InfoAut
Immagine di copertina per il post

Né Macron, né Le Pen: all’incrocio tra neopopulismo e conflitto sociale in Francia

||||

Fin da subito, appena sono emersi con chiarezza i risultati elettorali del primo turno delle presidenziali in Francia, si sono messi in moto in diverse città del paese degli accenni di mobilitazione, che sono culminati, fino ad ora, con l’occupazione dell’università della Sorbona a Parigi dei giorni scorsi.

Questi episodi rappresentano il manifestarsi di un sentimento significativo nel paese di oltralpe che vede come un vicolo cieco la contrapposizione del secondo turno, cioè quella tra Macron e Le Pen. Le presidenziali che hanno visto la maggiore astenione in Francia dal 2002 e che hanno sorpreso per la portata della performance di Melenchon (al 22%, a poco più di un punto di distanza da Le Pen), ci mostrano nuovamente alcuni frammenti di futuro nell’incasinamento generale che stiamo vivendo.

Secondo un sondaggio Ipsos, solo il 43% dei francesi vuole la vittoria di Emmanuel Macron, il 34% quella di Marine Le Pen, e il 23% non vuole nessuna delle due. In caso di rielezione di Macron, sul 43%, solo il 22% dei francesi lo sceglierebbe per adesione al suo programma politico. L’altro (21%) per bloccare la Le Pen.

Le variabili considerevoli che nessun commentatore ha potuto evitare di menzionare rispetto a questi risultati elettorali sono in particolare due: il lungo ciclo di mobilitazioni sociali che hanno accompagnato pressochè integralmente la presidenza Macron e l’esplosione del conflitto aperto in Ucraina.

Come riporta Action Antifasciste Paris-Banlieue: “Un blocco popolare resiste da molti anni ed emerge di nuovo con nuova luce nel punteggio dell’Union Populaire. La mappa elettorale di quest’ultima, che vede un’alleanza tra colonie, quartieri popolari non a maggioranza bianca, giovani e piccola borghesia del centro cittadino, potrebbe non essere riuscita ad accedere al secondo turno per via dei meccanismi elettorali in gioco, ma firma la traduzione di svolte politiche guidate da una serie di lotte negli ultimi anni, dalle rivolte del 2005 e dall’antirazzismo politico autonomo ai gilet gialli, dal radicalismo del cortège de tête alle lotte ecologiche e femministe.”

Ma l’impressione è che stiamo ossevando non tanto la resistenza di un blocco popolare in qualche modo consolidato, quanto la formazione di qualcosa di nuovo e ancora difficile da identificare di cui il voto elettorale è solo un epifenomeno che si manifesta non solo nella performance del partito di Melenchon, ma anche nell’astensionismo significativo e, in parte, nella capacità di Le Pen di mantenere una certa base popolare. 

Lo scenario politico diviene più complesso, in un quadro in cui la battaglia non è più solo tra populisti e ordoliberali, e ovviamente nemmeno tra destra e sinistra, ma assume nuove caratteristiche in cui vi è da un lato la chiarificazione di contenuti più marcatamente di classe e nonostante ciò il permanere di interessi composti in coalizioni interclassiste. Le mobilitazioni degli scorsi anni all’interno del contesto francese, con il loro portato di ambivalenze e contraddizioni, sono state in ipotesi un’anticipazione dell’emersione di questo “secondo tempo neopopulista”, non ancora completamente dispiegato.

Questo ci interpella anche rispetto al ruolo delle soggettività politiche dal nostro lato delle Alpi, ma è un tema che meriterebbe una discussione specifica.

L’altra variabile non-così-indipendente che potrebbe aver pesato in ipotesi su questo scenario è quella della guerra. Macron ha portato avanti gran parte della sua campagna elettorale su questo tema, provando a mostrarsi più interessato a svolgere un ruolo nella crisi ucraina come proiezione internazionale della Francia che nel dibattito interno del paese. Un ruolo non competamente allineato e dipendente dalla posizione maggioritaria atlantista, almeno a parole, tanto nel tentativo di qualificarsi come figura di mediazione, quanto nel continuo controcanto alle dichiarazioni di Biden più finalizzate ad aumentare la tensione. Questo atteggiamento di Macron non è solo da intendersi come il solito napoleonismo francese in politica estera, ma anche probabilmente come una proiezione interna. In maniera differente e per motivi radicalmente diversi tanto Melenchon quanto la Le Pen non hanno ceduto alle sirene belliciste qualificandosi implicitamente come soggetti in contrapposizione al tentativo di scarico da parte degli USA della crisi incipiente sull’Europa, e in particolare sulla Francia ovviamente. Nonostante le accuse di filo-putinismo (nel caso della Le Pen ovviamente piuttosto veritiere dati gli stretti rapporti passati), questo posizionamento non ha sortito gli effetti elettorali che alcuni commentatori liberali si aspettavano, anzi probabilmente almeno in parte ha rafforzato e ampliato il consenso in determinate composizioni delle due coalizioni.

Ciò che emerge dunque in ipotesi è che se il primo tempo neopopulista, sulla base anche della crisi del debito sovrano, si è dislocato per lo più in Europa come un conflitto sul piano interno del rapporto tra la Germania e gli altri stati, può darsi che la posta in palio di questa nuova fase si articoli di più in uno scontro tra le due sponde dell’Atlantico, uno scontro in potenza che molto flebilmente vediamo manifestarsi anche alle nostre latitudini.

Qualche elemento in più lo avremo nei prossimi tempi, tra i risultati del secondo turno, la possibile emersione di nuovi conflitti, e gli scenari di guerra che si evolvono.

 

[iframe src=”https://www.facebook.com/plugins/video.php?height=476&href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fcerveauxnondisponibles%2Fvideos%2F1619960118359313%2F&show_text=false&width=357&t=0″ width=”357″ height=”476″ style=”border:none;overflow:hidden” scrolling=”no” frameborder=”0″ allowfullscreen=”true” allow=”autoplay; clipboard-write; encrypted-media; picture-in-picture; web-share” allowFullScreen=”true” ]

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

elezioniFranciamacron

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezionismo Usa, riarmo in Europa

In uno scenario in cui le parole d’ordine in Europa per fronteggiare la narrazione dei dazi americani in arrivo sono riarmo e energia, analizziamo alcuni aspetti dello scenario globale. La presidenza di Trump è stata inaugurata dal cessate il fuoco a Gaza, su dei termini di un accordo sostanzialmente uguale a quello rifiutato da Netanyahu […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Somalia, Sudan, Algeria… ed il ritorno di Trump

Da Radio Africa: prima puntata del 2025, lunedì 20 gennaio 2025, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. In questi 30 minuti ci occuperemo di diversi Paesi africani, da nord a sud. Partiremo dalla Somalia e da Mogadiscio (in foto) in particolare, al centro del reportage sul campo della rivista Africa, con la storia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari. da Osservatorio Repressione «Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Voci da Gaza II – Asuat Min Gaza II

Seconda –di due– puntata speciale nello spazio informativo di Radio Blackout dedicata all’intervista di Fadil Alkhadly, membro dell’Uawc, Unione dei comitati dei lavoratori agricoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù. Tamburi di guerra

Su Perù 21 (giornale peruviano, ndt), il 14 gennaio, un editorialista poco noto ha inserito un’“opinione” piuttosto bellicosa. In essa, Héctor Romaña – una penna di pedigree, forse – promuoveva l’intervento militare in Venezuela. di Gustavo Espinoza M., da Resumen Latinoamericano Potrebbe essere letto come il punto di vista di un analista disperato che non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Speculazione sul burro e altre storie del capitalismo globalizzato

Il capitalismo è una follia e la prova è data da un prodotto che tutti i bretoni amano: il burro. Il 28 dicembre, un articolo di Le Parisien ha raccontato di un biscottificio dell’Ile et Vilaine costretto ad acquistare burro dai Paesi Bassi, anche se prodotto a 90 chilometri dalla sua fabbrica… in Normandia! Tradotto […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: migliaia in corteo a difesa delle risorse idriche. Lancio di lacrimogeni da parte della polizia che vieta le manifestazioni

Movimenti e organizzazioni di base sono impegnati da ieri mattina in Francia in una mobilitazione internazionale lanciata da Soulevementes de la Terre e Bassines Non Merci in difesa della terra e delle risorse idriche, contro la costruzione di mega-bacini idrici nell’area di Poitou, nell’ovest del paese. Migliaia di persone in corteo. La polizia, anche a […]

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Un suspiro de alivio, nada más

Más que la victoria a medias de la izquierda en Francia, lo que realmente podemos celebrar es la derrota de la Agrupación Nacional de Le Pen. Una derrota clara, una buena noticia a corto plazo pero que, después de haber suspirado de alivio, nos obliga a hacernos unas cuantas preguntas

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Francia: a che punto è la notte

Le elezioni francesi hanno confermato l’ascesa della destra del Rassemblement National e la fine del regno incontrastato della Macronie.