Politecnico di Torino: il ministro Profumo non si presenta!
Il ministro dell’istruzione Profumo, quest’oggi, ha pensato bene di tenersi alla larga dalla sua città di decollo politico (Torino), quindi dalla sua ex casa accademica (Politecnico). Si è tenuto in tarda mattinata il Senato accademico del Politecnico di Torino nel quale era prevista la presenza, il saluto, e la ‘benedizione d’addio’, del narciso neo-ministro. Profumo che è conosciuto, a partire dagli ambienti universitari, come una personalità incline alla magniloquenza vanitosa del suo operato… Non è tornato nella sua città d’origine fuggendo quindi alla contestazione che gli studenti e le studentesse di Univercity da tempo gli avevano promesso, evitando quel dissenso che avrebbe forse compromesso la sua aurea e costruita immagine di uomo della razionalità, della serietà, dell’organizzazione austera.
Un centinaio di studenti e studentesse aggregati dal percorso di Univercity, dell’Università e del Politecnico, dei collettivi di facoltà che hanno lanciato da una settimana l’appuntamento di ‘accoglienza’, hanno presidiato l’ingresso del Poli fin dalla mattina, volantinando e facendo interventi, nell’attesa della comparsa del ministro per potergli porgere il meritato ‘benvenuto’… ma Profumo ha rinunciato a presienziare il Senato accademico, evitando le sacche di resistenza agite dai tanti che ritengono indispensabile contestare la sua politica continuità con la riforma Gelmini, il suo interessato appoggio al modello Marchionne (da riprodurre anche nei poli del sapere), quindi la sua idea di università ridotta e schiacciata in una dimensione tecnocrate della ‘fabbrica formazione’… già oggi il Politecnico, come i ragazzi e le ragazze di Univercity hanno scritto nel loro volantino (vedi sotto), rappresenta l’emblema – in un processo torinese già avanzato e sospinto – di una concezione ed organizzazione universitaria da combattere e rovesciare!
Ingente lo schieramento di forze dell’ordine messo in piedi per la scadenza di quest’oggi: la celere ha presidiato gli ingressi della sede di Corso Duca degli Abruzzi fin dalla mattina, la Digos è stata sparpagliata lungo il labirinto universitario del Politecnico, diverse porte e finestre sono state saldate e/o lucchettate per tentare di governare possibili sorprese da parte studentesca…
Oggi il ministro Profumo non ha messo piede in città, ha trovato un (temporaneo e precario!) posto al sole in una scuola della presunta eccellenza a Lecce, ma certo è – come è stato più volte ripetuto con gli interventi all’ingresso del Politecnico – che arriverà il giorno nel quale la paura della contestazione non sarà più sufficiente per evitare chi non crede alla favola al team dei tecnici perfetti, perchè il Profumo di austerity scandisce i tempi delle vite di tutti e tutte!
Chi è il nuovo ministro dell’Istruzione,
Università e Ricerca Francesco Profumo?
Indubbiamente un tecnico esperto di università, grazie a 6 anni da rettore del Politecnico di Torino; di sicuro un personaggio più credibile dell’impresentabile Maria Stella Gelmini. Ma quello che nessuno dice a proposito del nostro caro ex-rettore è che gli anni del suo mandato non sono stati altro che una sperimentazione della riforma Gelmini.
Seduto nei consigli d’amministrazione di diverse multinazionali, ha lavorato alacremente a favore dell’aziendalizzazione dell’università, sia attraverso l’ingresso diretto dei privati negli organi di amministrazione, sia imponendo all’ateneo una gestione di stampo aziendale. Il Politecnico, infatti, risulta modello di efficienza, oculata gestione finanziaria, riduzione dei costi, sfruttamento del precariato, competizione tra gli studenti e tra gli atenei: in una parola, il Politecnico di Profumo è l’ateneo “del mercato” e “per il mercato”. Da un lato pensatore e primo attuatore della riforma gelminiana, sempre disponibile a venire incontro alle esigenze del grande capitale industriale e finanziario, ligio alla volontà di Confindustria; dall’altro sempre sordo alle richieste di noi studenti e indifferente alle mobilitazioni che per molti mesi l’anno scorso hanno contestato la riforma stessa.
E proprio per questa fedeltà ai poteri forti, dopo anni di lavoro nell’ombra, è stato “finalmente” premiato col ruolo di ministro. Da questo nuovo scranno ci aspettiamo che porti ancora più avanti il suo modello universitario, in continuità con quanto ha cominciato a fare al Poli: un’università per pochi “eletti”, un’università “di mercato” che mira a costruire nuovi strumenti di profitto, un laboratorio di ricerca al servizio delle aziende, un luogo dove predisporre la precarizzazione delle nostre esistenze. Ma anche un’università schiava del potere economico dei privati, in cui il diritto allo studio non sarà più che un ricordo, rimpiazzato dal debito d’onore: altro passo verso l’ingresso dell’università in quel libero mercato così perfetto da farci sprofondare in questa crisi.
Tuttavia se l’esperienza di mobilitazione dell’anno scorso ci ha insegnato qualcosa, è proprio che un modello diverso, una vita diversa all’interno della nostra università, è possibile e realizzabile: dipende solo da noi! Per questo oggi dobbiamo essere in tanti a far sentire al neo-ministro Profumo e alla nuova amministrazione del Politecnico la nostra voce, le nostre idee per il nostro futuro!
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