Fuck Austherity! No alla finanziarizzazione delle nostre vite
Torino – Nelle giornate internazionali 24, 25, 26 Marzo – di azione contro la crisi, i tagli al welfare e i regimi di austerity, studenti e precari hanno deciso di portare la loro protesta nei luoghi simbolo del capitalismo finanziario e dell’economia del debito, nonché responsabili della crisi economica globale: le banche.
Queste giornate sono state indette dal Knowledge Liberation Front, un network transnazionale nato durante il meeting tenutosi a Parigi dall’11 al 13 Febbraio, che ha visto la partecipazione dei movimenti universitari che, dalla Russia alla Francia, dall’Italia alla Gran Bretagna, lottano contro la precarietà e il Processo di Bologna.
Come in molte città in Italia e nel mondo, oggi 25 Marzo 2011, come studenti e studentesse dell’università di Torino abbiamo deciso di colpire uno dei luoghi simbolo del potere economico e politico della nostra città: la banca San Paolo.
Portare la nostra protesta dentro la sede centrale della banca rappresenta per noi una scelta non casuale. E’ a questa banca che noi assicuriamo profitti pagando le tasse universitarie, che ogni anno aumentano, indebitando le nostre vite e il nostro futuro. E’ questa banca che, grazie alla riforma Gelmini, entra nei consigli d’amministrazione della nostra università imponendo il suo volere nelle scelte relative a didattica e ricerca. Non possiamo inoltre ignorare il ruolo che gli istituti finanziari svolgono da sempre nel sostenere le operazioni militari e i profitti che stanno traendo dall’attuale operazione contro la Libia.
E’ per questi motivi che abbiamo deciso di occupare simbolicamente la sede di Piazza San Carlo, ribadendo ancora una volta la nostra indisponibilità a pagare i costi dell’attuale crisi e la nostra determinazione nel diventare noi la loro crisi!
La direzione della banca ha tentato fin da subito di bloccare l’iniziativa, seppur questa trovasse la solidarietà delle persone che si trovavano all’interno dell’edificio. Poco dopo è stato richiesto l’intervento della polizia che ha sgomberato il presidio e ha tentato di bloccare anche il volantinaggio che si svolgeva all’esterno, circondandoci e minacciandoci di portarci tutti in questura per l’identificazione. Si svolto quindi un presidio che andato ingrossandosi e che, grazie alla solidarietà delle persone presenti in piazza, ha avuto la forza di continuare la contestazione.
La reazione della Questura ci dimostra come la San Paolo rappresenti oggi uno dei poteri forti della nostra città di fatto un’istituzione che nessuno può permettersi di contestare.
Le iniziative in programma in queste tre giornate continueranno in molte altre città d’Europa, sappiamo che solo la nostra lotta potrà permetterci di costruire un futuro diverso, che tenga conto dei nostri reali bisogni!
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