Il culo di Poletti
Ieri il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, in un incontro con alcuni ragazzi, ha dichiarato che se si vuole trovare un lavoro è più utile andare a giocare a calcetto che mandare curricula. Dopo anni in cui ci hanno raccontato che bisogna accettare qualsiasi condizione di impiego, qualsiasi “lavoretto”, qualsiasi stage – magari anche con turni massacranti, magari anche gratis – perché “fa curriculum”, il ministro svela il segreto di pulcinella più conosciuto dai giovani di tutta Italia: il CV serve a poco e niente. Una dichiarazione che ha suscitato indignazione e rabbia, giù insulti sui social e richieste di dimissioni (magari da quegli stessi politici che hanno votato per abolire diritti e ridurre gli aiuti ai disoccupati).
Non vogliamo certo giustificare le parole del Ministro e nessuno meglio di noi sa quanto frustrazione e quanto odio salgono a ogni “le faremo sapere”, “non ha il profilo giusto” o “la richiameremo”, magari pronunciati da dirigenti di cooperative proprio come Poletti. Due cose però le vorremmo aggiungere. La prima è che per fare carriera giocare a calcetto conta. Conta solo, però, se si gioca con le persone giuste. Sicuramente le buone partite le deve aver giocate, per esempio, il figliol prodigo di Giuliano, Manuel Poletti, che grazie agli agganci di papà è diventato presidente della cooperativa “Media Romagna” di Imola. Una cooperativa che pubblica un giornale di cui Manuel è direttore e che riceve oltre 150’000 euro di finanziamenti pubblici l’anno. La seconda è che le parole di Poletti rivelano una mentalità orrenda che vorrebbero inculcarci a colpi di job fair e riviste patinate. È quella mentalità che richiede di vedere ogni momento di socialità e svago come un’occasione strategica per fare “networking”, per trovarsi gli agganci giusti, che richiede, insomma, di passare il nostro tempo libero lavorando per lavorare.
A noi giocare a calcetto piace, soprattutto se con amici e compagni. Ci piace sicuramente più che inviare il curriculum e ci arricchisce senz’altro più che scannarci con mille nostri coetanei per un posto probabilmente già assegnato. Ma il calcio vero aspettiamo di darlo al cooperativo culo di Poletti e di tutti quelli come lui, quello sì che sarebbe di aiuto a un’intera generazione per avere la possibilità di trovare un lavoro decente…
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