InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il mondo della speculazione e il bonus verde

||||

La Suzano Papel e Celulose è una multinazionale brasiliana presente in oltre 80 paesi. Leader nell’economia di piantagione,  è il maggior produttore di cellulosa e carta dell’America Latina e di polpa di eucalipto nel mondo.
In questo articolo, tratto dal Bollettino n. 257 del Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales, Helder Gomes ne analizza il coinvolgimento nell’economia verde nelle sue varie sfaccettature: operazione di greenwashing e apertura di nuovi canali di finanziamento sotto la forma di Sustainability-Linked Bond.
La trasformazione paradossale dei giganti dell’agroindustria in “produttori di risarcimenti ambientali” avviene in un contesto più generale di mercificazione e finanziarizzazione della “protezione della natura”, che si articola anche attraverso l’emissione di prodotti derivati “verdi” ad alto rischio, ad uso e consumo della speculazione finanziaria.

Traduzione in italiano: Marina Zenobio per Ecor.Network.

di Helder Gomes

Foto di copertina: Edie.net.

Il nostro scopo è rinnovare la vita a partire dagli alberi”.
E’ stato questo lo slogan utilizzato dall’impresa Suzano Papel e Celulose per lanciare il rapporto propagandistico relativo ai risultati ottenuti nel 2020. Una documentazione che mostra le prime conseguenze delle recenti fusioni e acquisizioni che hanno trasformato la Suzano nel maggior produttore mondiale di cellulosa di eucalipto, ma punta anche a dimostrare che, molto più del profitto, le attività produttive dell’impresa sono guidate dalla sua necessità di offrire soluzioni. Per il 2030 il suo obiettivo è di sostituire 10 milioni di tonnellate di plastica e di altri prodotti a base di petrolio con prodotti a base vegetale, e di rimuovere dall’atmosfera 40 milioni di tonnellate di CO2 attraverso l’espansione di piantagioni di alberi. Secondo il rapporto, al di là delle questioni ambientali, la Suzano prevede di riscattare circa 200.000 persone dalla povertà nelle aree in cui opera.

Queste e altre misure sono nel mirino della Suzano, con l’obiettivo di intensificare le sue operazioni attraverso bonus verdi come metodo di finanziamento per i suoi progetti di espansione e competitività. Secondo l’impresa, uno dei principali risultati del 2020 è stata la sua pionieristica emissione di bonus vincolati alla sostenibilità (Sustainability-Linked Bond), che hanno permesso di raccogliere 1250 miliardi di dollari in cambio di un impegno per la riduzione del 15% delle emissioni di gas serra entro il 2030.

 Helder Gomes3

La nostra lettura è che il suddetto rapporto rivela lo sforzo mediatico delle grandi corporazioni dell’agroindustria per mascherare gli obiettivi della loro logica predatoria di accumulazione. Per comprendere meglio questo processo è necessario riflettere sulle nuove tattiche di accumulazione delle grandi corporazioni, soprattutto sul loro coinvolgimento nella cosiddetta economia verde.

Primi passi

Cerchiamo dunque di dipanare il groviglio tecnico messo in atto per queste nuove attività speculative in questo lungo periodo di crisi globale del capitale. Probabilmente una delle maggiori difficoltà che incontriamo nel comprendere il predominio dell’accumulazione speculativa sul capitale produttivo e su altre forme di appropriazione della ricchezza prodotta socialmente, è il modo di concepire i movimenti economici. E’ comune vedere definizioni secondo cui il termine economia viene dalle parole greche oikos (casa/beni di famiglia) e nomos (gestione), cosa che suggerirebbe un certo legame con le attività domestiche, a partire dalle quali si potrebbero spiegare le scelte umane durante il tempo che riguarda la produzione, la distribuzione e il consumo delle società.

Semplificazioni come questa finiscono per nascondere il fatto che, nelle relazioni del capitale, la cosiddetta distribuzione non è orientata verso il consumo finale delle famiglie ma verso un intenso processo di accumulazione. Sotto il capitalismo, l’accumulazione è stata il modo per le imprese di diventare grandi, forti e competitive, formando conglomerati economici capaci di controllare un insieme diversificato di modi per appropriarsi di fette sempre più grandi di ricchezza prodotta su scala globale.

E’ così che accumulare finisce col significare riapplicare le risorse conquistate nella sua stessa espansione e penetrare segmenti di mercato attraverso competizioni su vasta scala tra unità di capitale (che sia sotto forma di fabbriche, banche, imprese commerciali, proprietà terriere o speculazione).

Helder Gomes1

Da queste semplificazioni casalinghe dell’economia capitalista è nata anche una fantasia piuttosto conveniente: la teoria dell’astinenza. Secondo questa teoria, le imprese sono nate da decisioni prese da pochi individui, imprenditori che hanno rinunciato a una parte ragionevole del loro reddito e sono stati disposti a utilizzare questi risparmi per la produzione sociale. Questa leggenda conduce anche all’illusione per cui è necessario lo sviluppo di imprese su vasta scala per poter impiegare il grande contingente di persone che hanno preferito non astenersi dal consumo, spendendo tutti i guadagni della loro vita. Senza queste opportunità di impiego quelle persone non sarebbero in grado di vivere – secondo l’insistente e logora formula che continuano a ripetere.

Fallacie a parte, sappiamo che dalla metà del XIX secolo esiste una separazione tra la proprietà e la gestione del capitale. Inizialmente le banche fornivano credito per finanziare grandi imprese, ma poco dopo sono state create le borse e le banche si fusero gradualmente con il capitale produttivo, creando così le grandi imprese su vasta scala.

E’ così che hanno iniziato a finanziare grandi investimenti attraverso i prestiti, ma anche attraverso la vendita di azioni delle proprietà delle aziende. Per questo sono state create nuove istituzioni, i cosiddetti mercati azionari, che operano su scala internazionale, facendo da intermediari nella compravendita di tali azioni. Mentre l’opzione per i prestiti implicava l’emissione di obbligazioni di debito da parte delle imprese mutuatarie, nel caso del collocamento di azioni sui mercati azionari le imprese iniziarono ad aprire il proprio capitale a un gran numero di soci azionisti, alcuni con diritto di voto nei consigli di amministrazione, ma per lo più completamente anonimi, senza capacità di partecipare alla gestione.

In questo processo sono nate anche le obbligazioni (debentures), bonus di debito convertibili in azioni della società mutuataria nel caso in cui il debito non sia rimborsato in tempo. Bisogna quindi precisare che l’acquisto e la vendita di azioni di società sui mercati azionari, così come la possibilità di scambiare obbligazioni di debito con azioni, favorisce un continuo scambio di beni, senza che sia possibile determinare esattamente chi siano tutti i proprietari delle società. Coloro che possiedono azioni con diritto di voto finiscono con l’eleggere e assumere manager esecutivi per gestire le unità delle grandi aziende distribuite in tutto il mondo. Questi manager possono essere remunerati con una quota dei profitti dell’azienda o anche con azioni.

La scalata verso il dominio della speculazione

Dalla creazione dei sistemi di credito, una parte degli impegni presi dai debitori rappresenta una mera speculazione sul rischio d’impresa. Oltre agli interessi da pagare, i contratti per i prestiti aggiungono sempre al debito una tassa di rischio, un modo per compensare eventuali perdite dovute da mutuatari inadempienti, anche quando questo potrebbe non accadere.

Quando le borse funzionano normalmente, gli acquisti e le vendite di azioni sono realizzate in funzione delle previsioni di una futura distribuzione dei profitti (dividendi) da parte delle società ai loro azionisti, con il valore delle azioni che tendono a salire o scendere senza grandi oscillazioni. Tuttavia, un azionista potrebbe voler vendere un gran numero di azioni, generando così alcune speculazioni sulle ragioni della decisione. Senza acquirenti immediati, il prezzo delle azioni offerte tende a scendere e può svalutare il costo complessivo delle azioni di tutte le società. Questo dimostra che, indipendentemente dalla performance delle aziende in termini di produzione e ricavi effettivi, il valore delle loro azioni può salire o scendere per semplice speculazione sul mercato azionario.

Helder Gomes6

Dal 1971 in poi, la speculazione con obbligazioni e azioni societarie ha acquisito una nuova motivazione con la diffusione internazionale dei cosiddetti mercati secondari. In quell’anno gli Stati Uniti decisero di rompere gli accordi sottoscritti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, accordi che mantenevano tassi di cambio fissi tra le valute di tutti i paesi e il dollaro, e con i quali gli Stati Uniti si impegnavano a mantenere la convertibilità diretta tra la sua moneta e l’oro.

Con la rottura del modello monetario internazionale, i tassi d’interesse iniziarono ad oscillare, generando una nuova ondata di speculazione globalizzata. A partire da allora le obbligazioni primarie, con cui si firmavano contratti di prestito pubblici e privati o le opzioni di acquisto e di leasing, insieme alle azioni dell’impresa, hanno cominciato a sostenere, in proporzioni gigantesche, una serie di scommesse sui prezzi futuri.

Sono nati così i cosiddetti derivati, commercializzati sui mercati secondari. Si tratta di contratti derivati da obbligazioni di debito primario o da azioni utili ad operare una transazione speculativa, di solito legata a scommesse sulla variazione futura dei prezzi di beni e servizi, tipo di tassi di cambio o tipo di tassi di interesse praticati in diversi paesi. Da qui il termine giostra speculativa, un vero e proprio casinò globale che riproduce su scala gigantesca la ricchezza fittizia del gioco d’azzardo, una forma di accumulazione parassitaria sempre più lontana dalla produzione di ricchezza reale. Si stima che il volume attuale dei derivati sia 10 volte il PIL mondiale.

Questa nuova fase della speculazione globalizzata è stata la conseguenza dell’acuirsi di una lunga crisi di sovrapproduzione di capitale. Questo ha fatto sì che quantità crescenti di capitale eccedente fossero utilizzate per scommettere su quotazioni future, alla ricerca di alternative alle difficoltà di applicazione produttiva del capitale con rendimenti ragionevoli. Nonostante siano il risultato di semplici scommesse sul futuro, i derivati sono socialmente riconosciuti come ricchezza reale e conferiscono ai loro detentori un potere di controllo sulle operazioni economiche del presente

La speculazione dei bonus verdi

In un clima mondiale di predominio della speculazione parassitaria, non è passato molto tempo prima che i derivati si convertissero in un’opportunità di accumulazione che ha coinvolto i dibattiti mondiali sul collasso ambientale. Davanti alle difficoltà di controllare la deforestazione e le emissioni di sostanze inquinanti su scala mondiale, i vertici internazionali hanno dovuto arrendersi alle richieste di mercificazione della protezione della natura, generando i cosiddetti Pagamenti per Servizi Ambientali (PSA).

Helder Gomes5

La proposta è consistita nel diffondere e consolidare l’idea che il risarcimento per danni ambientali è possibile. A partire da questo, aziende e istituti privati stanno elaborando sofisticati modi per dare un valore di mercato sia all’emissione di sostanze inquinanti che alla fornitura di servizi ambientali. L’intenzione è di mostrare che è possibile quantificare e compensare la devastazione ecologica causata dai progetti di espansione industriale.

La creatività in termini di neologismi risalta sull’idea per cui le imprese che inquinano poi pagano. Questo permette di misurare, attraverso i prezzi di mercato, il volume della biodiversità devastata e di compensare il disastro con qualche progetto di conservazione in un altro ecosistema mercificato.

Grandi imprese possono partecipare ai programma di PSA, a partire dall’espansione dei loro tradizionali progetti di monocultura di alberi. Da devastatori della natura si trasformano in promotori di risarcimenti ambientali basati su progetti per immagazzinare carbonio negli alberi piantati. Ciò è possibile nella misura in cui lo Stato si astiene dal promuovere politiche ambientali e lascia la regolamentazione nelle mani di imprese e istituti privati. Questi ultimi cominciano ad agire come certificatori e contabili dei pagamenti che devono essere effettuati nel corso di questi progetti di servizi ambientali, oltre ad essere responsabili della valutazione dei risultati.

Essendo gli accordi PSA formalizzati mediante contratti a lungo termine, generano crediti futuri, ovvero diritti di pagamento futuri per la fornitura di servizi ambientali nel corso dell’esecuzione dei progetti. Così grandi volumi di crediti per servizi ambientali diventano il supporto per l’emissione di derivati, negoziati sulla base di scommesse su tipi di tasso di cambio, di interesse e, soprattutto, sui prezzi ai quali potrebbero arrivare gli stessi beni prodotti a seguito di progetti di compensazione.

Osservazioni finali

Sembra esserci almeno un altro esplicito obiettivo per le nuove tattiche di queste imprese. Trovano sempre il modo migliore per adattarsi agli accordi raggiunti nei vertici internazionali sulle soluzioni di mercato alle crisi che ultimamente si stanno agglutinando. Così approfittano del momento di tensione globale per risolvere problemi strutturali di finanziamento, sia per vecchi debiti che per richieste di espansione delle loro attività produttive. Alle vecchie linee di credito, che esigevano obiettivi di qualità totale e di riduzione dei costi, si sono aggiunti nuovi approcci per raccogliere fondi legati alla produzione e alla riproduzione di crediti a lungo termine, attraverso contratti PSA e impegni per la riduzione delle emissioni inquinanti.

Helder Gomes4

Le operazioni primarie nell’emissione dei cosiddetti bonus verdi sono alimentate dalla diffusione di flussi generati dal riconoscimento ufficiale del concetto mercantile di imprese che inquinano e pagano. Allo stesso tempo, i circuiti del gioco d’azzardo nei mercati dei derivati hanno trovato, nei contratti PSA e crediti simili, un ulteriore impulso per la loro riproduzione parassitaria.

Pertanto non sorprende che imprese produttrici di cellulosa su vasta scala, come la Suzano, stiano operando ed espandendosi con un portafoglio di passivi ad alto rischio. E’ la cruda realtà che domina il mondo delle grandi imprese in tutto il mondo capitalista, con sempre meno controllo da parte delle autorità governative.

Senza le solite semplificazioni, è possibile capire che l’indebitamento pubblico e privato si è trasformato in una opportunità per la creazione di strumenti sempre più creativi per la speculazione parassitaria. Il rischio di un collasso economico senza precedenti sta dando segni di essere imminente, ma questa è la realtà dovuta all’incapacità generalizzata del capitale di superare la grande depressione che si è acutizzata agli inizi del XXI secolo. Intanto i contratti acquisiti dalle imprese sulla sostenibilità formale si vanno accumulando, sotto la regolamentazione di istituzioni create e controllate dalle stesse relazioni mercantili predatorie. Ciò aumenta il rischio che presto la vita sul pianeta non sia più possibile.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

CAMBIAMENTO CLIMATICOESTRATTIVISMOfinanza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“In Val Susa la repressione non ci ha vinto”, intervista a Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio la storica attivista del movimento No Tav sta terminando un anno di detenzione domiciliare per la sua lotta contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“I padroni del mondo:come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”

Venerdì 6 giugno presso il CSOA Askatasuna alle ore 19.30 si terrà insieme all’autore Alessandro Volpi la presentazione del libro “I padroni del mondo: come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024).  D’accordo con l’autore pubblichiamo l’introduzione del libro. Mappe. Esiste un legame evidente fra l’idea che serva una continua […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Asse Carisio-Santhià, la zona di sacrificio piemontese per realizzare la transizione energetica.

Asse Carisio-Santhià, la zona di sacrificio piemontese, con la Valledora, per realizzare la transizione energetica: da area a vocazione agricola e produzioni di pregio a distesa di cave, discariche, impianti per l’economia circolare, un termovalorizzatore e, in ultimo, impianti agrivoltaici. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Estrattivismo e scambio ineguale

L’estrattivismo è un concetto proveniente dal Sud globale. Deriva dal termine portoghese “extrativismo”, che originariamente si riferiva alle attività commerciali che coinvolgevano i prodotti forestali esportati nelle metropoli capitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornate di lotta globali per Samir Flores

Il 20 Febbraio decorrevano 6 anni dall’assassinio di Samir Flores Soberanes.Compagno instancabile nelle lotte territoriali ed ambientali contro la devastazione ambientale del Proyecto Integral Morelos. da Nodo SolidalePer approfondire clicca qui Il 20 siamo stati sotto l’ambasciata messicana a Roma con il busto di Samir, mentre altri busti bloccavano la strada per cholula, venivano esposti a Parigi, […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Autonomia differenziata: rompere la solidarietà per liberare ancora la ferocia del mercato

Quando si parla di Autonomia Differenziata il rischio è quello di credere che dietro questa formulazione si nasconda nient’altro che il secessionismo leghista della prima ora agghindato in chiave “riformista”. In realtà quanto abbiamo di fronte è ben più complesso ed attuale.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Antropologia conviviale – estrattivismo e cura della terra

Il tavolo “estrattivismo e cura della terra,” tenutosi durante le giornate di Antropologia conviviale (Val Chiusella, 22-25 agosto 2024), è stato un momento di confronto tra diversi contesti e modi di intendere il problema dell’estrattivismo, problema che possiamo definire, con Raul Zibechi, come la forma mentis o forma ideologica del capitalismo. Con questo testo, scritto […]