InfoAut
Immagine di copertina per il post

Nuova settimana di fuoco in Egitto

 

Le proteste si sono moltiplicate in tutto l’Egitto in vista della manifestazione di massa che dopodomani – primo anniversario della presa del potere da parte di Morsi – vedrà nuovamente riempirsi Piazza Tahrir. Secondo le forze dell’opposizione, la manifestazione di domenica sarà la più grande dall’inizio di quel 2011 che fece cadere Hosni Mubarak. Si aspettano milioni di persone che porteranno in piazza una richiesta comune: la rimozione del presidente Morsi.

Se il regime egiziano inizia già in queste ore a “prepararsi” per vincere la piazza – arresti preventivi, elicotteri e soldati già schierati in ogni angolo della capitale – i Fratelli Musulmani hanno indetto una contromanifestazione che, grazie all’azione di “reclutamento” dei fedeli Imam nelle moschee, questo pomeriggio vedrà il fronte “pro-Morsi” scendere in piazza.

I fatti accaduti nella notte tra mercoledì e giovedì testimoniano dell’annunciata ripresa dello scontro. In piazza Tahrir – durante un discorso a reti unificate del presidente Morsi – in migliaia si sono ritrovati a manifestare contro il regime, mostrando che il paese non si accontenta di sentire un presidente dire che “va tutto bene”, che “ascolterà il popolo” e che tutto ciò che in questo anno di potere ha fatto è stato per “proteggere la rivoluzione”.

Nelle le stesse ore, scontri tra opposizione e sostenitori dei Fratelli Musulmani hanno avuto luogo in tutto l’Egitto: a Sharqiya, a Daqahlia, a Gharbiya. Ma gli scontri più accesi si sono visti a Mansoura dove il bilancio è a ora di almeno tre morti e centinaia di feriti.
Nella giornata nuove proteste spontanee contro il regime si sono avute in tutto il paese, la più significativa ad Alessandria.

Che in Egitto la rivolta non si fosse fermata lo si era visto anche nei giorni precedenti a mercoledì, con gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine a Fayoum, tra oppositori e sostenitori dei regime di fronte alla moschea Al Quds del Cairo. Chi legge la rivolta in maniera semplicistica vuole identificare i tumulti in Egitto con la lotta tra due parti rivali – laici e islamici –. La realtà è ben diversa però e mostra un paese che, con le stesse parole d’ordine che fecero cadere Mubarak, pretende adesso la caduta del nuovo regime. La battaglia è ancora tra chi supporta un regime che è lo stesso di dieci o venti anni fa e chi – siano credenti o laici – non accettando che migliaia di persone abbiano perso la vita per un cambiamento che non c’è stato, lotta ancora oggi per l’abbattimento del regime.

E ora – mentre continua il processo-fiction a carico di Mubarak e la sua cricca, mentre il nuovo Raìs promette di riportare la pace e di ascoltare il “suo popolo”, appellandosi a ipotetici “dialoghi di pace” per riportare l’ordine – le proteste non si fermano. Continuano trainate dalla rabbia delle madri dei giovani martiri che hanno dato la propria vita in nome di una rivoluzione tradita, rafforzate dalle lotte degli operai, degli studenti, di tutti coloro che continuano a chiedere e pretendere libertà e giustizia sociale.

Molti sono stati gli eventi che hanno anticipato questa crisi: dalle rivolte contro gli “accentramenti” costituzionali di Morsi dello scorso novembre alle esperienze di autorganizzazione operaia, alle lotte degli studenti, passando per l’esperienza di autogestione di Port Said. Le lotte continuano e forse al termine di questa settimana daranno i suoi frutti.

 

[seguiranno aggiornamenti]

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

EgittoMorsiproteste

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esplosione delle spese militari italiane

Nel 2025 a 32 miliardi (di cui 13 per nuove armi).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appesi sulla facciata di Palazzo Madama: protesta di XR alla festa delle forze armate

Due persone si sono appese all’impalcatura di Palazzo Madama durante la Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, srotolando uno striscione con scritto “Onorano guerre, distruggono terre”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Analisi del Genocidio

L’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite racconta i progressi di Israele nella sua Campagna Genocida a Gaza. Israele è intenzionato, si legge, a espellere i palestinesi, ricolonizzare Gaza e sferrare un attacco decisivo contro la Cisgiordania. Fonte: English version Di Chris Hedges – 30 ottobre 2024 Un Rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato lunedì, espone in dettaglio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il movimento studentesco popolare estromette il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina

Il 5 agosto 2024, dopo settimane di rivolte politiche, violenze della polizia e repressione degli studenti attivisti, il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina del partito Awami League, si è dimesso dopo 15 anni di governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: le proteste della generazione Z contro il presidente Ruto si allargano alle classi popolari

Nuove manifestazioni ieri in Kenya, organizzate dalle associazioni per i diritti civili e dai giovani della Generazione Z. Lo slogan delle piazze è: “Ruto se ne deve andare”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: il presidente Ruto annuncia il ritiro della riforma ma la protesta continua.

In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un’imposta sul valore aggiunto del pane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

India: come non sfamare un pianeta affamato

In India è scoppiato un nuovo ciclo di proteste degli agricoltori contro il governo Modi con scontri e lanci di lacrimogeni alle porte di Nuova Delhi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Senegal: rinviate le elezioni presidenziali. Le opposizioni chiamano alla piazza: “E’ un auto-golpe”

Africa. Tensione altissima in Senegal, dove il parlamento di Dakar ha rinviato le elezioni presidenziali, previste per il 25 febbraio, al prossimo 15 dicembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: università occupate contro la legge che equipara gli atenei privati a quelli statali

Più della metà delle facoltà della Grecia sono occupate da studentesse e studenti contro la scelta del governo conservatore di Kyriakos Mītsotakīs di aprire alle università private con una legge che le equiparerà agli atenei statali. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia dimentica Regeni e la 185 e fa affari con l’Egitto

L’Italia continua a violare almeno lo spirito della legge 185 del 1990 dove si vieta l’esportazione di materiale di armamento « verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani ».

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: si allargano le proteste nel mondo arabo e non solo

Le ultime notizie sulla Palestina raccontano di una situazione umanitaria in emergenza totale, nonostante sui giornali nostrani si parli di un’intermediazione da parte di Biden in visita ieri da Netanyahu, per aprire corridoi umanitari nel valico di Rafah al confine con l’Egitto, la realtà è ben altra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Ghana proteste contro l’inflazione

“Meritiamo di meglio!” è questo lo slogan scandito nelle manifestazioni di protesta di questi ultimi giorni in Ghana, territorio dell’Africa Occidentale sconvolto da un’inflazione galoppante e una crisi economica che da anni continua a peggiorare.