InfoAut
Immagine di copertina per il post

Perù: La giornata di proteste a Lima è stata segnata da una violenta repressione poliziesca

Assommano a 54 gli assassinati durante la repressione, ieri altri due. Decine di migliaia di persone sono giunte questo giovedì nella capitale del Perù e hanno realizzato “l’occupazione di Lima”.

La giornata di mobilitazioni di questo giovedì a Lima, capitale del Perù, per chiedere la rinuncia della presidente golpista Dina Boluarte, è stata segnata dalla violenta repressione poliziesca, che ha lasciato un saldo di decine di persone ferite e di altrettante detenute.

Nonostante questa repressione, che ha incluso l’uso di pallettoni e di bombe lacrimogene, comunità e organizzazioni sociali di diverse regioni del paese hanno mantenuto le mobilitazioni.

I manifestanti sono partiti dal centro storico di Lima verso il Congresso, del quale chiedono la chiusura, nonostante ciò, la polizia gli ha impedito il passo sparando pallettoni e lanciando gas lacrimogeni.

Nelle ore della notte dei manifestanti che cercavano di uscire dall’emblematica piazza San Martín, per proteggersi da un incendio che era avvenuto nella zona, sono stati repressi da elementi del corpo di polizia antisommossa.

La protesta del popolo peruviano, che viene portata avanti nell’ambito di uno sciopero civico nazionale convocato dalla Confederazione Generale dei Lavoratori del Perù (CGTP)  e dall’Assemblea Nazionale dei Popoli (ANP), chiede anche giustizia per le vittime della violenza della polizia.

Assommano a 54 i morti durante la repressione

L’amministrazione della Salute del Governo regionale di Arequipa, la seconda città più grande del paese, ha confermato che questo giovedì è morta una persona a cui hanno sparato durante il tentativo di occupazione da parte dei manifestanti dell’aeroporto locale.

Con questo fatto, sono già 54 i civili assassinati durante la repressione delle forze di sicurezza contro i manifestanti, secondo le statistiche della Difensoria del Popolo del Perù, nelle manifestazioni contro il Congresso e il regime della Boluarte, che sono iniziate il 7 dicembre passato, quando il parlamento con un colpo di stato ha destituito Pedro Castillo, eletto dalla maggioranza come presidente del paese.

In risposta alla massiccia mobilitazione, la presidente golpista Dina Boluarte giovedì notte ha inviato un messaggio alla nazione nel quale ha ribadito che non rinuncerà e ha criminalizzato la protesta.

La Boluarte ha reso responsabile della violenza nel paese la protesta sociale, e intanto ha fatto appello al dialogo, e ha giudicato le manifestazioni come atti delinquenziali e di vandalismo.

Proteste in tutto il paese

La repressione della polizia è stata protagonista delle proteste di questo giovedì a Cusco e Arequipa (sud del Perù), nelle città del centro e nord, e a Lima (capitale) contro il regime di Dina Boluarte.

Migliaia di manifestanti hanno tentato di entrare nell’Aeroporto Internazionale Alejandro Velasco Astete della città di Cusco, ma sono stati duramente repressi con gas lacrimogeni e spari di pallettoni. La gente ha risposto lanciando pietre contro i repressori.

Nell’aeroporto di Arequipa è stato registrato un simile tentativo di accerchiamento da parte degli attivisti. Anche in questo aerodromo le forze del regime hanno represso i manifestanti provocando feriti e arresti, ed è stato registrato l’incendio di lanterne.

Due morti

La polizia ha confermato che un uomo è morto per l’impatto nell’addome di un proiettile della polizia nel tentativo di occupare l’aeroporto di Arequipa. Gli agenti, inoltre, hanno sparato con fuoco reale contro un gruppo di manifestanti a Puno, causando la morte di una donna. La gente ha risposto occupando e incendiando un commissariato.

Fonti ufficiali hanno dichiarato che sono 127 i punti bloccati con la circolazione interrotta e 18 le regioni coinvolte: Piura, Amazonas, Cajamarca, La Libertad, Ancash, Ucayali, Huánuco, Junín, Huancavelica, Ica, Ayacucho, Apurímac, Cusco, Arequipa, Puno, Madre de Dios, Moquegua, Tacna.

“L’occupazione di Lima”

Migliaia di persone, che giorni addietro erano partite da diversi punti del paese, sono arrivate giovedì nella capitale del Perù e hanno effettuato “l’occupazione di Lima” per rafforzare la protesta contro il regime golpista, per cui sono state ricevute con un’intensa repressione poliziesca.

Con autobus e perfino camminando, portando bandiere e striscioni, decine di migliaia di peruviani sono giunti a Lima per chiedere la rinuncia di Dina Boluarte, la chiusura del Congresso, la convocazione di elezioni e giustizia per i più di 50 morti per la violenza della polizia.

I media hanno informato di decine di feriti in diverse zone di Lima, che questo giovedì si è svegliata blindata con il dispiegamento massiccio di poliziotti e militari. Allo stesso tempo, le notizie ci informano che gli agenti non permettono ai giornalisti di coprire gli scontri.

20/01/2023

Agenzie / La Haine

da Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ABUSI IN DIVISABoluartePedro Castilloperùproteste

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’economia genocida di Israele è sull’orlo del baratro?

L’economista Shir Hever spiega come la mobilitazione per la guerra di Gaza abbia alimentato un’”economia zombie” che sembra funzionare ma non ha prospettive future.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nasce “HUB”, un bollettino sulla militarizzazione e le resistenze dei territori

Dal lavoro congiunto di mobilitazione, organizzazione e inchiesta degli ultimi mesi che ha coinvolto diverse realtà e lavoratorə di Pisa, Firenze, Livorno, La Spezia e Carrara nasce il primo numero di “HUB”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ci stanno preparando alla guerra. E lo fanno contro di noi

Se militarizzano la società e ci chiamano nemici, la risposta è una sola: disertare la loro guerra, sottrarsi alla paura, spezzare il linguaggio che la legittima, difendere lo spazio vivo del dissenso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: gli Stati Uniti rivendicano un atto di pirateria nei Caraibi

“Bene, lo teniamo, suppongo”, ha affermato Donald Trump dopo essere stato consultato dai giornalisti sull’uso del greggio della petroliera sequestrata di fronte alle coste del Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Bulgaria: cade il governo dopo le proteste. Quali scenari?

Giovedì il primo ministro della Bulgaria Rosen Zhelyazkov ha annunciato le sue dimissioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Solidarietà e sostegno alla Witchtek Tribal Laboratory

Come tantx già sanno, all’ uscita della festa, mentre eravamo incolonnatx e prontx per uscire, le forze del disordine hanno voluto scatenare il panico con la violenza squadrifascista più brutale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sainte-Soline: le prove dell’intento di massacrare i manifestanti

«Non riesco più a contare quanti ragazzi abbiamo accecato! È stato davvero divertente!»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituzione veloce di Dina Boluarte. Ragioni, scandali e un rimpiazzo poco raccomandabile

Con un brusco finale di cui è stata la prima presidente, il Perù scrive un nuovo capitolo di una lunga agitazione politica che il paese vive dal 2016.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituita Dina Boluarte. Il Congresso ha approvato la destituzione presidenziale per «incapacità morale permanente»

Il Congresso del Perù ha destituito la presidente Dina Boluarte. Il Parlamento ha approvato la destituzione presidenziale per “incapacità morale permanente”, con 124 voti a favore e nessuno contrario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dieci giorni di fuoco. Una cronaca della rivolta in Nepal

In Nepal, gli ultimi dieci giorni hanno scompaginato lo scenario politico. A quasi vent’anni dalla rivoluzione che aveva deposto la monarchia, il sistema politico nepalese consolidato è entrato in una forte crisi di legittimità.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Extinction Rebellion denuncia le Questure di Roma e Brescia: “perquisizioni degradanti e arbitrarie, sequestro di persona e violenza privata”

Riceviamo e pubblichiamo… Roma, 7 aprile 2025 – Denunciate le Questure di Roma e Brescia per “perquisizioni degradanti e arbitrarie, sequestro di persona e violenza privata”. In entrambe le città, sarebbero state imposte misure coercitive e umilianti contro manifestanti pacifici di Extinction Rebellion, in aperta violazione delle procedure previste dalla legge. “Mentre il governo approva […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cosenza: giornalista d’inchiesta sgradito al potere brutalmente fermato dalla polizia

Quanto accaduto ieri ai danni di Gabriele Carchidi per mano della questura di Cosenza ha dell’incredibile. Nessun altro giornalista di un quotidiano cittadino avrebbe subito lo stesso trattamento.