InfoAut

A sun mac asu sensa cultura?

Sicuramente ha ragione Diego Novelli (*): questi ragazzi che protestano in piazza non hanno avuto il tempo e forse neanche la voglia di leggere Gramsci, non indossano l’abbigliamento che si confà al primo maggio, forse hanno bevuto, “vanta mandeie tuti da Scarsella” se non fosse che adesso chiudono il Valdese, e a fine giornata, dopo che hanno fatto tutte queste “bravate” sono pure sporchi chi di terra, chi di sangue.

A Torino, in questa città che inspiegabilmente anticipa sovente quanto poi dilaga in tutto il paese, i giovani sbagliano sempre divisa, nel ‘62 sotto la UIL avevano le magliette a strisce, nel ’69 in corso Traiano avevano le camicie a fiori da meridionali, ora si vestono di nero e qualcuno parla anche iraniano. Per fortuna che c’è sempre un Minucci, un Pecchioli, un Caselli a spiegarci che non si tratta di lotta di classe, ma si tratta di pochi violenti, infiltrati, prezzolati.

In piazza, il primo maggio, noi abbiamo visto anche altro da quanto ha notato il sindaco Novelli. Abbiamo visto un’intera piazza critica e arrabbiata verso l’operato del sindaco Fassino, ma anche di politici e delle istituzioni in generale, che ha dovuto sfilare scortato da un nutrito plotone di celerini e prima di procedere hanno dovuto spingere via tantissimi assembramenti che fischiavano e dissentivano: studenti e borsisti dell’università che chiedevano perché sono state tagliate le borse di studio, popolazione proveniente dalla Valsusa aderenti al movimento no tav, lavoratori delle cooperative sociali che lavorano da tempo senza stipendio, maestre degli asili che rischiano il licenziamento per la prospettata privatizzazione dei loro servizi, operatori della formazione che il fallimento dello Csea lascerà disoccupati, lavoratori esodati e tante altri stufi di subire gli effetti della crisi.

Si dice che i giovani dei centri sociali non sanno dire un rigo sul “che fare?” e che propongono solo di spaccar vetrine. Bene ci spieghi dove ha visto una vetrina rotta, mentre si potrebbe ben documentare quante teste, quante braccia, quante mani sono state rotte dagli agenti chiamati a difendere il prestigio e l’onore di Fassino e del Comune.

E ancora si chiede dove vive questa gente, meglio sarebbe se cercasse di capire come vive questa gente con dei redditi che arrivano a mala pena a 1000 euro quando si è fortunati. Quando avevate Ferrara che faceva il mazziere a Torino e teneva alto l’onore del PCI con i manici di piccone scrivevate sulle vostre bandiere “Veniamo da lontano e andremo lontano”: Voi che sapevate che fare ci avete lasciato una vera “nuova società” e una bella democrazia!

Questa democrazia fa comodo a voi e ai vostri amici, a chi percepisce la pensione da giornalista, più la pensione da sindaco, più la pensione da deputato italiano, più la pensione da deputato europeo più chissà quant’altro.

Forse fa comodo a Chiamparino che alzatosi dalla poltrona di sindaco si è seduto su quella della presidenza della Fondazione San Paolo, sicuramente fa comodo a Fassino che anni fa ha avuto una eiaculazione precoce alla notizia che il suo partito finalmente “aveva una Banca” che ha fatto il dirigente di molti partiti (PCI, PDS, DS. PD) il ministro, l’esperto dei problemi internazionali e quant’altro. Certamente fa comodo a Caselli che è magistrato in carriera, pieno di certezze su dove sta la ragione e dove il torto, sempre in guerra con qualcuno anche quando la guerra non c’è come in Valsusa, ma anche e soprattutto uomo di partito capace di far eseguire bene (vedi via Fracchia a Genova) le decisioni dei comitati centrali.

Non basta indossare giacca e cravatta per essere persone per bene: Lusi, Bossi, Pennati sono i professionisti della vostra democrazia.

Caro Novelli, sbaglia di grosso se pensa che vogliamo portare acqua al mulino di Grillo. A noi non interessa dire ad altri cosa debbono fare, chi debbono seguire, perché pensiamo che tutti possono mettere a disposizione la loro intelligenza, la loro volontà, la loro militanza se vogliono cambiare, se vogliono riappropriarsi del proprio futuro.

Non siamo soliti appendere ai quadri i nostri antenati ma se proprio dobbiamo scegliere, non appenderemo mai il russo barbuto ma il moro di Treviri.

Siamo contro la delega, per la partecipazione, per l’autorganizzazione. Non è una questione ideologica la lotta contro il Tav, è una lotta molto concreta, per la difesa di un territorio, per impedire che tanti milioni di euro vengano dirottati dalla spesa sociale a remunerare i profitti di pochi, ma è una lotta anche per realizzare nei fatti un’alternativa, per un diverso modo di costruire un potere sociale, un potere politico non istituzionale per dimostrare nei fatti che una diversa cooperazione collettiva può realizzarsi e vincere.

No, non siamo cavalli di razza, siamo muli cocciuti e testardi, capaci di camminare per anni sullo stesso percorso, incuranti degli insulti, delle bastonate, del peso che ci hanno caricato addosso. Vogliamo però sostenere un punto di vista chiaro: quello che mira a costruire diffondere e organizzare conflitto, contrapposizione, soggettività dentro e contro il vostro sistema.

 

Network Antagonista Torinese

(askatuna, murazzi, csa, ksa)

 

(n.d.r A sun mac asu sensa cultura? : espressione  piemontese “Sono solo asini senza cultura?”)

__________________________

(*) In risposta agli editoriali di Diego Novelli su Nuova Società:

Usare il “cervello della democrazia” e non la “pancia della violenza”

Un Primo Maggio a Torino che fa riflettere

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

1 maggioaskatasunanetwork antagonistatorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Blocchiamo tutto! Insieme, per Gaza

E’ difficile prendere parola sulla giornata di ieri. Sono mille gli stimoli, i punti di vista da cui guardare quanto è successo. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sono dazi nostri

Non c’è altro modo per definire l’incontro tra Ursula von der Leyen e Trump se non patetico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele-Iran è guerra totale: appunti per orientarci

Domenica 15 giugno 2025.  Com’è noto, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, Israele ha massivamente attaccato l’Iran. L’offensiva ha avuto successo colpendo innumerevoli basi scientifiche e militari, portando alla morte di figure chiave dell’establishment politico (capo dello stato maggiore e capo dei pasdaran) nonché di almeno nove scienziati chiave del programma nucleare […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggiornamenti dalla Global Sumud Flottilla e dalle mobilitazioni in Italia per la Palestina

Ieri sera l’ultimo aggiornamento dai canali della Global Sumud Flottilla riportava un avviso da parte di diversi governi di un probabile attacco israeliano, nei fatti la notte è passata con droni che hanno sorvolato continuativamente le imbarcazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuovi attacchi alla Global Sumud Flottiglia

Nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 settembre la Global Sumud Flottilla è stata interessata da attacchi tramite bombe stordenti, gas urticanti e materiali chimici non meglio identificati, che hanno causato danni ad almeno 4 navi – mentre ne hanno colpite almeno 11- e disagio agli equipaggi. Già dalla sera di martedì erano stati […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Torino: Iren licenzia sei lavoratori interinali

Pronto, servizio clienti Iren Mercato Torino? COSA SUCCEDE IN CITTA’? Guarda qui guarda la’ licenziamenti in produzione, boia faus!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Piemonte sa da che parte stare. In 30mila a fianco del popolo palestinese

Ieri 30.000 persone hanno invaso le strade di Torino arrivando da ogni angolo della Regione: Verbania, Forno Canavese, Val Susa, Pinerolo, Ivrea, Cuneo, Orbassano, Alessandria, Biella, Collegno, Novara, Mondovì, Vercelli, Asti, solo per citare alcuni dei territori presenti.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Senza dargli pace

In un mondo che scende sempre più in guerra, il problema che si pone è come rompere la pace che l’ha prodotta. da Kamo Modena «Senza dargli pace». È l’indicazione di metodo che ci consegna la lunga tradizione di lotta degli oppressi nel difficile movimento a farsi classe, tra sviluppo di autonomia e costruzione di […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Urbanistica: cosa hanno in comune Milano e Torino?

Fa notizia in questi giorni (finalmente!) come una giunta sedicente di sinistra abbia stravolto la città di Milano, ma in realtà non molto diversa è la situazione di quell’altra metropoli del nord che è Torino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cronache di polizia: la stampa embedded e la fobia delle regie occulte

L’ultimo articolo de La Stampa, a firma di Caterina Stamin, sulle inchieste contro i movimenti sociali giovanili torinesi, è un esempio lampante di come, in Italia, il giornalismo di cronaca stia scivolando sempre più verso un linguaggio e una prospettiva di derivazione poliziesca e giudiziaria.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Compaiono scritte per denunciare le falsità dei manifesti dell’amministrazione: la riqualificazione del Comune targata Politecnico non è verde!

Pubblichiamo il comunicato stampa congiunto a firma Comitato Salviamo il Meisino, Comitato Salviamo gli Alberi di Corso Belgio, EsseNon e Ecologia Politica Torino in merito a un’iniziativa per denunciare la narrazione falsa del Comune di Torino rispetto alla riqualificazione “verde” della città.