Genova, dieci anni dopo
I giorni di Genova sono ancora vivi nel ricordo di quanti vissero direttamente o indirettamente quei tre giorni che in qualche modo fecero la storia. Genova è un pezzo della nostra storia.
Fa parte della storia collettiva dei movimenti, è parte della storia di questo Paese. In quei tre giorni che in qualche modo sconvolsero il mondo, abbiamo imparato a conoscere il potere con il suo vero volto, e ne abbiamo avuto la certezza ancora oggi, dopo dieci anni, vedendo come i macellai di stato sono stati tenuti ben in considerazione dal potere costituito, che li ha premiati, promossi e coccolati in tutto questo tempo.
Conoscemmo l’idea di libertà che l’allora costruenda “casa delle libertà” aveva: recinzioni, guardie e filo spinato.
Conoscemmo come intendeva difendere quella libertà: pestaggi selvaggi, torture e violenze legalizzate.
Conoscemmo la morte di un compagno, che rappresenta ancora oggi lo spirito di Genova. Anche se passano dieci o vent’anni, Carlo Giuliani è il simbolo di Genova, di chi è rimasto davanti, con un estintore in mano, per tentare l’assalto a quell’altro mondo possibile, tanto declamato.
I lacrimogeni conditi al cianuro di Genova bruciano ancora la gola, in molti generano ancora il panico e il morso allo stomaco, per altri come i No Tav sono una realtà attuale, che si cura con il giusto connubio tra acqua e malox e soprattutto con la resistenza.
Sono passati dieci anni da Genova, è il cammino è stato lungo, tutto è cambiato ma forse nulla è mutato. Il potere e le sue forme sono diventate più aggressive. La crisi globale ha dimostrato quanto fossero corrette le analisi di dieci anni fa. L’idea di una sinistra da salotto che dialoga con i ragazzi brutti sporchi e cattivi è morta e sepolta sotto la fedeltà istituzionale della “sinistra”, e per rivitalizzarla ci si deve accontentare di un cantastorie che “narra” cose vecchie con termini nuovi.
Genova è viva nelle lotte, nella rabbia, nell’ardore di chi crede ancora che per aspirare a quell’altro mondo possibile, si debba combattere quello attuale.
Lo spirito di Genova è ovunque, le zone rosse sono ancora ovunque, il filo spinato, i manganelli e i cs sono ancora ovunque, basta saperseli andare a cercare.
“noi siamo in ballo, siamo in ballo adesso / e non spegni il sole se gli spari addosso ” (Assalti Frontali – Rotta Indipendente)
Con Carlo nel cuore.
+’militant
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