Gli hacker contro il sindacato
Facciamo un po’ di chiarezza e ripubblichiamo questo articolo di Carola Frediani, apparso sull’Espresso, in merito all’attacco compiuto ieri da alcuni hacker contro i portali internet di CGIL e FIOM in Lombardia. Oltre a far luce in modo puntuale sulla dinamica dell’attacco, l’articolo mette bene in evidenza come gli autori del defacement ai danni del sindacato confederale non abbiano evidentemente nulla a che fare con l’#OpAntifa (vedi articoli 1 – 2) condotta la settimana scorsa da un’altra crew – la ben più nota Anonymous Italia – nei confronti di CasaPound, Forza Nuova ed altre formazioni della destra neofascista italiana. D’altra parte chiunque negli ultimi mesi abbia osservato con un minimo di attenzione il magmatico e frastagliato panorama dell’hacktivismo in Italia se ne sarebbe dovuto rendere conto immediatamente: balzano all’occhio le macroscopiche differenze che intercorrono, in termini di linguaggio ed iconografia, tra i comunicati con cui sono state rivendicate le operazioni contro la Tav, Equitalia, il Vaticano o la Polizia e quello siglato da questi sconosciuti “Anonymous #IAG”. Differenze a cui sarebbe bene prestare attenzione prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi, come ieri hanno fatto in molti e molte, equivocando grossolanamente il significato dell’azione contro la FIOM di Milano. D’altra parte, come hanno scritto i compagni di BgReport «se è vero che nessuno è in possesso dell’esclusiva per l’utilizzo del nome Anonymous, allora è utile fare un po’ di attenzione per valutare il valore di tali azioni innanzitutto partendo dal significato delle parole utilizzate nella rivendicazione. E chi parla di ira di Dio non ci sembra molto credibile».
Doveva essere una giornata di scioperi e si sono ritrovati a parlare dei loro siti web. Che ieri sono stati attaccati da un gruppo di hacker. FIOM di Milano, ma anche CGIL di Bergamo, di Mantova, di Monza e Brianza si sono risvegliati con la home dei rispettivi siti defacciata, come si dice in gergo. Ovvero al posto dei contenuti originali campeggiavano due facce colorate di Guy Fawkes, la maschera di Anonymous, su uno sfondo suggestivo di pioggia di codici alla Matrix. E poi la scritta: “Hacked by Anonymous #IAG”. Più sotto un breve ma roboante comunicato che tra le altre cose recitava: “Sta arrivando come l’ira di Dio il vero cambiamento per il popolo italiano; la giovane italia (sic) degli italiani che lavorano (…) Derubati, maltrattati da quei delinquenti che ci governano e da tutte le lobby che li supportano (…) Rivoluzione digitale”. La frase più inquietante era però un’altra: “Database acquisito, tutti i tuoi dati sono andati persi”.
Non è così, ha rassicurato Vanni Galli, il presidente di Sintel, il provider informatico che gestisce i siti della Cgil in Lombardia, spiegando che ”nessun database è stato violato, né quelli del tesseramento, né quelli fiscali né quello previdenziale. Si è verificato solo un oscuramento della pagina principale del sito”. Una rassicurazione confermata anche da Luca Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL: “I dati sensibili e riservati sui nostri iscritti e sui nostri utenti sono rimasti al sicuro durante l’attacco, dunque non c’è nulla di cui preoccuparsi”.
Preoccupazione no dunque, ma rabbia e sconcerto sì da parte dei sindacalisti. ”Non sappiamo chi siano i signori che hanno rivendicato l’attacco al nostro sito (e ad altri) – ha dichiarato la Fiom in una nota. “Certo non è dalla parte dei lavoratori chi oscura le loro rivendicazioni e le loro mobilitazioni. (…) Di nemici i lavoratori ne hanno già troppi, anche senza quelli di ‘Anonymous #IAG’‘.
Già, ma chi sono questi Anonymous #IAG? La sigla è abbastanza sconosciuta, anche se riconducibile a un blog, Anonymousiag.blogspot.it, fermo allo scorso febbraio, che utilizza un linguaggio e un’iconografia molto simile all’azione contro i sindacati. E che, non a caso, linka all’attacco al tribunale di Milano avvenuto lo scorso febbraio. Anche quella volta il sito era stato defacciato e sebbene la firma della crew, ovvero della squadra di hacker, fosse diversa (LndTm), non c’è bisogno di scomodare un linguista per capire che le parole d’ordine sono proprio le stesse: “Preparatevi ha inizio l’Apocalisse! E’ la fine per un nuovo inizio. Sta arrivando come l’ira di DIO il vero cambiamento per i giovani del popolo italiano. La giovane Italia degli italiani che lavorano e sono stufi di essere presi per il culo, derubati, maltrattati da quei delinquenti che ci governano e da tutte le lobby che li supportano. Da adesso pagheranno per tutto quello che hanno fatto. Rivoluzione digitale”.
Quindi delle due l’una: o i LndTM hanno fatto scuola e gli Anonymous #IAG hanno fatto un copia-incolla del loro proclama, o le due azioni sono riconducibili a un solo gruppo o quanto meno a gruppi affini.
Il defacciamento dei siti della FIOM e della CGIL per altro riconduce anche ad almeno un paio di altri blog. L’Espresso ha contattato il proprietario di uno di questi che però ha negato di essere in alcun modo legato all’azione. Certo rimane il fatto che per la prima volta la sigla di Anonymous, un brand che ognuno è libero di usare, è stata impiegata per attaccare dei sindacati. E colpisce anche l’assenza di una motivazione specifica nella scelta del target, almeno a leggere la rivendicazione, quando solitamente Anonymous non lesina lunghe spiegazioni sul perché sia stato preso di mira un dato sito. La stessa assenza di motivazioni nella scelta del tribunale di Milano.
“Per me sono degli sprovveduti”, commenta all’Espresso un operatore di Anon Italy, presente sulla scena anon dal 2010. Anonymous Italy, che come si evince dalla dichiarazione appena citata non ha nulla a che fare con l’attacco ai sindacati, è uno dei gruppi che negli ultimi due anni è stato più attivo in Italia: tra le sue azioni ricordiamo gli attacchi al sito del governo nel 2011, quelli a Equitalia e Trenitalia nel 2012, quello alla Polizia lo scorso ottobre, con il trafugamento di 1,3 GB di dati. Il più recente la scorsa settimana, contro Casa Pound e altri gruppi neofascisti. “Probabilmente non sanno neanche cosa sia la FIOM. Sono dei ragazzi che hanno visto una vulnerabilità che pendeva da un ramo e sono saltati sul carrozzone”. Di sicuro, per defacciare le home della CGIL, gli è bastato trovare un ingresso in uno o due server che ospitavano i diversi siti.
Infine, una curiosità: sul sito del blog Anonymous #HAG, oltre ad azioni contro la pedopornografia online, c’è un post intitolato Anonymous & FBI: “In questi giorni prende piede un nuovo progetto della #IAG, Unico nel suo genere. Il progetto prevede la possibilità da parte del collettivo di dare una mano all’FBI nella cattura di due pericolosi terroristi”. Si tratta di due ricercati di area qaedista. Anche se specificano che non si tratta di un accordo effettivo, ma solo di una “possibilità”, il progetto è indubbiamente unico. Se c’è qualcuno con cui Anonymous non va affatto d’accordo, di solito, è proprio l’FBI.
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