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Paesi Baschi, arrestati altri 5 giovani circondati da un muro popolare

Domenica mattina, il sagrato della basilica ha accolto la creazione di una zona liberata “Aske Gunea”, dalla quale Irati Tobar, una delle giovani indagate, ha lanciato un appello diretto all’intera cittadinanza basca, affinché lottasse al fianco dei 28 giovani chiamati a presentarsi tra i banchi della famigerata Audiencia Nacional a Madrid, accusati di aver preso parte alla cosiddetta “kale borroka” (guerriglia urbana) o semplicemente di aver condotto attività politiche e sociali riconducibili ad una organizzazione giovanile, SEGI, messa fuori legge nel 2007.

Accompagnati da due grossi striscioni che recitano «Konponbidea bai» (Si alla risoluzione) e «Epaiketarik ez» (No ai processi politici), i 28 giovani concludono la giornata di domenica sostenendo che «la decisione rispetto una risoluzione giusta non appartiene a chi desidera perpetuare la guerra». Il sagrato si prepara quindi ad una notte di “disobbedienza civile”.

Questa mattina, il presidente d’aula Angela Murillo emette 5 ordinanze di “busca y captura” (ordine di arresto) per Xabier Arina, Imanol Salinas, Jazint Ramírez, Irati Tobar e Igarki Robles che, come già avevano annunciato, erano disposti a resistere contro l’ennesimo macro-processo politico messo in atto dallo Stato spagnolo contro i giovani indipendentisti.

Verso le 18:40 di oggi, la Ertzantza (polizia autonomica basca) giunge a Loyola per arrestare i giovani su cui pende l’ordine di cattura, incontrando però un centinaio di giovani che nel frattempo, appresa la notizia, si sono organizzati costituendo un “Herri Harresi” (muro popolare) attorno ai 5 indagati, sulle gradinate della basilica, riprendendo quella pratica di solidarietà attiva più volte vista in passato nei Paesi Baschi.

Dopo aver letto l’ordine di arresto marcato Madrid-Spagna, la Ertzantza ha iniziato a trascinare uno ad uno i componenti del muro umano posto a protezione dei ricercati, al fine di smantellarlo. Un braccio sotto l’altro e una gamba accavallata a quella del vicino ha tenuto impegnata la Etzantza per oltre 3 ore, prima di potersi avvicinare ai 5 giovani, traendoli in arresto per essere processati.

La giornata di oggi, ha ancora una volta dimostrato la solidarietà di centinaia di persone ed una nuova pratica di lotta che si sta attuando nei Paesi Baschi in caso di ordini di cattura emessi in processi sommari e punitivi come quello contro i/le 28 giovani accusati di appartenenza all’organizzazione giovanile Segi dichiarata “terrorista” dallo Stato spagnolo. Una pratica che sebbene non riesca ad impedire l’attuazione di un ordine di arresto emesso nei confronti di decine e decine di giovani perseguitati per fare politica, riesce sicuramente a dimostrare la determinazione di centinaia di persone e la solidarietà che si innesca di fronte all’ennesimo arresto politico voluto da Madrid che ancora continua la sua offensiva nei confronti del popolo basco.

Abbiamo raggiunto un compagno basco che si trovava oggi a Loyola e che ha preso parte al muro popolare, questa la sua testimonianza.

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