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Aggiornamenti da Ventimiglia e appello per il corteo

Ventimiglia. In risposta all’incremento dei migranti in transito la macabra routine delle deportazioni è ricominciata. Oggi, intorno a mezzogiorno, una cinquantina di persone sono state caricate su due pullman della compagnia Riviera Trasporti e trasportate altrove. Al momento non abbiamo altre informazioni circa la destinazione.

In seguito allo sgombero del campo informale, quando la polizia aveva forzato gli shebab a entrare nel campo gestito da Croce Rossa e Prefettura, le istituzioni si trovano ora a dover gestire oltre 750 presenze, un numero ben superiore alla capacità del centro. Il livello di controllo è molto elevato: i servizi assistenziali, di cui si fa vanto il centro in quanto modello alternativo all’autogestione, sono non soltanto inefficienti ma anche legati a procedure di registrazione e pratiche di controllo. Inoltre, la presenza delle FdO nei pressi del centro è una costante minaccia alla libertà di circolazione dei migranti dentro la città, che si intensifica con la chiusura dei cancelli durante il coprifuoco notturno.

Lo chiamano centro di accoglienza temporaneo, si traduce in una sorta di regime di semidetenzione.

In questo contesto di repressione e razzismo di Stato, il ragazzo sudanese, il quale domenica scorsa si era ribellato al divieto di accesso ai servizi igienici del campo istituzionali, è stato condannato a sei mesi con condizionale e decreto di espulsione per resistenza e lesioni aggravate. Si trova ora in un CIE.

Il campeggio (5-10 agosto) e la manifestazione di domenica 7 a Ventimiglia diventano sempre più un’occasione per cercare di sabotare insieme il governo del confine e aprire spazi di possibilità in uno scenario in cui si soffoca.

FREEDOM HURRYA LIBERTÀ

Segue il testo di appello alla manifestazione del 7 agosto:

Il problema è il confine

Sono migliaia le persone che, nel tentativo di recarsi in Francia o in altri paesi del nord Europa, sono sistematicamente bloccate a Ventimiglia.

Queste persone – la stragrande maggioranza in fuga da guerre o carestie, di cui l’Occidente è spesso e volentieri responsabile – non vogliono restare in Italia, tantomeno a Ventimiglia.

La soluzione, dunque, sarebbe estremamente semplice: aprire la frontiera.
Eppure no: la Francia non cede e l’Italia ha smesso di pretenderlo.

Stiamo diventando i carcerieri d’Europa.

Come mai?
L’accoglienza può anche essere un business. E’ evidente che qualcuno, con la copertura di politici e istituzioni, ci stia guadagnando.

Respingimenti, deportazioni, controlli razziali, violenze e apartheid sono tutte facce della stessa disumana medaglia.

Ci dicono che lo fanno per la “nostra” sicurezza, ma è proprio questa spirale di repressione a generare ancor più insicurezza.
I territori sicuri li fanno le persone che li abitano, come li abitano.

Noi stiamo dalla parte della libertà di movimento, perché una società “più giusta, libera e lieta” per tutti – come diceva il nostro conterraneo Italo Calvino – non può neanche essere immaginata altrimenti.

Domenica 7 agosto manifesteremo il nostro dissenso. 

Unisciti a noi!

Appuntamento in Piazza della Costituente (Ventimiglia) alle 15.

Le cose non cambieranno se non prendiamo posizione insieme.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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