Scegliere di scrivere la storia è sempre possibile
Esistono momenti nella storia in cui scegliendo di prendere parte se ne può determinare la direzione.
Oggi più che mai scegliere sembra qualcosa di irraggiungibile, di molto lontano rispetto alla quotidianità delle esistenze di ciascuno. Ci sono uomini e donne però che scelgono ancora, con giustezza e coraggio, e oggi proprio per questo sono in carcere. In un’Italia in cui la terra si sgretola sotto i piedi, in cui il lavoro è esclusivamente sacrificio e sfruttamento, in cui la legge per la sopravvivenza si riduce alla forza individuale, c’è un orizzonte al quale guardare che riempie gli occhi di determinazione. La lotta No Tav lo insegna da decenni, insegna che non ci sono generazioni che devono dare più di altre e che il coraggio di riprendersi la possibilità di scegliere è nelle mani di ciascuno. Insegna che si devono individuare i responsabili e pretendere giustizia, che si ha il diritto di amare una terra e difenderla perchè è tutto ciò che si ha. Insegna che se si è dalla parte della ragione non si ha più paura e che non ci si tira indietro, mai.
Senza proclami e autoincensazioni il movimento No Tav ha indicato qualcosa di chiaro e profondo: ci si deve mettere in gioco se si vuole vivere secondo un altro modello di crescita e sviluppo che abbia rispetto per ogni forma di vita. Nel farlo, ognuno secondo le proprie possibilità e secondo qualsiasi pratica di lotta, dalle occupazioni di territori agli attacchi al cantiere, non importa l’età, non importa il genere, importa l’obiettivo: fermare un treno simbolo di guadagni per Stato e mafie e abuso di una terra e di chi l’abita. Per farlo ci vuole grande forza, propria a tutte quelle donne che in prima fila hanno avuto determinazione nel tagliare le reti e cura nel dare linfa all’irriducibilità di una comunità in lotta.
Durante tutti questi anni di movimento la controparte ha capito quanto chi sta dalla parte giusta possa essere un rischio e per questo ha messo in atto numerose e dure contromisure nella più assoluta arbitrarietà, senza dover mai dare spiegazioni della sproporzione di pene, delle mani pesanti, dei nasi rotti, dei soprusi effettuati. Oggi più che mai prova a colpire con il carcere. Ma ancora una volta uomini e donne che di questa lotta fanno parte insegnano che scegliere di andare fino in fondo, anche nelle condizioni più estreme che possano esistere, è possibile. Nicoletta, Giorgio, Mattia, Luca e tutti coloro che sono limitati nelle loro libertà stanno marcando il passo e non si può lasciare che lo facciano da soli. Esistono momenti in cui la storia ha bisogno di una spinta per conquistarsi pezzettino dopo pezzettino la vittoria di una lotta giusta e necessaria per tutti e tutte.
Perchè liberare tutte e tutti significa lottare ancora: Manifestazione NO TAV Sabato 11 gennaio ore 13.30 piazza Statuto, Torino.
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