Torino #15N: 2000 studenti tornano in piazza. Cariche e città blindata
In tutta Italia gli studenti sono tornati in piazza riprendendo le parole d’ordine che hanno animato la giornata romana del 19 ottobre, decidendo di indirizzarle contro i palazzi del potere del proprio territorio; a Torino, in particolare, l’intenzione dichiarata fin dall’inizio del corteo era quella di portare l’assedio ai palazzi della Regione e della Provincia, la prima responsabile dei tagli disastrosi che negli ultimi anni si sono abbattuti su diritto allo studio, trasporti, sanità e altri servizi, la seconda della condizione insostenibile dell’edilizia scolastica che affligge la maggior parte degli istituti torinesi, che solo poche settimane fa erano tornati a gridare la propria rabbia sotto le porte della Provincia dopo l’ennesimo crollo in una scuola.
Fin dalla partenza in piazza Arbarello il corteo torinese ha dovuto confrontarsi con un apparato poliziesco spropositato, soffocante e nervoso che ha completamento blindato il centro cittadino creando ancora una volta una vera e propria zona rossa attorno alle sedi di Provincia e Regione. Poco dopo la partenza, il corteo ha deciso di deviare dal percorso imposto dai diktat della Questura, svoltando in una via laterale per raggiungere la Provincia: a quel punto è partita una violenta carica contro gli studenti che aprivano la manifestazione; diversi sono rimasti feriti dalle manganellate della polizia, mentre celerini e digos si contendevano lo striscione di apertura con un triste spettacolo.
Nonostante la militarizzazione e le continue provocazioni degli agenti della Questura, smaniosi di portare a casa qualche identificazione, il corteo ha comunque mantenuto alta per tutta la mattina la pressione sui cordoni di celerini schierati a difesa dei palazzi del potere cittadini, concludendosi poi nella centrale piazza Castello, sede della Regione Piemonte, dove gli studenti si sono riuniti in un’assemblea che ha visto alternarsi molti interventi delle varie scuole che hanno animato la giornata di oggi e che hanno invitato a proseguire il percorso di mobilitazione inaugurato quest’autunno con nuove assemblee, occupazioni e scadenze di lotta.
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