Lo sciopero lungo degli studenti del Quebec
Nel frattempo viene reso noto che i costi dell’apparato repressivo stanno diventando enormi: il capo della polizia parla di 2 milioni di dollari di straordinari da pagare ai poliziotti escludendo la capitale, Montreal. Di fronte ad una realtà di lotta così diffusa e, di fatto, all’inefficacia delle botte poliziesche e degli arresti, la ministra prova a dividere il movimento studentesco aprendo dei tavoli di confronto con le organizzazioni più moderate alla vigilia degli appuntamenti di piazza, che però hanno rifiutato questa offerta da crumiri. La verità è che il movimento studentesco prosegue nella sua lotta, attuando di volta in volta le pratiche migliori per obbligare il governo a fare un passo indietro. L’arroganza del governo liberista si sta scontrando contro una composizione sociale viva, che non ha intenzione di farsi ammaliare dalle sirene della governance ma che, nel contesto di crisi, si accorge di avere dei bisogni e dei desideri che vanno in direzione opposta agli interessi del governo e delle banche.
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