Sotto attacco la sede della comunità mapuche Maria Colipi
I membri della comunità Maria Colipi vedova di Maril si trovavano in una riunione in una sede sociale della comunità, quando sono stati all’improvviso interrotti dagli squadroni del GOPE, che sparavano a bruciapelo su tutte le persone presenti, che si sono difese dall’attacco armato, e arrestavano il peñi (fratello) Hernan Paredes Puen, uno dei portavoce della comunità, che è stato ferito su tutto il corpo con pallettoni e ora si trova ricoverato nell’ospedale di Curanihue. Insieme a lui è stata arresta la lamgen (sorella) Fernanda Yebilao. Ambedue si trovano privati della libertà in attesa della formalizzazione che ci sarà venerdì 4 marzo nel Tribunale di Garanzia di Cañete, alle 11.00 am. Il GOPE non ha mai mostrato un ordine di perquisizione per nessun motivo specifico e giustificato, erano decine di poliziotti militari che hanno effettuato questo attacco armato, questa è una grave violazione dei diritti delle persone e dei bambini della comunità che in questo momento si trovavano riuniti per fare le loro attività sociali.
È importante chiarire, che nei media della stampa borghese, come Canal 13, Radio BioBio, ecc., è stato arbitrariamente segnalato il peñi Hernan Paredes Puen come uno dei presunti autori dei diversi attacchi incendiari avvenuti nella zona di Arauco. Fatto che è stato decisamente denunciato come falso e male intenzionato, giacché si vuole evidentemente organizzare una montatura giudiziaria contro di lui e che per di più è violentemente realizzato dal GOPE contro la comunità, dicendo che i detenuti “li avevano presi di sorpresa dentro un fondo forestale con protezione poliziesca”, poiché questo è completamento falso, giacché si trovavano nella loro comunità e ci sono prove che lo confermano.
Una dimostrazione di più del terrorismo di stato nel Wallmapu, che crea una situazione di militarizzazione a favore degli affari forestali, con chiari segni di politiche di guerra fredda anti insurrezionale, di montaggi mediatico-giudiziari per cercare di bloccare e disarticolare i legittimi processi di recupero territoriale, che fino al momento sono progressivamente aumentati e si sono acutizzati nella provincia di Arauco.
Bisogna rilevare che il trauma causato dall’azione repressiva ha lasciato gravi conseguenze nei bambini presenti nella comunità, che ore dopo mostravano seri segni di danni psicologici poiché avevano visto i propri esseri amati feriti da pallettoni, che si dissanguavano. Dopo non si sapeva dove fosse stato portato il peñi Hernan Paredes Puen, giacché lo hanno trasferito da un centro ospedaliero all’altro, senza che potesse essere visto e accompagnato dalla propria famiglia. Sempre con un grande dispiegamento poliziesco per sorvegliare il peñi. Da parte delle istituzioni cilene ci sono state irregolarità molto gravi, totale violazione dei diritti fondamentali, azioni repressive che avrebbero potuto essere fatali, che non escono nei grandi mezzi di comunicazione. Giammai escono i feriti, i morti o i detenuti delle comunità mapuche in lotta, nemmeno le ragioni della resistenza e nemmeno lo storico debito che lo stato ha nei confronti del popolo mapuche, solo le versioni poliziesche e dei persecutori di turno, oggi quelli incaricati di effettuare le operazioni militari che vengono strategicamente pianificate dalle elite.
Nelle operazioni militari il ruolo dei mezzi di comunicazione è fondamentale nelle decisioni. Lo sa bene Agustin Edward, padrone del consorzio del Mercurio quando fu preparato dalla CIA per il colpo di stato, lo stretto legame tra l’apparato militare e quello mediatico sono determinanti nel teatro delle operazioni e nel condizionare l’opinione pubblica. Oggi i militari fanno nelle zone di forte conflitto prove di colpo di stato. Che sia chiaro che nel Wallmapu c’è la guerra. Quelli che se ne devono andare sono gli invasori.
Amulepe taiñ Weichan!!!
Che la nostra lotta continui!!!
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