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Bologna solidale, in piazza contro nuovi CIE per la libertà di movimento!

Bologna è uno dei luoghi dove si è paventata sin dalle scorse settimane la riapertura di un CIE, secondo il progetto presentato da Gentiloni e Minniti recependo le indicazioni dell’Unione Europea; un progetto già orrendo, ulteriormente aggravato dalla volontà espressa qualche giorno addietro di aprire un nuovo lager in ogni regione del paese.

Le realtà antirazziste della città hanno infatti sin dalle 10 del mattino messo in campo un presidio davanti all’ingresso dell’hub di via Mattei, dove fino a qualche anno fa era in funzione il CIE locale. La caserma in oggetto è tuttora utilizzata come luogo dove rinchiudere richiedenti asilo e dove imporre muri e confini a chi vuole semplicemente esercitare la propria libertà e dignità.

Il presidio era stato chiamato in solidarietà ai migranti giunti alla caserma Chiarini da Cona dopo la rivolta degli scorsi giorni, scoppiata a sua volta in seguito alla morte di Sandrine Bakayoko, che sognava di diventare parrucchiera e che invece ha trovato la morte nel nostro paese.

Migranti che erano stati vittime di assalti razzisti di Lega e Forza Italia, arrivati a definirli “spazzatura di cui liberarsi” che oggi hanno messo in campo a loro volta un presidio per protestare contro l’arrivo dei migranti, svoltosi a chilometri dall’ingresso dell’hub dove invece erano presenti i solidali e gli antirazzisti cittadini. 

Uno schieramento ingente di polizia proteggeva i pavidi forzaleghisti, impedendo però così che la loro farsa potesse essere attraversata dalla gente del quartiere e che questa potesse ascoltare i loro messaggi di odio e incitamento a espulsioni di massa.

Una strumentalizzazione inaccettabile, quella del centrodestra bolognese, oscurata dalla forza del presidio di oggi. Un presidio che è riuscito a rompere anche il blocco poliziesco che impediva ai migranti – che possono liberamente farlo, non essendo reclusi come in un classico CIE – di raggiungere il presidio.

Dopo qualche ora di pressione, i la situazione è stata sbloccata, con tanti uomini e donne che hanno potuto raggiungere i manifestanti e discutere con loro delle loro condizioni, delle loro necessità. Da lì il presidio si è mosso in corteo per le zone circostanti l’hub con i migranti in prima fila, concludendosi poi con un momento di microfono aperto in piazza dei Colori.

Il corteo raggiungendo le case popolari della zona ha ribadito le necessità di combattere ogni razzismo, di respingere i discorsi che portano alla guerra tra poveri, di aprirsi alla contaminazione e alla lotta comune contro chi dall’alto, sfrutta dentro e fuori i CIE. La battaglia per la libertà di movimento di tutti e tutte è infatti necessariamente collegata a quella per un presente migliore contro lo sfruttamento sul lavoro, la mancanza di casa, la precarietà delle nostre vite.

Alla bella giornata di oggi va dato il merito di aver iniziato a dire forte e chiaro che Bologna non starà in silenzio se provocazioni come i paventati “nuovi CIE” di Minniti dovranno prendere carne sul territorio. L’antirazzismo cittadino non permetterà che nuovi divisioni e nuovi confini sorgano senza dare battaglia…

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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