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Nella complessa e straordinaria realtà tunisina

In questo quadro, intorno alle 10 di questa mattina abbiamo preso parte a una vivace protesta organizzata dai comitati di quartiere per la difesa della rivoluzione nell’ormai nota avenue Bourghiba. Nel giro di pochi minuti centinaia di persone si sono radunate sugli scalini del teatro municipale gridando slogan per la continuazione della rivoluzione e contro la repressione del governo di transizione, gli attivisti e le attiviste dei comitati sono stati brutalmente attaccati dai gruppi della milizia armati di bastoni e coltelli e segretamente organizzati dal ministero degli interni. La repressione e’ infatti portata avanti attraverso l’utilizzo di squadristi in borghese: si tratta di una strategia di guerra a bassa intensita’  simile a quella visibile in America Latina e altrove. Il risultato e’ il dispiegamento di una violenza incontrollata finalizzata a creare tensioni politiche senza un apparente coinvolgimento del governo. Stanno continuando gli arresti e la caccia contro gli attivisti e i giovani, specialmente quelli provenienti dalla campagna e che, dopo la fine della casbah, stanno proseguendo le proteste in avenue Borughiba. Varie persone ci hanno informato dell’infame storia di un attivista arrestato e stuprato in un commissariato di polizia.

Dopo il violento attacco, con altrettanta velocita’ i manifestanti si sono sciolti e ricompattati di fronte al ministero delle donne e degli affari sociali e poi davanti alla sede dell’UGTT, il sindacato tunisino, rivendicando la convocazione di uno sciopero generale in supporto alla continuazione del processo rivoluzionario. I comitati, insieme ai giovani attivisti, stanno costruendo una reale dinamica di trasformazione, laddove invece il potere politico ed economico sta semplicemente tentando di prendere le posizioni precdentemente occupate dal regime di Ben Ali.

Contemporaneamente, nella tarda mattinata c’e’ stata un’importante manifestazione di avvocati e masgitrati davanti al ministero della giustizia rivendicando una giustizia indipendente, liberta’ di espressione, la fine della censura governativa e della persecuzione politica. Infatti, c’e’ un continuo black-out dell’informazione mainstream, ovvero una reale censura che circonda proteste e manifestazioni, a eccezione dei magistrati.

Dopo la mattinata di azioni, la nostra delegazione ha continuato a raccogliere materiali di inchiesta con le persone impegnate nella scena politica della capitale tunisina. Il pomeriggio e’ stato riempito di incontri, interviste e riunioni organizzative per la costruzione di un grande meeting transnazionale in Tunisia per il prossimo autunno.

Domani la delegazione del Knowledge liberation Front continuera’ la ricerca militante, approfondendo la conoscenza della complessa situazione che i movimenti sociali tunisini stanno attraversando. Insieme a molti collettivi che abbiamo gia’ incontrato, la concreta transnazionalizzazione delle lotte euro-mediterranee si sta materailizzando…

Liberation Without Borders Tour, 14 maggio 2011

Dal blog/diario del Liberation without borders tour

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