InfoAut
Immagine di copertina per il post

#Brancaleone devastazione e saccheggio (Art.419 C.P)

Riprendiamo questa nota fb riportata dal sito Osservatorio sulla repressione che ben rende l’idea di come la gestione del territorio calabro negli ultimi 30 anni sia stata catastrofica nella zona di Brancaleone e non solo. Un commento che richiama all’attenzione eventi ormai dimenticati ma significativi e più che mai attuali per capire il decadimento dei territori nei quali viviamo.

Si ho metà famiglia di ‪#‎Brancaleone‬ in provincia di ‪#‎Reggio‬ ‪#‎Calabria‬. Ho sangue affetti e terra coltivata da mio nonno e mio padre. Ma non per questo risparmio critiche, anzi. Qui la mia risposta ad un paesano ieri sui tre giorni di alluvione e la rendo pubblica perchè in questo modo la penso; e che si sappia nessun disturbo, facebook non lo uso ormai più , salvo ogni tanto guardare qualche bacheca che ritengo interessante. Non dico che gli accumuli di pioggia di questi giorni non siano stati importanti, ma la gestione del territorio di questi ultimi 30 anni e non solo è stata a dir poco delinquenziale!

A partire dall’incendio del 3-4-5 luglio 1998 ho spento oltre 500 incendi e dico 500, in 12 anni di antincendio boschivo di cui un buon 95% sui territori di ‪#‎Brancaleone‬ ‪#‎Staiti‬ ‪#‎Bruzzano‬ ‪#‎Ferruzzano‬ ‪#‎Palizzi‬ e ‪#‎Bova‬. Conosco quelle montagne come le mie tasche.

Ho sacrificato volentieri 12 estati della mia vita invece di andare a mare a curare il territorio, perchè ci credo e senza percepire un euro .. sentendomi rispondere, quando tornavo lordo di cenere, dai paesani in primis “ma a tia cu ta faci fari”

Staiti è isolata.. certo .. gli incendi appiccati dalla spianata dietro Razzà , noi a spegnere avanti e qualcuno a mettere fuoco dietro .. alla fine arrivavano fino ai tornanti .. e arrivavano fino al 4piano con quelli di Staiti ancora dentro le case.

La fiumara di Ferruzzano è scesa? certo .. quando scendo ci possiamo vedere e ti porto dove il sottoscritto si inerpicava nella fiumara dietro il ponte di Motticella a spegnere.. dove non ti prendevano né cellulari e né radio e tornavi a casa a nottata.
Mi vorresti dire che il ponte che da Razzà passando sopra la fiumara alle spalle del Pantano collega Bruzzano sia normale? che non ci passo neanche io sotto.. I ponti della SS106 che luce hanno?

I comuni del comprensorio quante licenze edilizie di nuove costruzioni in deroga hanno rilasciato? le possiamo contare .. l’albo pretorio del Comune di Brancaleone è online e io me lo controllo settimanalmente.

Mi vorresti dire che la strada che asfalta una delle tre arcate del ponte dietro la Finanza alla fine del Lungomare di Brancaleone è crollata per la fiumara? quello sarebbe un alveo? io mi meraviglio come non si sia portato giù tutte le case che stanno a bordo argine fino Razzà e sono in piena zona di pertinenza fluviale

E dulcis in fundo le persone del comprensorio non hanno *minimamente* compreso quello che mio padre aveva messo in piedi portando il modello di volontariato visto 35 anni fa in Trentino Alto Adige. Un’Associazione che funzionava e che bastava solo ciò che si era costruito e i mezzi che si mettevano in piedi in caso di emergenze a stoppare le dicerie che si sono dette in giro .. invece no i paesani, sia chi ha usufruito dei servizi, sia chi a vario titolo ne ha partecipato, hanno preferito defilarsi o voltarsi dall’altra parte e permettere che sciacalli (sempre paesani intendiamoci) mettessero non solo i bastoni tra le ruote ma distruggessero tutto ..
L’unica divisa che ho portato e riporterei con orgoglio. Sporca di cenere fino al midollo

Magari gli stessi che si aggirano adesso tra il fango di Brancaleone con una pala in mano soli come i cani e senza mezzi portanto indegnamente divise (che stanno tenendo indebitamente). gli stessi che mi ridacchiavano in faccia quando andavo a spegnere incendi a Pressocito (è isolato anche quello ci scommetto)
Andando su un incendio a Brancaleone , zona Pressocito

Adesso i volontari vengono da fuori .. o i quattro ragazzi che ci sono e sono armati di buona volontà non possono nulla contro questa devastazione.
Queste cose è bene che i cittadini di Brancaleone e comprensorio le sappiano e se le raccontino che possiamo dire essere piovuti 600mm e non 300 ma questo nulla toglie a ciò che ho scritto poco sopra.

Lo si renda pubblico questo sfogo, perchè si sappia e si sappia cosa pensa uno che ha un 50% di sangue di Brancaleone. Perchè la società non si divide in paesani e non paesani, spartiventoti, palizzitani, boviciani o italiani ma in classi!

E anche tra i paesani c’è chi la pensa differentemente

Prima di tornare a difendermi il territorio, questa volta studiando da terra e da satellite ad un migliaio di chilometri da casa come faccio ormai da anni

Durante un workshop come insegnare ad i volontari ad autoproteggersi psicologicamente chiamo ognuno alle proprie responsabilità , me compreso, perchè come diceva Gramsci la bellezza di 98 anni fa:

“Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non Antonio Gramsci se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?“

Dario Stelitano da facebook

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

brancaleonecalabriaterritorio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“In Val Susa la repressione non ci ha vinto”, intervista a Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio la storica attivista del movimento No Tav sta terminando un anno di detenzione domiciliare per la sua lotta contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Se si muore di sanità in Calabria

La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Bertolla Vendesi – Una camminata nel declino inarrestabile dell’ultimo borgo rurale di Torino

Continuiamo la raccolta dei contributi redatti da Un altro piano per Torino, di cui avevamo già pubblicato un articolo sulla camminata dal parco della Pellerina all’ex area Thyssen. Diffondiamo questi contenuti perché uno degli elementi fondamentali per costruire una solida lotta a difesa dei territori significa conoscerli!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Criminale è chi nega la crisi climatica, non chi la denuncia!

L’alluvione che lo scorso 20 ottobre ha colpito la piana di Lamezia ha mostrato, ancora una volta, tutta la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non abbandoniamo i paesi interni!

Sono anni che sentiamo da più parti (specialmente negli ambienti politici), il richiamo alla necessità di ripopolare i paesi dell’entroterra calabrese.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Agricoltori calabresi in rivolta, un’analisi

Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria e Campania tra le prime quattro regioni povere dell’UE

I dati ponderati dell’Eurostat Regional Yearbook: disoccupazione, povertà digitale, basso potere d’acquisto. I tristi record del Mezzogiorno