Tutta Italia in piazza contro la buona scuola
A Milano trentamila persone si riprendono le vie del centro.
A Torino diverse migliaia in piazza con buona partecipazione degli studenti degli istituti del centro e della periferia negli spezzoni autogestiti dalle scuole. Il presidio convocato in piazza Carlo Alberto si è presto trasformato in un corteo per le vie del centro.
Una corrispondenza dalla piazza (da Radio Blackout):
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A Firenze in tremila sono partiti in corteo da piazza San Marco
A Roma si parla di più di 100’000 in corteo tra piazza della repubblica e piazza del popolo. Un nutrito spezzone di studenti autorganizzati si sta ingrandendo col passare dei minuti. Diverse contestazioni e fischi agli esponenti della “minoranza dem” che hanno la sfacciataggine di scendere in piazza contro una riforma del loro stesso governo.
A Bari sono ventimila tra studenti e professori a partecipare alla manifestazione.
A Palermo diverse migliaia in piazza, gli studenti improvvisano blocchi stradali e a fine corteo un gruppo di docenti occupa l’assessorato comunale all’Istruzione di Palermo (QUI una cronaca più approfondita della mattinata di mobilitazione).
E poi ancora manifestazioni e proteste a Bologna, Napoli, Bolzano, Aosta, Catania, Cagliari.
Il governo si trincera dietro la fermezza qualificando lo sciopero come “politico”. Le differenti impressioni che ci arrivano dalle piazze ci parlano invece di un’attivazione sociale del mondo della scuola al di là delle rappresentanze sindacali. Dopo le ennesime illusioni su quali riforme sarebbero state approvate da un governo “democratico” si inizia finalmente a individuare Renzi e Giannini come una controparte e a fare i conti con un modo di governare che ha chiuso da tempo ogni spazio di mediazione non solo sostanziale ma anche formale.
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