Un sussulto di dignità
Nella giornata di ieri, la salma di Priebke ha attraversato le vie della città di Albano Laziale, garantendo così una funzione liturgica al generale nazista. Centinaia di persone si sono opposte al passaggio del cadavere e immancabilmente il solito gruppuscolo di neofascisti ha fatto la sua apparizione, in un clima di totale connivenza istituzionale.
Ad avere valore non è la degna sepoltura o meno di un ex generale nazista ma la dignità della cittadinanza e degli antifascisti che i poteri forti continuano a calpestare. Di rimando, indegno risulta il comportamento delle istituzioni, per primo il prefetto di Roma, Pecoraro che ha millantato un’immaginaria discrezionalità della funzione liturgica, tipico comportamento di un cialtrone che all’occasione tira fuori dal cappello parole per acquietare gli animi di chi ancora ha la memoria e conosce bene la storia, così come i personaggi che l’hanno attraversata. Ma c’è anche chi quella stessa memoria la vuole negare, come la Confraternita San Pio X, l’unica che ha deciso di accogliere a braccia aperte la salma di Priebke, la stessa che recentemente il Papa Ratzinger ha deciso di riammettere alla Curia nella sua opera di riconciliazione.
E quindi non è un funerale, ma una dignità umana che ancora viene calpestata e il comportamento indegno da parte delle istituzioni -che cercano di mettere la polvere sotto il tappeto laddove gli riesce- a innescare un impeto di rabbia popolare. Emblematico è a tutti gli effetti come il gruppo di vecchi e nuovi nazi-fascisti abbia aggredito (non poi così di nascosto come si vuol fare credere) chi si trovava a contestare con determinazione non solo le esequie dell’ex ufficiale nazista ma anche chi, direttamente o indirettamente, quella liturgia l’ha ammessa, autorizzata e voluta. Ancora una volta la polvere che riemerge, perché a metterla sotto il tappeto, prima o poi fuoriesce.
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