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San Paolo: contro le violenze della polizia, per la liberazione degli arrestati

La giornata di mobilitazione è iniziata presso l’Università di San Paolo, dove Fabio Hideki Harano studia e lavora. Diverse centinaia di studenti e colleghi hanno inizialmente bloccato con picchetti l’entrata del campus e in seguito si sono mossi in corteo, scandendo slogan per la libertà del proprio compagno e delle altre persone perseguitate dalle operazioni giudiziarie. Diverse unità della polizia antisommossa ha seguito il corteo, il quale però non si è fatto intimidire ma, anzi, ha proseguito con determinazione verso il palazzo dei Banderantes, sede del governo locale. Una volta giunti davanti all’ente, i manifestanti hanno richiesto un incontro con il governatore Geraldo Alckmin per esigere l’immediato rilascio di Harano e ribadire la necessità di un tavolo per discutere sull’aumento salariale dei dipendenti universitari, una parte dei quali è in sciopero da maggio. In tarda mattinata, grazie alla tenacia degli studenti e lavoratori, i quali sono rimasti a presidiare il palazzo, Alckmin ha ricevuto una delegazione formata da cinque persone.

Verso tardo pomeriggio un altro presidio ha bloccato avenida Paulista, una delle arterie centrali della città, per esprimere la solidarietà ai due giovani arrestati con l’augurio di rivederli il prima possibile in prima linea durante i cortei. Inoltre i manifestanti hanno denunciato l’escalation di violenze da parte delle diverse unità della polizia (militare, antisommossa, pacificatrice). Sono sempre più frequenti i casi in cui gli agenti sparano munizioni vere sulla folla, lanciano lacrimogeni e proiettili di gomma a distanza ravvicinata, senza dimenticare gli sprechi dei fondi pubblici dovuti alle sfilate e massicci dispiegamenti messi in atto per soffocare la rabbia popolare, che non intende spegnersi nonostante queste violenze e intimidazioni.

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