KLF verso la 3 giorni di mobilitazione europea
Sono intervenuti, oltre alle attiviste e agli attivisti del nostro paese, anche compagni da Inghilterra, Tunisia ed Egitto via Skype, aggiungendo contributi importanti che hanno fatto emergere ancora una volta come di fatto una nuova Europa del conflitto e dell’attacco alle politiche di austerity e allo strapotere della finanza non possa esimersi dall’ascoltare la lezione che arriva dal Maghreb e dai processi rivoluzionari in corso in quella regione.
Ma l’appuntamento ha saputo guardare anche oltre, imponendo come necessario obiettivo a cui già guardare ed approcciarsi quel 6 maggio che dovrà necessariamente eccedere dal basso la convocazione-farsa dello sciopero generale Cgil. Eccederlo riportando nelle diverse piazze una forma di sciopero moderna e adeguata ai rapporti di forza esprimibili da una generazione europea immersa nella precarietà in grado di specchiarsi in quella protagonista delle insurrezioni nordafricane.
Esemplificativo a questo proposito il passaggio di un intervento nel quale è stato segnalato come in Egitto lo sciopero generale fosse stato convocato anche dopo la caduta di Mubarak. Come in Egitto, come nella Tunisia che dopo Ben Ali ha fatto cadere anche Ghannouchi e sciogliere l’RCD e la polizia politica, sciopero generale è anche applicazione pratica del “Que se vayan todos” e delle sua conseguenze politiche.
E’ necessario ripartire dalle università completamente immerse nella finanziarizzazione, dove prestito d’onore, indebitamento, aziendalizzazione sono concetti ormai conosciuti da tutti gli stati toccati dal processo di Bologna. Uno spazio transnazionale di ricomposizione delle lotte è un primo passo per creare forme di organizzazione capaci di raccogliere la sfida che la finanziarizzazione porta con sè nel ridefinire i rapporti di forza tra capitale e lavoro a livello globale, sfida che vede l’università come uno dei luoghi più toccati da queste dinamiche.
Le immagini dell’Inghilterra di qualche mese fa (Inghilterra che il 26 marzo vedrà un imponente manifestazione muoversi per le via di Londra) che raffiguravano l’assalto degli studenti e dei precari alla torre dei Tories sono un simbolo da replicare nel mettere sotto scacco i poteri forti europei e provare a costruire dal basso una società della conoscenza che non si basi sulla mercificazione di questa, come previsto dai dettami dell’agenda di Lisbona, ma che parli invece della potenza della cooperazione sociale e della condivisione di saperi.
In ultimo gli elementi relativi alla progettualità futura del Knowledge Liberation Front, che ha visto rinsaldarsi il desiderio comune di trovare una connessione reale con gli studenti e le studentesse tunisine, in forme ancora da definire data la situazione politica del paese ancora in costante divenire. Prossimo appuntamento di riunione sarà invece un’assemblea prevista a Londra per l’inizio di giugno che sappia di nuovo essere un punto di incontro con alle spalle questa volta le mobilitazioni comuni che dal Portogallo alla Russia, passando per Italia ed Inghilterra, si metteranno in atto dal 24 al 26 marzo.
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