InfoAut
Immagine di copertina per il post

No Tav: chi vince e chi perde

Fin dalle prime ore della “riconquista” della Libera Repubblica i media di regime gongolavano per la “straordinaria” riuscita di un’operazione che restituiva allo Stato la sua sovranità senza l’apertura di teste e l’utilizzo di violenza visibile (quella dei gas Cs non è meno pervasiva anche se non si vede!).
Dai microfoni di movimento Perino dava un’altra lettura: “hanno vinto una battglia, la guerra è lunga”. In questo scarto di prospettive temporali c’è tutta la distanza che separa il tempo lineare della ragion di stato dal tempo spezzato e carsico dei movimenti.
Dopo neanche 3 giorni la fotografia della situazione sul campo si fa un po’ più complicata. Il fortino sembra meno solido di quanto ostentino le fotografie riprodotte in gran copia sul media mainstream perché, se è vero che “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”, pur sempre di politica si tratta. Ed è a questo livello che iniziano a prodursi le crepe.

Le recenti dichiarazioni di Spagna e Portogallo sull’abbandono della priorità strategica del corridoio 5 (la tratta Lisbona-Kiev di cui la val Susa costituisce il tratto trans-alpino) fa il paio con le dichiarazioni svizzere del privilegiamento della rotta merci Milano-Nord Europa e di una spinta verso Est del trasporto merci. Francia ed Europa dichiarano che fino all’incontro inter-ministeriale di mercoledì prossimo l’ok ai finanziamenti non è assicurato perche mancgerebbero ancora “prerequisiti fondamentali”… C’è da giurare che attendono di vedere come andrà la manifestazione del 3 luglio.

Libera Repubblica: embrione di futuro

L’esperienza comunitaria estirpata a suon di lacrimogeni, ruspe, colate di cemento e truppe di occupazione non è morta con l’ottusa cancellazione statuale. Come ogni esperienza autentica dura nella memoria di chi l’ha vissuta, non solo come orpello consolatorio  ma come sedimentazione di sapere, prassi, passato carico di forza sempre in cerca di nuova attualizzazione.
A costo di ripeterci, ci piace ricordare quanto l’esperienza della Libera Repubblica si collochi oggi nei punti alti in cui si prefigura il nuovo a partire da quanto si esperisce quotidianamente, costruendo nella pratica quell’alternativa sempre più necessaria al futuro-eterno-presente del modello di sviluppo mortifero del Capitale e dell’indebitamento/mercificazione del vivente tutto. Come abbiamo già scritto, la Libera Repubblica sente la brezza delle piazze spagnole e ateniesi, il vento caldo che spira dalle Casbah e Tahrir della sponda Sud del Mediterraneo.
Lungi dal chiudersi in un comunitarismo geloso della propria separatezza, isola felice incontaminata dalle contraddizioni del presente, l’esperienza della Maddalena era(é) completamente innestatata nei gangli della produzione/riproduzione sociale complessiva, ritagliando nei suoi interstizi possibilità altre di vita e organizzazione sociale: chi lavorava, raggiungeva il presidio a fine giornata e magari ci passava la notte; mezzi, uomini, flussi comunicativi e sociali hanno attravesato ininterrottamente lo spazio-tempo liberato della Repubblica. Ancora una volta, non fuori ma dentro e contro. E non si tratta di far quadrare i conti con una formula che si pretende sempre valida. E’ piuttosto la  constatazione del carattere spurio e composito cha ha ogni esperienza politica autenticamente innovativa.

Il deserto dei “pacificatori”

Fin quando le barricate erette dai notav difendevano la Libera Repubblica, l’ingresso e transito in quei territori era garantito a tutti (eccetto forze dell’ordine e giornalisti provocatori), un pasto non veniva negato a nessuno, l’ambiente circostante era preservato con molta cura e senza particolari necessità di strutturazione gerarchica il funzionamento della vita comune era garantito dalla cooperazione di ognuno secondo la propria disponibilità/capacità. La barricata non era la negazione della cucina e dell’assemblea ma un suo complemento.
In soli 5 giorni la restaurazione della “legalità” statauale ha prodotto la perimetrazione militaresca del territorio (nessuno può più passare oltre il limite della Centrale), il rischio d’incendio di un pezzo di bosco per l’uso massiccio di lacrimogeni nella giornata di lunedì, la distruzione massiva delle tende degli ex-presidianti, colate di cemento, filo spinato e barriere lungo tutto il perimetro della Maddalena, danneggiamento delle vigne e complicazioni d’accesso per i contadini che necessiterebbero bagnare il terreno in una fase estremamente delicata della maturazione dell’uva, presenza asfissiante e militaresca di truppe che turbano il normale svolgimento della vita nell’abitato di Chiomonte, l’uccisione di una pensionata a Venaria durante le manovre di un mezzo corazzato dei Cc diretto a Chiomonte…
“Fanno il deserto e lo chiamano pace” (Tacito). Appunto!

Cittadini, ancora uno sforzo…

Ricordavamo prima come, pur dentro la granitica compattezza trasversale e bipartisan della politica istituzionale, iniziano ora a incrinarsi le certezze e il sotegno indiscusso alla grande opera. Se la Federazione della Sinistra e il Movimento 5 Stelle appoggiano da sempre e senza esitazioni le ragioni del movimento, Sinistra e Libertà ha preferito finora rimuovere la contraddizione facendo finta di niente, augurandosi che il problema non si ponesse. E’stata nececessaria la resistenza della Maddalena è l’indizione di una manifestazione nazionale dalle caratteristiche oceaniche per smuovere gli equilibrismi di Vendola &c. Lo diciamo senza rancori o velleità di purismo. Da sempre il movimento NoTav osserva un intelligente pragmatismo nel suo rapporto turbolento con la Politica Istituzionale. Senza irrigidimenti ideologici ma anche senza sconti, pienamente autonomo dagli alti e bassi del Palazzo.
Sel ha colto l’ultima occasione per schierarsi dalla parte giusta. C’interessa poco sondarne la purezza o gli interessi. Piuttosto, sarebbe necessario che quanti e quante in questi anni hanno assicurato la propria vicinanza e solidarietà al movimento vengano fuoiri adesso… prima che sia troppo tardi. Difficilmente il movimento aprirà le sue porte a quanti pretenderanno domani di usarne il capitale politico. Un appello di alcuni intellettuali onesti (eh sì, sono pochi!) ha faticato nel trovare consensi in questi ultimi giorni. Chi è ancora titubante, deve prender coraggio e schierarsi. Le ragioni del movimento NO Tav sono le stesse che hanno portato 27 milioni di italiani a votare Sì ai 4 referendum in difesa dei beni comuni, per una giustizia più equa e contro la minaccia nucleare. E’ ora di assumerlo fino in fondo. Dopo, si potrà solo stra e a guardare… e non sarà il movimento NoTav a restare isolato. Lo dimostrano, già in queste ore, le decine di pullman e le centinaia di auto che si stanno mettendo in marcia con direzione Maddalena di Chiomonte.

Buon assedio a tutt* !

Redazione Infoaut

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

3lugliochiomontelibera repubblicano tav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il lavoratore inesistente

La retorica della destra sul movimento “Blocchiamo tutto” ci racconta meglio di ogni saggio la visione dominante sul ruolo dei lavoratori e delle lavoratrici nella società: farsi sfruttare, consumare e stare muti.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Blocchiamo tutto! Insieme, per Gaza

E’ difficile prendere parola sulla giornata di ieri. Sono mille gli stimoli, i punti di vista da cui guardare quanto è successo. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sono dazi nostri

Non c’è altro modo per definire l’incontro tra Ursula von der Leyen e Trump se non patetico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le grandi opere, ovvero i giocattoli di Salvini

Non lo chiamavano “Trinità” ma “bimbominkia” e anche “cialtrone” e “incapace”.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra: come organizzarci nelle scuole?

Nei contesti che attraversiamo occorre ripartire dalla concretezza del rifiuto per sabotare e opporsi realmente alla ristrutturazione, definendo con l’esperienza pratiche di conflitto riproducibili per bloccare sul nascere la guerra.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sul tentativo di discredito del Movimento No Tav in seguito alla marcia del 26 luglio: la parola al Comitato di Susa

Si é appena conclusa la 9a edizione del Festival Alta Felicità.

Un’edizione ricchissima, giovane (nel corpo e nello spirito), colorata, consapevole, affamata di verità, coinvolgente, inclusiva.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: diecimila in marcia in Valle di Susa. Azioni dirette contro i cantieri dell’alta velocità

Diecimila No Tav hanno marciato sabato 26 luglio 2025, in Valle di Susa, contro l’Alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

San Didero: nella notte a fuoco il presidio dopo la grande giornata di lotta No Tav

Le fiamme hanno distrutto completamente la struttura del presidio che da anni rappresenta un punto di riferimento della resistenza No Tav