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Hacker palestinesi defacciano il dominio di Google

“Uncle google we say hi from Palestine to remember you that the country in google map not called Israel. Its called Palestine.
#Question: what would happen if we changed the country title of Israel to Palestine in google maps! It would be a revolution..
So Listen to rihanna and be cool”

Dopo che il 21 agosto l’hacker palestinese ‘Khalil Shreateh’  è riuscito ad entrare nell’account di Mark Zuckemberg, fondatore del social network Facebook, mettendo così in discussione la sicurezza interna, nella giornata di ieri hackattivisti palestinesi hanno preso di mira il motore di ricerca di Google palestina che attualmente risulta sospeso.

Gli hacker hanno voluto far notare al colosso dei motori di ricerca, la terminologia sbagliata che appare nelle mappe. A dirlo chiaramente è il messaggio che gli attivisti hanno deciso di lasciare nella homepage: “Zio Google, ti salutiamo dalla Palestina per ricordarti che il paese nella mappa di Google non si chiama Israele. Si chiama Palestina”. Gli hack-attivisti entrano quindi nella homepage e cambiano il nome ‘Israele’ su Google Maps.
Un duro colpo per il colosso virtuale, che si affretta a smentire l’attacco attribuendo la sospensione dell’account ad un problema di dominio. Eppure non dicono così le immagini che circolano in rete e che testimoniano il ‘saluto’ che gli hacker palestinesi hanno voluto dare a ‘zio google’.

Già nel maggio scorso, Google aveva deciso di cambiare l’intestazione della propria homepage locale, quando quest’ultima venne riconosciuta dalle Nazioni Unite come Stato non membro, una scelta che aveva suscitato polemiche da parte di Israele, che proprio non andava giù che la parola ‘Palestina’ comparisse nell’intestazione di Google.

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