L’alluvione era prevedibile?
Scrivevamo ieri, in tono ironico, che la colpa dell’esondazione del fiume secchia era da attribuire alle nutrie ma mai ci saremmo immaginati che questa fosse la versione ufficiale delle cause del disastro. Con il passare del tempo la fantasia non è mancata passando dal colpevolizzare gli ambientalisti, perché non vogliono che si disturbino le nutrie (sarebbe la prima volta che gli ambientalisti vengono ascoltati in Italia…), fino a leggere su qualche pagina Facebook di militanti del PD che addirittura i cittadini sono complici in quanto non avrebbero fatto manutenzione, come se il pagare le tasse non servisse anche a questo scopo.
Sulla prevedibilità del disastro non vi sono dubbi.
Le prime notizie che si trovano riguardano un articolo apparso sulla VOCE di Carpi il 1 Dicembre 2011 dove, a seguito delle lamentele dei sindaci dell’area Nord riguardo alla scarsa manutenzione degli argini del secchia, il dirigente Aipo per l’Emilia orientale, Maurizio Montani, si dice: “sorpreso della protesta, ricordando le sfalciature eseguite due volte l’anno sugli argini e quest’anno una volta sola perché gli argini sono puliti” continuando poi: “sulla questione delle tane che indeboliscono gli argini, per richiamare la necessità di un piano di contenimento degli animali. E conclude ricordando polemicamente come nel ferrarese l’Aipo spenda un quarto di quel che investe nel modenese. “Sarà che là le sagomature arginali vengono sfalciate dai frontisti…”. Di stesso tenore l’articolo apparso sul Tempo in data 27 Gennaio 2012 (http://www.temponews.it/news_leggi.php?id=1271&titolo=%E2%80%9CFiniremo) dove l’ex assessore provinciale Vaccari (ora Senatore) dichiara: “Nel 2010 Aipo – che sostituisce, dal 2003, il vecchio Magistrato per il Po – ha ricevuto, dopo 10 anni nei quali lo Stato non investiva un euro, 14 milioni da spendere nella tutela del fiume. La situazione di ritardo da parte di Aipo nel mettere a frutto risorse che già ci sono non è più tollerabile, come non è comprensibile né giustificabile la mancata partecipazione – verificatasi in più di un’occasione – di un funzionario di questo Ente a riunioni con le autorità locali”. Sia Schena che Vaccari hanno garantito che continueranno a “stare col fiato sul collo” ai funzionari di Aipo fino al punto di chiederne, ove l’atteggiamento di chiusura continuasse, la rimozione. Ma poi la risoluzione della Regione n.115 del 06.07.2012 (http://bur.regione.emilia-romagna.it/dettaglio-inserzione?i=6319dd8474874b5 4b199b3a9ec510872) che recita testualmente nelle conclusioni: “Impegna la Giunta regionale a sollecitare l’Agenzia Interregionale del Fiume Po (Aipo) affinché gli interventi di manutenzione degli argini e la pulizia dei canali di scolo nei Comuni interessati avvengano in maniera più regolare ed efficiente e a stanziare i necessari e adeguati investimenti per fronteggiare le possibili esondazioni dei fiumi Po, Secchia e Panaro.”
Ma non solo, negli anni sono stati presentati pure due esposti nel quale si segnalava la situazione di incuria del quale siamo a conoscenza: il primo da parte di Emilio Salemme nel Marzo 2010(https://www.facebook.com/photo.php?fbid=794677913881577&set=a.100983576584351.2301.100000181262082&type=1&theater) ed il secondo presentato dal Movimento Autonomo di Base – Nuova Cittadinanza nel Gennaio 2012 (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202455227409289&set=a.2526185481269.133711.1452375685&type=1&theater) sottoscritto da oltre 3000 cittadini tra cui, però, non compaiono i Sindaci.
Solo ora il procuratore Zincani si appresta ad aprire una inchiesta per verificare le eventuali responsabilità, ma del resto abbiamo già scritto di come si muove la magistratura nella nostra città ( http://www.saoguernica.org/?p=655).
Cerchiamo ora di fare un po’ di chiarezza mettendo in fila dati trovati in rete partendo dal sito dell’AIPO (http://www.agenziainterregionalepo.it/) dove si può trovare (non senza fatica) che vengono stanziati nel triennio 2012-14 250.000 euro all’anno per “lavori di sfalcio e pulizia dell’argine” per i comuni di Modena, Carpi, Bastiglia, Soliera, Bomporto e San Prospero e ben 1.200 euro all’anno per “il controllo delle nutrie a difesa delle opere idrauliche”. Ora non abbiamo le competenze per dire se questi stanziamenti siano adeguati, ne se queste somme siano state effettivamente spese e come, ma ciò che ci interessa ora è confrontare questi “numeri” con altri dati, in primis lo stipendio del Direttore dell’ente, l’Ingieniere Fortunato Luigi, che percepisce circa 219.000 euro all’anno e cioè la stessa cifra che viene destinata alla manutenzione dell’argine del Secchia. Ma andiamo oltre, come si capisce sempre dal sito, l’organo che detta le linee politiche e di gestione è il “comitato di indirizzo” composto dagli assessori delle 4 Regioni che seguono il corso del Po, per l’Emilia Romagna l’ass. Peri, che ha tra gli altri compiti quello di stabilire gli obbiettivi programmatici e verificarne l’attuazione. E qua facciamo il secondo paragone partendo proprio dall’assessore Peri che è il primo sponsor della costruzione della autostrada Cispadana (non ci interessa in questo momento parlare dell’utilità dell’opera ma solo dei “numeri”)per la quale la Regione ha deliberato uno stanziamento iniziale di 180 milioni di euro.
Come si nota l’ordine di grandezza delle cifre è spropositato e allora si capisce benissimo quali siano le priorità del governo della Regione. A parole reputano tutti prioritaria la difesa e manutenzione del territorio ma poi, quando si passa ai fatti, si destinano i soldi a nuove opere faraoniche di dubbia utilità e pesantemente impattanti mentre la manutenzione del territorio rimane solo uno spot per la campagna elettorale.
Quello che è da mettere in discussione non è solamente la singola opera di pulizia dell’argine ma le linee di indirizzo che la Regione segue e soprattutto quale modello di sviluppo hanno in mente.
Ci pare evidente come la linea seguita sia esattamente in continuità con ciò che si registra nel resto del paese (come dimostrano i voti favorevoli dei parlamentari PD modenesi al progetto della TAV Torino-Lione o all’acquisto degli F-35) affossando definitivamente quel “modello Emilia” che per anni è stato il vanto degli amministratori locali.
A conferma di ciò le dichiarazioni del leader “maximo” Errani che non ha dubbi nell’avallare “l’ipotesi nutrie” e addirittura dell’ Assesore regionale alla difesa del suolo Paola Gazzolo che parla di milioni di euro spesi per il territorio senza però specificare quanti di essi sono stati destinati al secchia proseguendo quindi in quell’azione di “dare i numeri” del quale il collega Muzzarelli ( candidato alle primarie Pd per la corsa a sindaco di Modena) è sicuramente maestro quando cerca di nascondere il fallimento della ricostruzione post-sisma.
Crediamo quindi che il problema delle responsabilità di quanto accaduto stia alle fonte e che sia un problema squisitamente politico che riguarda le priorità che il governo della Regione ha e quali usi intende fare dei nostri soldi; non vorremmo che la vicenda si riduca ad individuare nell’Aipo il solo capo espiatorio.
Dopo lo scandalo rimborsi, la ricostruzione fantasma e le falle nel Secchia cosa deve ancora succedere perché questa classe dirigente se ne vada? e nel frattempo noi prepariamo stivali e badili per andare a riparare i danni causati da questi politici…
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