Niger: perché il tentato colpo di stato preoccupa l’Occidente
Un tentativo di golpe sembra in corso a Niamey, capitale del Niger. Alcuni militari della guardia presidenziale avrebbero infatti circondato il palazzo dell’attuale presidente Bazoum, bloccandone gli accessi. Ancora difficile capire cosa stia accadendo, e se il capo di stato sia davvero ostaggio degli insorti o attivamente impegnato in una trattativa con essi, tuttavia l’ennesima destabilizzazione di questo Paese poverissimo e afflitto dalla violenza jihadista preoccupa l’Occidente.
Negli ultimi anni l’area del Sahel è infatti stata sconvolta da numerosissimi colpi di stato, che hanno determinato un progressivo allontanamento dall’egida dell’ex potenza coloniale francese di diversi paesi africani, favorendo le infiltrazioni russe della Wagner. Il Niger, in questo quadro, risulterebbe perciò l’ultimo grande partner della Francia in questa regione: un paese di grande rilevanza strategica per l’Europa e, nel contesto del conflitto russo-ucraino, per la Nato.
Secondo altre fonti, però, le ragioni del tentato golpe risiedono in questioni politico-economiche interne: Bazoum stava pensando di destituire dall’incarico di capo della guardia presidenziale il generale Tchiani, già in carica sotto il precedente regime di Issoufou, e questo avrebbe acceso la miccia. Nel mentre, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) ha già espresso la sua ferma condanna al tentativo di colpo di stato, ritenendo “tutte le persone coinvolte responsabili della sicurezza del Presidente, della sua famiglia, dei membri del Governo e del pubblico”.
Insomma, una situazione complessa e caotica, dall’esito incerto, che potrebbe tuttavia avere forti ripercussioni sugli assetti geopolitici attuali.
Cerchiamo di capirne di più con Massimo Alberizzi, direttore del quotidiano online Africa Express Ascolta o scarica
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