Brasile. Occupazioni e scontri: sospeso a Sao Paulo il decreto di riorganizzazione delle scuole
Il decreto di riorganizzazione in questione prevede la divisione dei cicli – in Brasile tanti istituti ospitano più cicli formativi, dalle nostre elementari alle superiori – e la municipalizzazione degli istituti, premessa di processi di privatizzazione a venire. La divisione degli istituti per cicli, oltre a rispondere al un’esigenza di razionalizzazione, colpirebbe sul versante del diritto alla mobilità le famiglie pauliste che hanno figli di più età e dispersi in più istituti. Il movimento Passe Livre, per un trasporto pubblico gratuito, forte e radicato a Sao Paulo, aveva negli ultimi tempi tematizzato questi problemi. Il decreto prevede inoltre la chiusura di 92 scuole nello Stato e il trasferimento di oltre 311 mila studenti.
Il primo istituto a essere occupato è stato la Escola estadual Diadema, nell’omonimo municipio del distretto industriale della regione ABC, nell’area metropolitana a sud di Sao Paulo. In capo a tre giorni le scuole occupate sono salite a sette. La crescita è stata poi esponenziale, contagiando la capitale paulista. Lunedì 23 novembre il Tribunale di Giustizia dello Stato di Sao Paulo aveva negato i permessi agli sgomberi degli istituti occupati, saliti ormai a 100. L’indicazione del tribunale risultava valida solo per la città di Sao Paulo, così le violenze della polizia si sono acuite nel resto dello Stato. Dappertutto, tuttavia, ci sono state azioni di tutti i tipi per minacciare e intimidire gli studenti e le loro famiglie con l’obiettivo di porre fine alle occupazioni e scoraggiare ulteriori dimostrazioni: violenze, torture, minacce, distacchi di acqua, luce e gas per stanare gli studenti occupanti dalle proprie scuole, come denunciato dalla Commissione Interamericane dei diritti umani.
La goccia che però ha fatto traboccare il vaso sono state le manifestazioni studentesche che hanno raggiunto il centro della capitale paulista. Domenica 29 novembre il Capo di Gabinetto del segretariato per l’educazione Fernando Padula Novaes, in una riunione con i Provveditori allo Studio dello Stato (Diretores de Ensino), aveva minacciato un decreto sgomberi per squalificare il movimento: “Dobbiamo vincere la guerra finale. E noi vinceremo!”, aveva tuonato. Per tutta risposta il movimento, organizzato per voce del collettivo O Mal Educado e tramite la pagina facebook Comando das Escolas Ocupadas, aveva invitato a occupare con sedie e banchi di scuola le strade e gli snodi viari in prossimità degli istituti già sotto il controllo degli studenti, tenendo per strada le proprie lezioni. Da martedì questa nuova tattica di blocco e congestione delle arterie della metropoli paulista nelle ore di punta ha scatenato la reazione della polizia che, dopo un’apparente tregua nei giorni precedenti, spiazzata dall’iniziativa degli studenti, ha iniziato a sgomberare con violenza i blocchi. Mercoledì 8 studenti sono stati arrestati durante lo sgombero di un blocco. Il picco si è avuto oggi e ieri quando la polizia ha attaccato un corteo e un blocco di studenti con lacrimogeni e granate stordenti. In è arrivata poi la resa del Governatore Alckmin.
La mobilitazione non sembra comunque fermarsi. Dalla pagina del collettivo O Mal Educado gli studenti dichiarano che “Il pronunciamento del “Generaldo” Alckmin sulla possibile sospensione della riorganizzazione non è stato niente di illuminante… Sembra più una manovra del governo dello stato di Sao Paulo per pacificare la nostra protesta. Non ha messo in chiaro fino a quando il decreto è sospeso! Non ha detto nulla circa la chiusura di scuole, di turni e delle aule! Non ha abrogato il decreto della riorganizzazione! E cosa succederà con studenti, insegnanti e sostenitori arrestati e processati? Ma che dialogo può esserci con un governo che ha arrestato, ha inseguito, ha fatto causa, ha aggredito e torturato studenti? Ogni potere alle occupazioni delle scuole! La lotta degli studenti continua!” L’assemblea generale del Comando das Escolas Ocupadas si terrà domani pomeriggio nella scuola occupata E. E. Prof Antônio Alves Cruz e deciderà le prossime tappe del movimento.
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