Unical Cosenza: sgomberato L.s.a. Assalto
Il rettore Giovanni Latorre, da dodici anni signore feudale del territorio universitario, ha deciso di spendere questo mese di agosto a sgomberare ogni posto che nell’ateneo vive e promuove iniziative al di fuori dell’irreggimentazione decisa da logiche aziendali.
A fare le spese delle manie assolutiste del rettore, oggi, è il Laboratorio Sociale Autogestito “Assalto”.
Stamattina , infatti, abbiamo trovato una brutta sorpresa arrivando all’aula Zenith2, occupata da gennaio: serratura cambiata e squadra di imbianchini al lavoro per cancellare ogni traccia visiva di sette mesi di attività politica e aggregativa. Anche gli oggetti presenti nell’aula sono stati presi e nessuno sa dove sono stati depositati, non esistendo alcun verbale di sequestro; è sparito nel nulla, inghiottito dalla bulimica fame di “legalità” estiva del rettore, tutto il materiale servito per le iniziative che hanno animato l’aula: cineforum, dibattiti, presentazioni di libri, seminari autogestiti, musica del vivo e momenti di aggregazione.
Già a gennaio, dopo che il movimento studentesco aveva aspramente contestato il ddl Gelmini in tutta Italia, l’occupazione dell’aula è stata la risposta alla militarizzazione dell’Unical disposta dal rettore, con squadre di polizia a sbarrare l’ingresso dell’aula magna per impedire lo svolgimento di un’assemblea. Ora, dopo mesi di silenzio, il rettore mostra ancora il suo vero volto: quello di un barone neoliberista autoritario, ostinato a gestire la NOSTRA università come se fosse una SUA azienda. Infatti in questa calda estate calabrese è definitivamente caduta la maschera di “uomo di sinistra” sotto i tentavi di sgombero e le demolizioni portati avanti in tutto l’ateneo.
L’obiettivo di “normalizzare” l’Ateneo, facendone un luogo che vive solo negli orari di lezione decisi e determinati “dall’alto”, senza spazi per la libera formazione e per un’aggregazione libera e spontanea, verrà combattuto con le stessa fermezza con cui abbiamo combattuto le riforme universitarie che stanno a monte di tale logica.
La tempistica dell’azione, in pieno agosto e con l’università deserta, mostra chiaramente la debole legittimità politica del gesto, che solo in un momento di così scarsa attenzione poteva essere compiuto.
Troppo difficile cancellare esperienze in un autunno che sarà carico di lotte, troppo facile pensare che basti una mano di vernice per cancellare un’esperienza politica che, seppur breve in termini temporali, è già carica di consapevolezza e rabbia.
Nulla di nuovo, dunque, non sarà certo una serratura nuova a bloccare la nostra rabbia, non sarà un’imbiancata a cancellare questa esperienza politica.
Le strade in fiamme di Londra, le piazze piene della Spagna e le rivolte nel mondo arabo anticipano quello che sarà l’autunno italiano, ed è ha queste che stiamo guardando, ed è da queste che ripartiremo.
Come back settembre
L.S.A. Assalto – Cosenza
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