Settembre is Came back!
Eppure, in quei giorni così desolanti, in città c’era chi stava compiendo un goffo e repressivo piano di normalizzazione dell’ateneo…ai potentati delle clientele universitarie, agli squali della speculazione, al sultano dell’ Unical Latorre ed ai suoi servi davano fastidio tutti quei posti occupati e liberati in cui si faceva attività politica, socialità altra, seminari, dibattiti, cultura, arte, assemblee libere e partecipate. Luoghi in cui il sapere non era imprigionato nelle logiche aziendalistiche di un’università ridotta e mero esamificio che sforna disoccupati e precari, sottopagati e sfruttati. Dava fastidio che in quei posti si potesse discutere degli effetti della crisi sulle nostre vite, del presente e del futuro di una generazione precaria che pretende di riprendersi la propria libertà, i propri diritti, la propria rabbia…Come irritavano, e tanto, gli incontri con studenti tunisini che ci raccontavano della loro rivoluzione, i cineforum, le presentazioni dei libri, le iniziative sulla forza rivoluzionaria della poesia, i dibattiti sui beni comuni, sulle rivolte arabe nel nostro mediterraneo, sulla purtroppo sempre attuale questione palestinese, sui migranti…Non era affatto accettabile che si discutesse della precarietà come condizione esistenziale che ci costringe e vendere le nostre ore a 3 euro in qualche call-center o in qualche bar, ristorante, pizzeria, con tanto di laurea e curriculum da spedire, la valigia ed il portatile sempre pronti per partire ed il padrone di casa che bussa sempre puntuale per i soldi dell’affitto che non ci sono, e se ci sono non resta più niente… Non c’è nulla da fare…erano proprio fastidiose le nostre riviste distribuite gratuitamente, le jam session in cui chiunque portava uno strumento e suonava insieme agli altri, senza chiedere il permesso a nessuno, perché quel posto era davvero degli studenti. E soprattutto non era accettabile l’idea del laboratorio sociale autogestito “Assalto”in cui qualsiasi studente, precario, migrante, disoccupato poteva fare e realizzare iniziative, mostre, seminari, scrivere articoli… No, giusto, tutto questo era proprio insopportabile ai tempi della crisi del capitalismo fatta pagare forzosamente, e con gli interessi, ai soliti poveri cristi, ai tempi dell’università azienda, ai tempi del Tav e per fortuna dei Notav. Nell’era del modello Marchionne imposto in ogni ambito a suon di leggi e leggine, di accordi sindacali e patti sociali, di denunce e manganelli, nell’era dei precari che invecchiano senza futuro, della casta puzzolente e dei suoi squallidi privilegi e vizi…non era proprio sopportabile un luogo libero, veramente libero…
E quindi: eccoci, sotto il sole, a cuocere in questo strano agosto; una bibita fresca presa alle macchinette e poi in giro a contare i danni prodotti dall’uragano autoritario di un folle in un delirio di onnipotenza… Andiamo al polifunzionale per vedere i capannoni rasi al suolo, quasi ci fosse stato un bombardamento della Nato… quindi sul ponte a vedere la nostra aula imbiancata, come nuova, con la serratura cambiata, quasi come se non ci fosse stata nessuna straordinaria esperienza di conflitto e riappropriazione diretta degli spazi, dei sogni e dei bisogni… nessun manifesto, nessuno striscione, nessuna scritta, le pareti bianche appena tinteggiate di un bianco che fa paura, che terrorizza, che inquieta… Andiamo ad ingegneria, all’ aula P2, ci provano anche con loro, ma riusciamo ad avvertirli in tempo e per fortuna riescono a difendere il loro posto..
Ma come sempre il potere prepotente si sofferma sulla forma dimenticando che la sostanza delle cose si trova altrove. Se i vari detentori del potere e dei privilegi credono che per eliminare il dissenso basti cancellare i luoghi in cui questo si ritrova ed organizza, si sbagliano di grosso. La rabbia sociale che cova sotto le immense macerie causate da decenni di politiche neoliberiste scellerate e criminali è come un potentissimo composto chimico, pronto ad esplodere. E la miccia sono loro, la miccia è la loro manovra anticrisi varata ad agosto in contemporanea con gli sgomberi, la miccia sono i tagli da loro decisi alla spesa pubblica, la miccia sarà l’innalzamento delle tasse universitarie, saranno i disoccupati sempre più numerosi, i lavoratori sempre più sotto pressione, i precari sempre più incerti, la popolazione sempre più incazzata. E tutta questa degna rabbia, questo sacrosanto dissenso, troverà il modo di parlarsi, i luoghi in cui organizzarsi, i modi in cui manifestarsi, e le università non saranno immuni, gli studenti ci saranno come ci sono sempre stati … è inutile sperare che lo sgombero di un aula sia l’inizio della pace, caro rettore, la miccia è accesa, l’avete accesa voi.
La gioventù deve fare semplicemente ciò che pensa, l’importante è che non smettiate di essere giovani. (El Che)
Settembre is Came back!
L.S.A. Assalto – Cosenza
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