InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rischi crescenti, posizioni statiche, accordi su nulla



Mettere insieme 20 teste diverse è già difficile. Farlo con altrettanti grumi di interessi economici è una fatica di Sisifo. Il G20 di Parigi non sembra sottrarsi a questo destino: convocato con grandi speranze e obiettivi ambiziosi – trovare le regole per mettere sotto controllo il «sistema finanziario ombra», un freno alla corsa delle materie prime e all’instabilità dei cambi – sembra destinato a concludersi con molte dichiarazioni di intenti e poca sostanza.

Ma alcune cose sono emerse chiaramente. «Non si può andare avanti nell’ottica del business as usual» perché il sistema finanziario – salvato con i soldi pubblici – ha ripreso a fare esattamente il vecchio gioco ante-crisi: profitti con i prodotti derivati scambiati su mercati fuori controllo (non nelle borse ufficiali, insomma). E, come hanno ammonito prima Jean-Claude Trichet e poi Mario Draghi, «le democrazie non accetterebbero una nuova crisi»; o perlomeno che «il denaro dei contribuenti venga usato per questo».La condivisione dei giudizi, il silenzio di Axel Weber e soprattutto il cerimoniale – il governatore della Banca d’Italia, nonché presidente del Financial Stability Forum, ha avuto l’onore delle conclusioni alla riunione dei governatori – hanno sottolineato che Draghi è davvero il più solido candidato alla presidenza della Banca centrale europea. Un problema in più per chi, in Italia, lo sognava come il «super-Ciampi» alla guida di un governo post-Berlusconi.

Tornando ai temi del G20, l’argomento tabù sembra ancora quello delle banche «troppo grandi per fallire». Il salvataggio pubblico si è tradotto ovunque – tranne in pochi casi di nazionalizzazione forzata – in un puro trasferimento di denaro pubblico in casseforti private; e questo ha rivitalizzato «l’azzardo morale», ovvero il caricarsi di rischi fidando in una seconda copertura pubblica se le cose – com’è certo – dovessero andar di nuovo male.
L’altro mostro che si staglia all’orizzonte è il costante rincaro delle materie prime, dal cotone al grano, dal rame al petrolio. Il Brent inglese è ormai costantemente sopra i 100 dollari al barile, mentre il Wti texano viaggia intorno agli 86, perché nei fatti ridotto a prodotto «locale». In parte questi rincari dipendono dalla domanda dei paesi emergenti, in parte dalla speculazione sul mercato dei futures, ma è anche vero che non si specula sulle merci abbondanti; solo su quelle scarse. Questi rincari pesano però sulla crescita anemica dei paesi occidentali e destabilizzano socialmente, intanto, quelli meno ricchi (vedere il Maghreb per credere). Ma non è stata trovata nessuna giusta contraria.

Infine «l’instabilità dei cambi» tra le principali monete del mondo. È evidente a tutti che la centralità del dollaro – dopo la distruzione volontaria del sistema di Bretton Woods da parte degli Usa – non ha più ragion d’essere. Ma al momento nessuna moneta globale alternativa è possibile (i «diritti speciali di prelievo» del Fondo monetario internazionale sono incentrati su un «paniere di monete» in cui la Cina – tanto per fare un nome – non vuole neppure entrare) o alle viste. I paesi emergenti – a cominciare dal Brasile – si lamentano dei flussi eccessivi di capitale in entrata, incentivata dai tassi di interesse tenuti a zero dalla Federal reserve. Sembra una manna, ma anche il troppo stroppia: ovvero si traduce in inflazione e quindi crescita molto rapida delle richieste salariali.Un gioco dei tre cantoni che gli Usa provano ancora a gestire, insieme all’Eurozona, in chiave anti-cinese (si chiede a Pechino di lasciar apprezzare lo yuan molto più velocemente di quanto accada, in modo da costringere quel paese a ridurre le esportazioni e aumentare l’import. Il placido Zhou, governatore della banca centrale, ha continuato invece a proporre una «diversificazione delle riserve valutarie globali». Alla fine, ci sono stati problemi insormontabili anche nella definizione di alcuni indicatori per la misurazione delle performance economiche, senza nemmeno regole generali per i flussi di capitale. Un nulla, insomma.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

crisig20

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’assemblea nazionale “Stop al genocidio. Fermiamo il sionismo con la resistenza” si terrà al cinema Aquila

Alcuni giorni fa il sindaco Gualtieri aveva vietato l’utilizzo di una sala del cinema Aquila di Roma per l’assemblea nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi in Italia. Ora il passo indietro. LA LOTTA PAGA – L’ASSEMBLEA SI TERRÀ AL CINEMA AQUILA IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00 Dopo la conferenza stampa di lunedì 8 settembre davanti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Campeggio no base 5-6-7 settembre – Comunicato conclusivo

Il campeggio territoriale No Base del 5-6-7 settembre è stato un momento fondamentale nella crescita della lotta del movimento No Base, aprendo nuovi spazi di organizzazione e di lotta, unendo persone e realtà differenti nell’obiettivo comune di fermare la base militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “Blocchiamo tutto”. Mobilitazioni diffuse nel paese contro l’austerity di Macron

Intensa giornata di mobilitazione mercoledì 10 settembre in Francia, dietro la parola d’ordine “Bloquons Tout”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A Gaza il colonialismo occidentale è stato smascherato

Attraverso Israele e l’ideologia del Sionismo, le élite occidentali hanno reinventato il loro orribile Sistema di Controllo Razzista e lo hanno spacciato per una causa “morale”. Ora la partita è finita.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione a Ronchi dei Legionari – Leonardo fabbrica di morte

Al fianco del popolo palestinese, contro la tendenza globale alla guerra

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Secondo drone incendiario in 2 giorni contro la Global Sumud Flotilla

Secondo attacco a un’imbarcazione della Global Sumud Flotilla, nella tarda serata di martedì 9 settembre, ancora in acque tunisine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sulle macerie e sulle coste – Dal colonialismo genocidario israeliano alla villeggiatura in Sardegna

I fatti, più o meno, li conosciamo. La popolazione palestinese sta subendo un genocidio da parte dello stato di Israele, appoggiato da complici occidentali.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Dalla gestione della crisi al sistema di guerra

In questa decima puntata del Diario della crisi – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi ed El Salto – Stefano Lucarelli riflette sull’inopportuno susseguirsi di crisi che, spiazzando ed eliminando le cause e dunque le possibilità d’intervenire sulle conseguenze di quelle precedenti, fanno sì che gli effetti di queste ultime si accumulino e si […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il ritorno del paradosso di Solow?

Nel 1987, mentre si stava affermando la cosiddetta rivoluzione informatica, il premio Nobel per l’economia Robert Solow enunciò un paradosso che divenne famoso: “Si possono vedere computer dappertutto, tranne che nelle statistiche sulla produttività”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Spazi Sociali 2023 – Il giornale del Network Antagonista Torinese

Questo Primo Maggio come da tradizione è stato diffuso il volantone “Spazi Sociali”, il giornale del Network Antagonista Torinese. Al centro dell’edizione di quest’anno la questione della guerra e della crisi sociale, ma anche la libertà d’aborto e gli attacchi giudiziari ai movimenti sociali.