InfoAut
Immagine di copertina per il post

Quando il lutto diventa legge. Un commento di Judith Butler sugli attentati di Parigi

Appare chiaro, dai dibattiti televisivi, che lo “stato di emergenza”, anche se temporaneo, crea in realtà un precedente per un’intensificazione dello “stato di polizia”. Si parla di militarizzazione (o meglio, del modo in cui “portarne a compimento” il processo), di libertà e di guerra all’“Islam”, quest’ultimo inteso come un’entità amorfa. Hollande, nel dichiarare “guerra” ha tentato di darsi un tono virile, ma a colpire, in realtà, era l’aspetto imitativo della sua performance – al punto da rendere difficile seguirlo seriamente. Proprio questo buffone, in ogni caso, assumerà ora il ruolo di capo dell’esercito.

Lo stato di emergenza dissolve la distinzione tra Stato ed esercito. La gente vuole vedere la polizia, una polizia militarizzata a proteggerla. Un desiderio pericoloso, per quanto comprensibile. Molti sono attratti dagli aspetti caritatevoli dei poteri speciali concessi al sovrano in uno stato di emergenza, come ad esempio le corse in taxi gratuite, la scorsa notte, per chiunque avesse bisogno di tornare a casa, o l’apertura degli ospedali per i feriti. Non è stato dichiarato il coprifuoco, ma i servizi pubblici sono stati comunque ridotti e le manifestazioni pubbliche vietate – ad esempio i rassemblements (“assembramenti”) per piangere i morti sono stati considerati illegali. Ho partecipato a uno di questi, a Place de la République: la polizia continuava a dire a tutti i presenti di separarsi, ma in pochi obbedivano. Per un attimo, ho visto in questo un po’ di speranza.

Quanti commentano i fatti, cercando di distinguere tra le diverse comunità musulmane, con i loro diversi posizionamenti politici, sono accusati di badare troppo alle “sfumature”: sembra che il nemico debba essere al contempo indefinito e singolarizzato, per essere annientato, e le differenze tra musulmani, jihadisti e Stato islamico, nei discorsi pubblici, si fanno via via più labili. Tutti puntavano il dito, con assoluta certezza, contro lo Stato islamico ancora prima che l’ISIS rivendicasse gli attentati.

Trovo significativo, personalmente, che Hollande abbia dichiarato tre giorni di lutto ufficiale, nello stesso momento in cui intensificava i controlli di sicurezza. Si tratta di un modo nuovo di leggere il titolo del libro di Gillian Rose, Mourning Becomes the Law (“Il lutto diventa legge”). Stiamo partecipando a un momento di lutto? O stiamo legittimando la militarizzazione del potere statale, o forse la sospensione della democrazia…? In che modo questa sospensione accade con più facilità, quando viene venduta in nome del lutto? Ci saranno tre giorni di lutto pubblico, ma lo stato di emergenza può essere prorogato fino a dodici giorni, anche senza approvazione dell’Assemblea nazionale.

La voce dello Stato dice che abbiamo bisogno di limitare le libertà, al fine di difendere la libertà – paradosso che non sembra affatto disturbare i commentatori in tv. Gli attacchi, in effetti, erano chiaramente rivolti a luoghi emblematici della libertà quotidiana in Francia: il bar, il locale da concerti, lo stadio. Nel locale, a quanto pare, uno dei responsabili delle 89 morti violente lanciava un’invettiva contro la Francia per non essere intervenuta contro la Siria (contro il regime di Assad), e contro l’Occidente per i suoi interventi in Iraq (contro il regime baathista). Non è, quindi, un posizionamento (se così si può definire) totalmente in contrasto con l’intervento occidentale in sé.

C’è, poi, una politica dei nomi: ISIS, ISIL, Daesh. La Francia rifiuta di dire “etat islamique”, in quanto ciò significherebbe riconoscerlo come Stato, ma vuole tenere “Daesh” come termine, in modo da non doverlo tradurre in francese. Nel frattempo, è questa l’organizzazione che ha rivendicato gli attentati, come rappresaglia per tutti i bombardamenti aerei che hanno ucciso i musulmani sul suolo del Califfato. La scelta del concerto rock come obiettivo – come scenario per gli omicidi, in realtà – è stata così argomentata: ospitava “idolatria” e “un festival della perversione”. Mi domando dove abbiano trovato il termine “perversione”. Suona quasi come uno sconfinamento da un altro contesto.

Tutti i candidati alla presidenza della Repubblica non hanno lesinato le loro opinioni: Sarkozy propone i campi di detenzione, affermando la necessità di arrestare chiunque sia sospettato di avere legami con jihadisti. Le Pen parla invece di “espulsioni”, dopo aver definito “batteri” i nuovi immigrati. E non è da escludere che la Francia decida di consolidare la sua guerra nazionalista contro gli immigrati dal momento che uno degli assassini è arrivato in Francia passando per la Grecia.

La mia scommessa è che sarà importante monitorare il discorso sulla libertà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, poiché ciò avrà implicazioni per lo stato di polizia e per l’affievolimento delle precedenti versioni della democrazia. Una libertà viene attaccata dal nemico; un’altra viene attaccata dallo Stato, proprio mentre difende il discorso dell’”attacco alla libertà” da parte del nemico come un attacco contro ciò che si ritiene costituisca l’essenza della Francia, ma sospende la libertà di assembrare (la “libertà di espressione”) nel bel mezzo del lutto, e si prepara per una ancora maggiore militarizzazione dei corpi di polizia. La questione politica centrale è questa: quale versione dell’estrema destra vincerà le prossime elezioni? E quale diventa la prossima “destra tollerabile” se Marine Le Pen è considerata di “centro”? È un tempo spaventoso, triste, di oscuri presagi; ma noi siamo ancora in grado di pensare, spero, di parlare, e di agire, in mezzo a tutto ciò.

Il lutto sembra essere stato completamente circoscritto all’interno del territorio nazionale. Difficilmente si parla dei quasi 50 morti a Beirut il giorno prima, o dei 111 uccisi in Palestina solo nelle ultime settimane, o degli attacchi ad Ankara. La maggior parte delle persone che conosco dicono di trovarsi in una “situazione di stallo”, nella più totale incapacità di inquadrare lucidamente la situazione. Un modo per farlo potrebbe forse consistere nell’abbracciare una concezione trasversale del dolore, cercando di comprendere in che modo lavorino le metriche del lutto, cercando ad esempio di comprendere perché il bar mi colpisca al cuore in un modo che gli altri obiettivi sembrano invece non fare. La paura e la rabbia possono gettare con assoluta fierezza tra le braccia dello stato di polizia. Suppongo che sia questo il motivo per cui mi trovo meglio con chi si trova invece nella situazione di stallo. Ciò significa che si prendono del tempo per pensare. Ed è difficile pensare quando si è paralizzate dallo spavento. Ci vuole tempo per farlo, e qualcuno che sia disposto a farlo insieme a te – qualcosa che ha la possibilità di accadere, forse, in un rassemblement non autorizzato.

 

Apparso su Revista Cult

Tradotto da Federico Zappino, con la collaborazione di Marco Liberatore per effimera.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

attentati ParigiFranciaIsisJudith Butlerlutto

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lavoro: otto giorni di sospensione all’aeroportuale di Montichiari che si è opposto al traffico d’armi

Otto giorni di sospensione dal lavoro per Luigi Borrelli, dipendente dell’Aereoporto di Montichiari, nel quale è anche delegato sindacale USB e responsabile sicurezza, per aver segnalato il trasporto di armi che avviene all’interno dello scalo civile bresciano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pavia: contro riarmo, guerra e genocidio

Come è andata la prima assemblea della rete dei movimenti pavesi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuovo accordo tra la Francia e Kanaky: indipendenza o truffa coloniale?

Qualche giorno fa è stato siglato un nuovo accordo tra i partiti indipendentisti kanak e lo Stato coloniale francese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Knesset vota sull’imposizione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania

Mercoledì, la Knesset ha votato una dichiarazione a sostegno dell’imposizione della “sovranità” israeliana sulla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: approfondimento sulla situazione politica in Bangladesh a un anno dalla rivolta del luglio 2024. Intervista a Romane Cauqui

L’estate scorsa, nel luglio 2024, il Paese è stato attraversato da un’ondata di proteste e mobilitazioni di massa contro il governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La viltà sionista e i suoi oppositori

Di tutti i comportamenti che degradano l’uomo la vigliaccheria è il più infimo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Riprendere la terra dalle macchine. Manifesto della cooperativa L’Atelier paysan

Da dieci anni la cooperativa l’Atelier Paysan, con sede nell’Isère, lavora per l’adozione diffusa di un’agroecologia contadina, con l’obiettivo di cambiare il modello agricolo e alimentare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Dagli inferi di Manchester agli inferi della banlieue

Un estratto da Cronache marsigliesi. Scorci di guerra civile in Francia di Emilio Quadrelli (MachinaLibro, 2025)

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Speculazione sul burro e altre storie del capitalismo globalizzato

Il capitalismo è una follia e la prova è data da un prodotto che tutti i bretoni amano: il burro. Il 28 dicembre, un articolo di Le Parisien ha raccontato di un biscottificio dell’Ile et Vilaine costretto ad acquistare burro dai Paesi Bassi, anche se prodotto a 90 chilometri dalla sua fabbrica… in Normandia! Tradotto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano