Referendum catalano: giornata campale, sgomberi e scontri con la polizia spagnola
E’ giornata campale nelle strade di Barcellona e in tutti i distretti catalani. L’ 1 Ottobre referendario per l’indipendenza è arrivato e la tensione alle stelle tra persone e polizia spagnola sta segnando queste intense ore.Migliaia di persone resistono e combattono l’autoritarismo delle guardie in strada.
L’appello ad un imprecisato “civismo” di Puidgemont lascia il passo allo stato delle cose reali. Migliaia di agenti in assetto antisommossa, presenti da settimane ormai in Catalogna, stanno impedendo in maniera cruenta l’accesso ai seggi allestiti a velocità record dopo il maxi-blitz e gli arresti di dieci giorni fa. Così, soprattutto all’interno e all’esterno dei seggi scolastici, si stanno susseguendo sgomberi, parapiglia e scontri, con bambini, donne e anziani trascinati di malomodo e financo spari in aria. Nel week-end sono stati occupati per garantire la possibilità di voto 1134 seggi elettorali: una mobilitazione oceanica che la dice lunga su quanto sia sentito questo momento come uno spartiacque decisivo non solo per la prospettiva indipendentista, quanto per la pretesa di autodeterminazione ed esercizio di libertà contro lo stato spagnolo. Si tratta del 49% dei seggi complessivi.
Lungo molti carrers le persone sono state caricate e respinte tramite l’utilizzo di proiettili di gomma di grosso calibro, che hanno causato decine di feriti, di cui uno particolarmente grave davanti alla scuola Ramon Llull a Barcellona. Nella prima mattinata le truppe mandate da Madrid hanno cominciato le operazioni di sgombero a Lleida, Tarrassa, Girona, con l’utilizzo di arieti per sfondare i cingoli delle porte degli edifici, e nelle zone popolari della capitale come Barceloneta, e nel Eixample, dove gli scontri sono stati particolarmente significativi, con persone che hanno lanciato transenne contro gli agenti. Scontri anche a Girona. In molti casi i pompieri, supportati dalle migliaia di solidali e antifascisti sopraggiunti dalle altre comunità spagnole, si sono messi in prima fila durante le cariche. Contradittorio e significativo l’atteggiamento dei Mossos, i reparti antisommossa catalani, che dapprima hanno dato le disponibilità alla copertura territoriale in funzione anti-popolare intorno ai seggi, poi tra stanotte e oggi si sono astenuti durante le operazioni di sgombero e scontro.
Il parapiglia continua anche a livello istituzionale, con Puidgemont che si limita a dire come “lo stato si sia macchiato di una imperdonabile vergogna”,e il ministro degli Interni spagnolo che rincara affermando quanto sia “ridicola” l’idea del Referendum. Ada Colau, sindaco in carica di Barcellona, si scaglia contro l’operato della polizia e chiede le dimissioni di Rajoy. Di fatto, la Guardia Civil ha fatto irruzione bloccando il seggio della circoscrizione del presidente della Generalitat, lanciando un messaggio politico inequivocabile.
La situazione è in continua evoluzione ed è difficile ad ora fare un sunto chiaro di quanto sta accadendo e accadrà in queste ore che sicuramente lasceranno un ulteriore segno profondo nella partita sempre più di interesse trasnazionale tra interessi catalani e Governo centrale.
Prende maggiormente corpo l’idea diffusa della necessità di uno sciopero generale e sociale di tutta la Comunità autonoma. Il primo passo è la convocazione unitaria lanciata dai sindacati per il 3 Ottobre.
Seguiranno aggiornamenti…
ore 13:30: sfilano per la calle Layetana i nazi spagnoli accorsi da tutta la Spagna a Barcellona contro il referendum con intento più che provocatorio. E’ allerta antifa nei quartieri popolari della città
ore 14:15: spunta la prima barricata nel centro di Barcellona
Ore 15:00: il portavoce della generalità parla del 96 per cento dei seggi aperti.
Ore 15:20: Sant carles de la rápita (Tarragona), sassaiola mette in fuga la guardia civil
Ore 16:40: un uomo di 56 è in gravi condizioni colpito da un infarto durante una carica mentre difendeva un seggio e le schede referendarie a Lleida
Ore 19:00: Madrid, in migliaia a Puerta del Sol contro la repressione del governo Rajoy in Catalunya. Un piccolo gruppuscolo di fascisti provoca la piazza.
Ore 20:00: cariche a Madrid a Puerta del Sol. In Catalunya la chiusura dei seggi è prevista per le 20. Molti hanno chiuso prima per mettere in sicurezza le schede, mentre fuori da molti seggi la Policia Nacional aspetta la chiusura per sequestrare le urne.
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