InfoAut
Immagine di copertina per il post

Siria. Obama tentenna e manda avanti la CIA

Ma a richiamare l’attenzione regionale e mondiale non sono né vittime civili né rifugiati. Gli occhi della diplomazia internazionale – e gli interessi degli attori in campo – sono fermi su Ghouta, quartiere orientale di Damasco, teatro martedì di un vero e proprio massacro. Secondo le opposizioni i morti sarebbero stati 1.300, uccisi dal gas nervino contenuto nei missili sganciati dal regime di Bashar al-Assad. Un’accusa che Damasco ha rispedito al mittente, ma che ora potrebbe trasformarsi nell’atteso pretesto per un intervento esterno.

Ieri il presidente statunitense Obama ha espresso “grande preoccupazione” per il potenziale utilizzo di armi chimiche contro la popolazione civile e quindi l’eventuale superamento della “linea rossa” tracciata mesi fa da Washington: “Stiamo raccogliendo informazioni sull’evento”, ha detto Obama in un’intervista, tirando in ballo la comunità internazionale. Alla CNN il presidente ha chiaramente affermato di non voler procedere ad un intervento esterno senza un mandato dell’Onu (e quindi di una coalizione internazionale), aggiungendo che i costi per il suo Paese sarebbero difficilmente accettabili dal contribuente americano: “Penso che il popolo americano si aspetti che da presidente io tenga conto dei nostri interessi nazionali di lungo termine”. Ovvero evitare di restare “impantanati in situazioni molti difficili e coinvolti in interventi molto costosi che potrebbero generare maggior risentimento nella regione”.

Il segretario di Stato, John Kerry, insieme al ministro degli Esteri russo Lavrov – da tempo impegnato nel tentativo di tutelare il presidente siriano Assad e farlo rientrare in un’eventuale transizione politica – si è limitato a chiedere alle Nazioni Unite un’indagine immediata e attenta dell’attacco di Ghouta. Mosca, che ha subito etichettato l’attacco “un’azione premeditata” delle opposizioni siriane, ha poi fatto appello ai gruppi armati perché garantiscano la sicurezza degli investigatori Onu, entrati in Siria martedì per indagare sull’utilizzo di armi chimiche da parte del governo.

Non è solo Mosca a mettere in dubbio la veridicità dei fatti. Diversi osservatori nei giorni scorsi hanno espresso perplessità in merito all’uso di gas nervino: analizzando i video e le foto pubblicate su internet, esperti come Paula Vanninen, direttrice dell’Istituto finlandese per la Verifica della Convenzione sulle Armi Chimiche, e John Hart, capo del Chemical and Biological Security Project dell’Istituto Internazionale per la Pace di Stoccolma, hanno sottolineato l’assenza di alcuni sintomi tipici dell’esposizione ad armi chimiche e la mancanza di speciali precauzioni e protezioni da parte dei soccorritori.

E se Washington continua a non sbilanciarsi, a parlare per l’amministrazione Obama è la CIA. Secondo il quotidiano francese Le Figaro, team dell’intelligence americana sono entrati in Siria per addestrare e impartire ordini diretti e strategie militari ai gruppi di opposizione: “Secondo le nostre fonti – si legge nel servizio de Le Figaro – i ribelli, supervisionati da commando giordani, israeliani e statunitensi, si stanno muovendo da alcuni giorni verso Damasco”. Sarebbero 550 i miliziani in marcia, secondo il giornale israeliano Debka File.

Da mesi circolano notizie di campi di addestramento congiunti americani e giordani, dove le forze militari dei due Paesi stanno preparando squadre di ribelli anti-Assad. La prova di un intervento indiretto nel conflitto: gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di inviare truppe in territorio siriano, ma addestrano e riforniscono di armi i ribelli, allontanando costantemente la fine naturale della guerra civile. Probabilmente, senza il fondamentale sostegno militare ed economico di Usa e Paesi del Golfo, le truppe governative di Assad avrebbero sconfitto da tempo le forze di opposizione, frammentate a livello politico e religioso e poco radicate, spesso formate da miliziani provenienti dall’estero.

da Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ciaobamasiria

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump in viaggio in Medio Oriente

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta viaggiando in Medio Oriente come annunciato da giorni incontrando diverse personalità politiche e tratteggiando la sua strategia in politica estera. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: attacchi continui (ma respinti) dei turcojihadisti tra Manbij e la diga di Tishreen. L’aggiornamento con Jacopo Bindi dell’Accademia della Modernità Democratica

Nella Siria del Nord e dell’Est, dove da una dozzina d’anni è attiva l’esperienza rivoluzionaria dell’Amministrazione autonoma (Rojava), continuano gli attacchi incessanti contro le Forze democratiche siriane. Aerei da guerra turchi e droni dal cielo, oltre ai mercenari turcojihadisti via terra, colpiscono i fronti sud ed est di Manbij, per cercare di avanzare nella regione della […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: le SDF resistono agli attacchi turco-jihadisti. Il punto con il giornalista Murat Cinar

Le Forze democratiche siriane continuano la propria resistenza agli attacchi di stato turco e milizie jihadiste del sedicente Esercito nazionale siriano, controllato da Ankara.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.