“Rise or die”: in migliaia in marcia per il clima dal Venice Climate Camp.
Ieri a Venezia si è tenuta la marcia per il clima all’interno del quadro del Venice Climate Camp, occasione di incontri, dibattiti, iniziative per rimettere al centro l’importanza della giustizia climatica e sociale.
Il campeggio al Lido di Venezia, organizzato dalla rete Rise Up for Climate Justice e Fridays for Future Venezia/Mestre, si è svolto proprio in concomitanza con la Mostra del Cinema di Venezia, un momento di importante visibilità per la città. I temi toccati sono stati molti, dalla crisi climatica, alle risorse, alla giustizia sociale, il lavoro, la decolonialità come lente con la quale leggere il presente, grazie anche al confronto con attiviste del Sud globale.
Una delle tante iniziative in preparazione al Camp ha voluto puntare l’attenzione sulla decisione del governo di ripristinare le centrali a carbone, in una fase in cui la crisi del gas sta sconvolgendo l’assetto generale della produzione, della riproduzione e del consumo. La centrale a carbone di Fusina è una di quelle che dovrebbe tornare a pieno regime, ed è per questo che gli attivisti e le attiviste per il clima si sono date appuntamento per indicare in questa scelta una falsa soluzione per scongiurare una crisi sociale scatenata dalle conseguenze del cambiamento climatico, dalla pandemia e dalla guerra. Una consapevolezza che ha attraversato le giornate del Camp è il fatto che la crisi climatica sta già sconvolgendo intere regioni del mondo, in particolare di quelle aree considerate Sud, un Sud da sfruttare, utilizzare come risorsa illimitata, come dimostrano le politiche degli ultimi cinquanta anni di neocolonialismo. La situazione in cui versa il Pakistan attualmente è soltanto uno degli esempi del fatto che, nonostante si parli di emergenza climatica, occorra sottolinearne le cause strutturali che alimentano questa e le crisi future.
Nella giornata di ieri la marcia per il clima è stata aperta da uno striscione dal titolo Time’s Up Join the fight, unendo così nelle parole d’ordine questa iniziativa con il Climate Social Camp di quest’estate a Torino, ha attraversato le strade del Lido per raggiungere il red carpet della Mostra del Cinema per ribadire ancora una volta l’urgenza di affrontare una seria inversione di rotta. La risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere, infatti, idranti e manganelli hanno cercato di arrestare la marcia di migliaia di giovani.
Giovani che hanno chiare le priorità dell’oggi e che da tempo stanno disturbando il torpore di chi prende decisioni politiche, ma soprattutto, che prendono in mano il loro presente e futuro.
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