapuche del CAM

Queste azioni si iscrivono in un progressismo liberale che reprime i movimenti popolari, una tendenza che soddisfa le richieste dell’estrema destra e dei grandi imprenditori.