Due centimetri di Tav sono una borsa di studio in meno
Una settimana fa, alla Verdi 15 occupata, lo schiaffo della procura di Torino contro il movimento No Tav ha svegliato anche noi all’alba: uno nostro compagno, Jacopo, è stato inghiottito nell’operazione del procuratore Caselli. Solidarizzare con il movimento per noi è stato obbligato nella misura in cui riteniamo la solidarietà un pratica importante e non scontata, motivata dalla reciprocità e comunanza di battaglie sociali che certo ci vedono impegnati su fronti differenti, ma che, crediamo, debbano essere connesse e condotte insieme.
A tre settimane dall’occupazione, in cui si sono succedute assemblee, iniziative e momenti quotidiani di vita collettiva, noi della Verdi occupata, che andiamo costituendoci sempre più come comunità in lotta, non possiamo che guardare al movimento No Tav ed alla sua ventennale esperienza di battaglia sociale, organizzata dal basso e partecipata attivamente da una comunità intera; perchè riteniamo ciò inevitabile, doveroso e sicuramente un ottimo esempio dal punto di vista politico ed organizzativo.
Il 3 febbraio quindi, alla Verdi occupata, abbiamo compiuto l’ennesimo passo avanti in quello che è il nostro percorso di lotta. In un venerdì sera dalle temperature fredde e un pò ostili, dentro questo spazio liberato e aperto, ha avuto luogo un dibattito dai toni caldi e coinvolgenti, talvolta addirittura emozionanti. I nostri ospiti, Lele Rizzo per il Comitato di lotta popolare di Bussoleno e gli avvocati Bongiovanni e D’Amico, entrambi componenti del Legal Team No Tav, hanno catturato la nostra attenzione per oltre due ore, narrandoci la storia di ventitre anni del movimento contro l’alta velocità, nato per rispondere concretamente alla violenza di chi vorrebbe sottrarre un territorio ai suoi abitanti per lucrarci economicamente, soffermandosi al contempo sugli aspetti più tecnici della questione Tav, quali l’assurdità delle ragioni addotte in favore dell’alta velocità e la battaglia legale intrapresa in difesa del movimento che a più riprese, negli anni, è stato vittima di una repressione fallimentare e controproducente, perchè i No Tav hanno sempre saputo attraversare e superare ogni momento, collettivamente. Il movimento No Tav, infatti, è ben consapevole che la repressione non è altro che indice della paura che politicanti e poteri hanno delle lotte sociali.
Quello che più ci è piaciuto e che riteniamo importante mettere in evidenza in quanto elemento caratterizzante la lotta No Tav, è la diffusa consapevolezza popolare delle ragioni della battaglia, il coinvolgimento di tutti, grandi e piccini, nella difesa del proprio territorio e nell’utilizzo consapevole e condiviso degli strumenti di opposizione al potere, particolarità fondamentali che hanno permesso al movimento di resistere per più di vent’anni e di convogliare al suo interno forze eterogenee e variegate, organizzandosi collettivamente! Questa battaglia ha messo inoltre in evidenza quello che ci sembra essere uno dei maggiori problemi del nostro paese di cui noi studenti, innanzitutto, stiamo pagando le conseguenze: lo sperpero di risorse pubbliche per interessi privati con il conseguente smantellamento di tutto un sistema di diritti! Ci troviamo, come borsisti e studenti, ad affrontare una sostanziale demolizione dell’università e delle strutture adibite al diritto allo studio con la scusa della crisi, per aprire/continuare il passo a privati, banche e speculatori, laddove le nostre vite sono un qualche cosa da mettere a profitto, da sfruttare e disciplinare. Si pensi: 2 centimetri di Tav sono una borsa di studio in meno, con i soldi impiegati nella costruzione di soli 240 metri di alta velocità si coprirebbero tutti i fondi destinati all’Edisu, invece tagliati dalla giunta Cota per spenderli e mangiarli altrove…
La lotta No Tav ci appartiene, è anche una nostra lotta battaglia ed impegno, non solo per becere questioni economiche ma soprattutto per la maniera di intendere un modello di sviluppo alternativo organizzato dal basso e vicino alle esigenze ed i bisogni di chi vive ogni giorno i nostri territori, che siano essi la Val Susa o le nostre università. I numeri bellissimi e straordinari delle iniziative che abbiamo organizzato in queste prime settimane di occupazione, dove l’appuntamento No Tav è stato solo l’ultimo che ha riempito la sala, non possono che essere tasselli di ricchezza che stiamo raccogliendo e seminando lungo la nostra strada: ogni iniziativa incontro dibattito e confronto sono pietre miliari da cui ogni giorno ripartiamo, con ancora maggiore sapere e reciprocità collettiva, con sempre più entusiasmo e passione, quindi voglia di lottare e vincere.
Verdi Quindici Occupata
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